Giudiziaria, Catania: Luca Sammartino “stralciato”, per gli altri indagini concluse


Pubblicato il 16 Marzo 2019

La Procura della Repubblica ha chiuso l’inchiesta che vede coinvolto il noto politico.

 

Luca Sammartino resta indagato ma “stralciato”, mentre per gli altri indagati c’è la chiusura delle indagini: a distanza di quasi un anno, aggiorniamo i lettori sull’indagine della Procura della Repubblica di Catania riguardante la vicenda del voto di alcuni anziani, ricoverati in una casa di cura di S. Agata Li Battiati, “scoppiata” sui media nel novembre del 2017, all’indomani delle elezioni regionali.

La Procura della Repubblica, di recente, a firma del Capo dell’Ufficio Carmelo Zuccaro e del sostituto Fabio Saponara, ha chiuso le indagini: ad otto indagati è contestata, a vario titolo, violazioni in tema elettorale del Decreto del Presidente della Repubblica 570 del 1960 e per alcuni ipotesi di falso. Nel primo caso “…perchè, con più condotte esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso morale e/o materiale tra loro e con ignoti, Borzì (Angelo, ndr) in qualità di presidente della struttura Maria Regina che peraltro materialmente chiedeva l’istituzione di un seggio speciale presso la struttura di cui è l.r., Piraneo Giuseppina in qualità di assistente sociale in servizio presso la struttura Maria Regina e incaricata di seguire e predisporre tutte le pratiche necessarie all’istituzione del seggio elettorale della sezione 2/S presso la struttura medesima e a garantire la possibilità agli ospiti ivi degenti di votare presso la stessa sezione 2/S, la Stella (Adalgisa, ndr) e la Cutuli (Carmela Maria Grazia, ndr) in qualità di O.S.A. (operatrici socio-assistenziali, ndr) in servizio presso la struttura, che hanno materialmente accompagnato gli ospiti all’interno della cabina elettorale e materialmente hanno apposto il voto in luogo di degenti stessi, falsificando le ‘dichiarazione di elettore attestante la volontà di esprimere il voto nel luogo di cura’ e le ‘richiesta di duplicato della tessera elettorale’ aventi firme apparenti degli ospiti della struttura Maria Regina inducevano in errore i funzionari responsabili degli uffici elettorali di Sant’Agata Li Battiati, di Catania e di altri Comuni della provincia che rilasciavano false autorizzazioni al voto presso il seggio elettorale della sezione 2/S…”. Questo al Capo A.

Gli stessi indagati devono rispondere “perchè, con più condotte esecutive del medesimo disegno criminoso, in più persone riunite in concorso morale e/o materiale tra loro, nelle qualità di cui al capo A), con artifici e raggiri e comunque con mezzi illeciti, atti a diminuire la libertà degli elettori, tra cui quelli di cui ai capi A) e C) nonché mettendo all’interno della struttura solo manifesti elettorali e fac-simile di schede elettorali con il nome del Sammartino e, ancora, mostrando fino alla sera prima dell elezioni agli anziani ospiti della struttura Maria Regina un fac-simile della scheda elettorale per ricordare loro chi e come dovevano votare, esercitavano pressioni per costringere gli ospiti della struttura Maria Regina a votare in favore di Luca Sammartino…”

Al Capo C, le stesse persone sono indagate “perchè, con più condotte esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso morale e/o materiale tra loro e con ignoti, nelle qualità di cui al capo A), falsificavano le schede elettorali di Gobbi Maria Assunta e Pezzillo Giuseppe apparentemente votate dagli stessi, ospiti della struttura Maria Regina, presso il seggio elettorale della sezione 2/S ivi costituito”.

A Matteo Mirone sono contestate violazioni del Dpr presidenziale e un’ipotesi di falso “perchè in qualità di presidente del seggio della sezione elettorale n.2 di Sant’Agata Li Battiati alterava i verbali delle operazioni di voto della sezione 2 e della sezione 2/S indicando un numero falso di schede non votate presso il seggio elettorale speciale 2/S, istituito presso la struttura Maria Regina e restituite al seggio della sezione 2; in particolare indicava che le stesse erano 17 e non 16”.

