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Giudiziaria, Catania: qua la zampa? No, qua l’affare. Il caso di “Nova Entra”
Pubblicato il 31 Maggio 2014
Conferenza stampa dopo il dissequestro. E vengono fuori parole che fanno riflettere…
Di iena anarchica
“E’ in parte un complotto e in parte c’è un atteggiamento che io lo definisco talebano da parte di alcuni, che hanno un atteggiamento sin troppo rigido nella gestione degli animali”. Secondo l’avv. Salvatore Cannata, è questo il retroscena della vicenda del sequestro (da pochi giorni annullato) dei canili di Catania e Adrano gestiti dall’associazione “Nova Entra”. Il legale di Mario Bongiorno, responsabile di “Nova Entra” ha parlato chiaro, nel corso di un incontro con i giornalisti, presso un centro giovanile del comune di San Gregorio, alla presenza dello stesso Bongiorno, della dott.ssa Annalisa Previti, dottore di ricerca presso l’Università di Messina e consulente di parte in questa vicenda. Fra il pubblico anche Cataldo Paradiso dell’Enpa, familiari di Bongiorno e rapppresentanti di associazioni animaliste.
Cannata ha parlato subito di “massacro mediatico nei confronti dell’associazione ‘Nova Entra’ e del dott. Bongiorno”, un “massacro che è continuato anche dopo il dissequestro”. Il riferimento è stato ad un servizio andato in onda sul Tg2 “nella giornata successiva all’annullamento, ripetendo sostanzialmente le stesse accuse”.
Il legale ha ripercorso la vicenda giudizairia, partita dalla denuncia di due associazioni animaliste “L’altra zampa” e la “Lega nazionale per la difesa del cane”. Cannata ha sottolineato la posizione di ‘Nova Entra’ nell’albo regionale delle associazioni per la protezione degli animali, al terzo posto. Una posto “che non si prende perchè si arriva prima a presentare la domanda, è una serie di punteggi che si acquistano nel tempo sulla base delle valutazioni che fanno l’assessorato regionale, il Ministero della Salute, l’Asp etc etc. Quindi, noi abbiamo l’associazione ‘Nova Entra’ che è stata oggetto del sequestro al terzo posto e le altre vi invito a cercarle, ma vi dico solo che ‘L’altra zampa’ è al 105esimo posto nell’albo regionale”.
L’avv. Cannata ha continuato, ricordando che “per un mese e mezzo siamo rimasti volutamente silenti. Io ritengo che i procedimenti vanno fatti nei luoghi giusti, all’interno del processo stesso. Non di meno se qualcuno ci avesse contatti -a me e al dott. Bongiorno- avrremmo in questo mese e mezzo, avremmo potuto fornire la nostra versione dei fatti, devo lamentare che nessuno di coloro che hanno pubblicato e commentato la notizia del sequestro si è sentita in dovere di sentire l’altra campana. L’ha fatto credo solo Telecolor.”
Ha prosegito il legale:”questa distorsione della realtà è stata poi l’oggetto della nostra vittoria al Tribunale del Riesame, perché io ritengo in buona fede ci si è fidati di una certa versione dei fatti che è stata data, però non ci si è curati di verificare se quella versione dei fatti fosse corrispondente al vero, se dietro quella versione dei fatti ci potessero essere motivi di astio, di rancore come c’erano nei confronti del dott. Bongiorno e della sua struttura e anche delle altre associazioni che collaboravano all’interno del canile.
Sostanzialmente, quello che mi è stato riferito a livello di interrogatorio difensivo da tutte le associazioni è che le signore dell’associazione ‘L’altra zampa’ non volevano nessun’altra associazione all’interno del canile, questo è avvenuto fino al 15 gennaio del 2014. Fino a quel momento, a quella data ‘L’altra zampa’, ‘La lega nazionale per la difesa del cane’ non avevano nulla da ridere sulla struttura di San Giovanni Galermo e neanche su quella Adrano. Dal 15 gennaio per dei contrasti che non posso dire perchè fanno parte delle nostre indagini difensive e che fanno parte di un’attività successiva a cui il mio studio è stato demandato da parte dall’assocazione ‘Nova Entra’ e del dott. Bongiorno di operare, sostanzialmente una denuncia per calunnia, quindi per quelle situazioni che sono avvenute durante quel periodo è partita la denuncia, tant’è che la denuncia è del 24 gennaio, nove giorni dopo la fuoruscita dai canili, sostanzialmente da parte de ‘L’altra zampa’ e con un tempismo quanto meno sospetto, neanche un mese e mezzo dopo, si recano a Roma presso il Ministero a parlare direttamente con la famosa dottoressa Matassa.”
Caspita, un caso di intrigo, con “potenti” associazioni? Una ricostruzione, un’ipotesi. In attesa del lavoro di ulteriore approfondimento della magistratura.
