Arrivata nel tardo pomeriggio la decisione per un caso che…
Di iena giudiziaria
Dopo otto ore di camera di consiglio (con un “intermezzo” di alcuni musicisti che davanti all’aula si preparavano ad una esibizione per una manifestazione in tribunale, vedi foto), i giudici (Presidente Rosario Cuteri) della Corte d’Assise di Catania hanno condannato ad otto anni di reclusione Viorel Tudor Tanase, il cittadino romeno di 52 anni, accusato di aver provocato la morte -con l’incendio di un gabbiotto di un distributore di benzina in via Ventimiglia- di Giovanni Mirabile, che lì dormiva e di avere tentato di uccidere –in via Sturzo- due suoi connazionali –Gata Nicolae e Herbei Georghe- che dormivano in strada, appiccando il fuoco ai materassi su cui dormivano i due uomini e a cartoni lì vicini. I due fatti sarebbero accaduti, secondo l’Accusa, sostenuta in aula dal Pm Alessandra Tasciotti
21 ottobre del 2011, nel giro di poche ore.
Una storia drammatica, di “ordinaria” povertà, che avrebbe avuto come movente “futili motivi” o meglio la piromania e che fece scalpore.
L’Accusa aveva chiesto l’ergastolo, mentre la Difesa, con l’avv. Paolo Sapuppo, l’assoluzione per non avere commesso il fatto. Secondo quanto scritto nel dispositivo emesso oggi, i giudici hanno ritenuto l’uomo colpevole di morte come conseguenza di altro delitto e di tentate lesioni dolose. Non solo: hanno accolto le “subordinate” avanzate dalla Difesa rispetto all’assoluzione dell’imputato, che è stato anche condannato al risarcimento delle parti civili.
Tanase, un senza fissa dimora con evidenti problemi nella capacità di espressione, fu fermato dalla squadra mobile, dopo essere stato riconosciuto, secondo gli investigatori, mediante riprese delle telecamere di sorveglianza della zona e descrizioni di testimoni oculari
Nel complesso, si è trattato di un processo dove le contraddizioni, le perplessità,i dubbi sulla colpevolezza del cittadino romeno sono emerse e non poche. In particolare, perplessità non sono mancate sulle modalità di riconoscimento del presunto colpevole negli uffici della Questura. Modalità operative della polizia che con il codice di procedura penale vigente collidono apertamente. Ma tant’è. La Difesa, con l’avv. Paolo Sapuppo, aveva già dichiarato di recente: “si tratta di una richiesta, quella della Pubblica Accusa (ergastolo, ndr), che contrasta in modo palese con le evidenze processuali.”
C’è, inoltre, da ricordare che la piromania è stata esclusa dalla consulenza tecnica ufficio in sede di incidente probatorio.Una vicenda, quindi, che potrebbe riservare ancora sorprese in secondo grado.
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