Era una domenica come tante altre quella del 16 dicembre dello scorso anno: Antonino Di Grazia, 71 anni (nella foto), pensionato, invece di stare a casa, era sulla strada diretto a comprare il pesce per portarlo alla Caritas. Per spirito di solidarietà umana, insomma, stava di buon’ora in giro alla sua età. Su un’utilitaria,invece, viaggiava su viale Artale Alagona, Anna Maria Incontro, 78 anni: all’altezza del civico n.2 la sua auto ha investito l’uomo, che stava percorrendo un attraversamento pedonale a chiamata semaforica. Morto per le lesioni conseguenti all’urto.
Da allora sono passati diversi mesi, il dolore della famiglia è stato incolmabile, ma dall’altra parte, dove si era presumibilmente procurata una simile perdita niente. Nessun cenno. Niente su niente.
La macchina dello Stato è andata, invece, avanti: le indagini hanno portato ad una richiesta di rinvio a giudizio che ipotizza il reato di omicidio colposo da parte del Pm della Procura della Repubblica di Catania Fabio Regolo. Il 3 luglio prossimo ci sarà l’udienza preliminare davanti al Gip Luca Lorenzetti.
Al di là del merito della vicenda che dovrà essere vagliata dalla magistratura, resta già un grande amaro in bocca: quello del comportamento, delle piccole o grandi cose che si potrebbero fare. E non si fanno.
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