Giudiziaria, Catania: inchiesta “furbetti” di “Sostare”, il processo comincerà fra due anni!

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Ricordate dell’indagine sui cosiddetti “furbetti” di “Sostare”, la partecipata del comune di Catania si occupa di gestione degli stalli a pagamento? Ad aprile scorso era stata data notizia dell’avviso di conclusione delle indagini notificato agli indagati. Bene, a distanza di qualche mese, l’inchiesta della Procura della Repubblica di Catania è approdata al rinvio a giudizio. Bene, il dibattimento -con l’imputazione di truffa aggravata- si aprirà il 21 maggio 2021: avete capito bene, fra due anni! Dicono che sono i tempi della giustizia. Il dibattimento che si celebrerà davanti ai giudici della terza sezione penale del Tribunale di Catania vedrà i seguenti imputati:

Vincenzo Amormino, Salvatore Bonaccorso, Mario Gaetano Brischetti, Antonio Luigi Caravella, Antonio Caruso, Domenico Colombo, Giuseppe Marchese, Domenico Marchese, Rosario Orma, Francesco Puglisi, Riccardo Sgroi, Dario Termini, Bruno G. Trovato, Venerando Trovato, Massimiliano Valenti, Filippo Villa, Nazareno Zuccaro.

Si tratta di dipendenti della società finiti sotto la lente d’osservazione degli investigatori, gli agenti di Pg del corpo di polizia municipale, per condotte che dovranno essere provate -noi siamo garantisti sempre- durante il processo.

Non solo: oltre che al dibattimento, i dipendenti coinvolti dovranno rispondere -e sono 28 in tutto, compresi quindi coloro che sono stati archiviati per “tenuità del fatto”- per le eventuali responsabilità disciplinari. L’azienda, infatti, ha avviato il relativo procedimento, che dovrebbe concludersi probabilmente entro la metà di luglio. I dipendenti coinvolti rischiano teoricamente anche il licenziamento, ma è più plausibile che si possa arrivare a qualche sospensione.

Secondo l’accusa, gli indagati si sarebbero “assentati senza autorizzazione dal posto di lavoro dopo aver timbrato il proprio badge attestante l’ingresso in ufficio e senza segnalare l’uscita”. Inoltre, avrebbero “timbrato il badge al posto del collega non ancora presentatosi in servizio o andato via anzitempo, attestandone falsamente la presenza”.

Mesi di verifiche avrebbero portato a documentare episodi della pratica, a quanto pare diffusa, per cui i colleghi si scambiassero i cartellini per timbrare, pur non essendo presenti sul posto di lavoro. Da questi accertamenti sarebbe partita la comunicazione di notizia di reato alla procura di Catania e la conseguente apertura del fascicolo, affidato al gruppo che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione (quello coordinato dal procuratore Fabio Regolo).

Per la Procura i 17 dipendenti indagati avrebbero così “indotto in errore l’ufficio contabile preposto alla determinazione della retribuzione e la società Sostare Catania sull’effettiva esecuzione della prestazione lavorativa” procurandosi “un ingiusto profitto della percezione di un compenso in realtà non spettante”. L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Andrea Norzi del dipartimento Reati contro il patrimonio e l’economia coordinato dall’aggiunto Ignazio Fonzo. Le indagini sono state eseguite dalla polizia municipale, diretta da Stefano Sorbino. Le contestazioni riguardano presunti casi di ‘assenteismo’ commessi dal 23 novembre del 2018 al 1 gennaio del 2019. Le timbrature ‘non proprie’ contestate a ciascun dipendente sono comprese tra le 4 alle 42, per un danno stimato per la società Sostare in oltre 2.800 euro.

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Benanti

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