Analoghe contestazioni la Procura rivolge a tre donne, Roberta Abate, Giulia Viscuso e Caterina Santa Maugeri “perchè, con più condotte esecutive del medesimo disegno criminoso, in qualità di presidente e scrutatrici di seggio della sezione elettorale n. 2/S di Sant’Agata Li Battiati formavano falsi registri non indicando e non dando atto che gli elettori venivano accompagnati all’interno della cabina elettorale, ivi approntata, dalla Stella e dalla Cutuli”.

Queste sono solo accuse: la Procura dovrà ora decidere cosa fare. Per tutti, naturalmente, vale la presunzione d’innocenza, a maggior ragione che finora non c’è stato nemmeno un processo vero e proprio.

Ricordiamo, allora, alcuni fatti.

Mister preferenze” (32.000 voti raccolti nel collegio di Catania) Luca Sammartino, 32 anni, astro nascente del Partito Democratico, è indagato -per falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in certificati o in autorizzazioni amministrative e per falsità materiale commesso dal privato- dalla Procura della Repubblica di Catania.

Il caso era scoppiato con la pubblicazione sui social network di un video ripreso da un cittadino recatosi in Municipio per verificare se la propria madre, ricoverata in una casa di cura, avesse votato.

Una circostanza confermata dal personale dell’ufficio elettorale, che, nel filmato, mostrava tutti i documenti al figlio della donna.  Ma l’autore del video sosteneva che la madre -88 anni e a letto da diversi anni- fosse stata fatta votare senza il consenso dei figli.

 Secondo l’uomo, i voti della madre e di altri anziani interdetti sarebbero andati al candidato del Pd Luca Sammartino.

La vicenda era finita anche sugli schermi di “Striscia la notizia”, con l’inviata del Tg satirico Stefania Petyx che aveva intervistato proprio il figlio della donna.

All’epoca dei fatti, Sammartino aveva così replicato: “i miei voti sono frutto di tutti i contatti che ho col territorio e con le associazioni universitarie, il resto è solo invenzione. E a chi esagera dico che sono stanco della macchina del fango, prendo le distanze da tutto questo e querelo”.

La Procura della Repubblica di Catania aveva acquisito il video e una denuncia presentata ai carabinieri di Gravina, aprendo un’inchiesta.

Cosa accade in simili casi?I degenti costretti lontani dalla propria abitazione chiedono di votare tramite i cosiddetti seggi speciali: di norma un presidente e due scrutatori girano per le strutture sanitarie dove viene fatta richiesta e permettono a chi non può spostarsi di esprimere le proprie preferenze. Dopo che, però, ne hanno fatto richiesta. Le schede vengono poi raccolte e fatte confluire in quelle del seggio di appartenenza.

«Come lei hanno fatto votare tutte le altre persone», diceva l’uomo nel video postato nel novembre scorso. Al quale poi veniva mostrata la richiesta firmata dalla madre dell’uomo. «Mia madre ha 88 anni, è allettata, non si muove da tre anni, non capisce più niente, mangia soltanto e l’hanno fatta votare? E chi glielo ha fatto fare? Chi è che ci ha messo la firma? Mia mamma non può farlo, non muove neanche le mani». Quando la dipendente mostrava all’uomo il documento, lui non riconosceva la firma e annunciava di volersi rivolgere alle forze dell’ordine.

In attesa dello sviluppo dell’indagine, che per il momento vede soltanto degli indagati, secondo i principi garantistici che animano il codice di procedura penale e la stessa Costituzione italiana, non ci resta che seguire i passaggi successivi della stessa. Sperando che magari la “stampa d’assalto” e quella della “legalità prima di tutto” trovino il tempo per riferirne: certo quando non si fa il copia-incolla di “oscure fonti” forse è tutto più difficile.

 

 


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