Comunque, da parte di Cannata si è fatto riferimento, con una critica ficcante, ad alcune delle cose scritte in verbale dalla dottoressa Matassa, in riferimento alla possibilità di deambulare degli animali e all’ “area di sgambamento del canile di San Giovanni Galermo” e in particolare “perché era un’area in terra battuta che presentava molte zolle smosse e addirittura delle buche”.
Ha proseguito Cannata: “qui abbiamo la dottoressa Previti, veterinaria dell’Università di Messina che abbiamo chiamato come consulente di parte per fare quello che la dottoressa Matassa e la sua roboisticamente chiamata task force non avevano fatto“. Il legale ha fatto riferimento poi alla questione riferita in verbale di “alcuni soggetti malati”; in merito a questo Cannata ha detto: “abbiamo raccolto delle sommarie informazioni…alcuni dei soggetti che abbiamo sentito a sommarie informazioni che erano presenti, lavoratori dei due canili, ci hanno raccontato che nel momento in cui veniva indicato un cane che era affetto da una patologia particolare o la magrezza del cane, allora li si invitava da parte dott. Bongiorno a verificare la cartella clinica che in quel momento non era in sede, perché si stava per fare -e l’aveva il veterinario il dott. Sanfilippo- la digitalizzazione dei dati dal cartaceo al formato informatico. Ma erano nell’immediatezza disponibili, cioè non è che bisognava andare chissà dove.
La dottoressa Matassa si è rifiutata di andare a controlare cartelle cliniche. Se tu mi dici e mi indichi un cane che non si può muovere, allora ti chiedi quando è entrato quel cane all’interno del canile? Ti sei chiesta qual è la patologia di quel cane? Ti sei chiesto se per quel cane per caso non cammina perchè è stato investito ed è stato traumatizzato, da poco operato? No. La Matassa non se l’è chiesto. Sul verbale mancava il riscontro probatorio rispetto alle accuse che lanci, tu non puoi prendere tre o quattro casi per indicare uno stato di malessere generale”. Analogamente, sui presunti casi di lesmianosi, il legale di Mario Bongiorno ha riferito che l’Università Messina, con suo report, ha indicato che “su 45 cani uno solo ne era affetto e non è detto che l’abbia preso nel canile”.
Di qui, l’annuncio di un’azione di risarcimento contro il Ministero della Salute per il fermo a cui è stato sottoposto il canile. Risarcimento –ha aggiunto Cannata- anche per i danni morali e quelli economici sofferti dal dott. Bongiorno, che è anche un libero professionista, che ha visto una riduzione del suo lavoro all’interno del proprio studio veterinario.
“In queso mese e mezzo –ha detto l’avvocato- i canili sono stati descritti come dei campi di concentramento, dei lager e lui non era più il dott. Bongiorno era il nuovo dottore Mengele (il famigerato medico nazista,ndr) che faceva esperimenti sui cani. E’ un caso della macchina della giustizia italiana, qui abbiamo un esempio di questo, la costruzione di un caso, la costruzione di un mostro viene fatto sulla base di elementi non documentati e non certificati”.
“Esprimo la mia amarezza, ho lavorato per dare aiuto ai cani che venivano recuperati dalla strada” ha esordito il dottore Bongiorno, ricordando che “nei primi tre mesi del 2014 abbiamo dato famiglia a 120 cani, che si sono sommati ai 185 del 2013, è un record secondo me che non esiste in nessun canile non solo della Sicilia ma forse di tutta Italia. Per fare adottare i cani bisogna fare i pre e il post affido, che in parole povere significa che quando il cucciolo sta male il veterinario, in questo caso il sottoscritto, lo cura gratuitamente anche per un mese perché altrimenti la famiglia si scoraggia”. Bongiorno ha ricordato anche la storia del canile di San Giovanni Galermo (nel 1978 il primo rifugio per cani) e affermando: “dal 1978 al ‘97 è stato il canile gratuito del comune di Catania, che non ha mai avuto una struttura, non si è mai preoccupato di costruire una propria struttura con i propri soldi, non ha mai versato un centesimo per quasi vent’anni”. Poi la legge ha imposto le convenzioni.
“Il famoso milione di euro -ha detto Bongiorno- di cui si vagheggia su internet è legato alla base d’asta della gara d’appalto che è stata fatta nel febbraio del 2013. Sono 853 mila euro circa nel biennio 2013-2014, non l’anno. Questi soldi ancora il comune alla data odierna ha pagato luglio-agosto 2013”.
Ma quanto costano complessivamente le due strutture? “532.000 euro l’anno” –hanno detto i diretti interessati.
Bongiorno ha poi ricordato i ritardi e contenziosi aperti, in più casi, per il mancato versamento del dovuto dei comuni: insomma, la pubblica amministrazione non paga. Non a caso, Bongiorno ha ricordato di quando per cinque anni, ai tempi dell’amministrazione Scapagnini, non fu dato un euro, tanto che dovette ricorrere all’accensione di un mutuo trentennale per mandare avanti l’attività: il pagamento avvenne quattro anni dopo con una riduzione del 40% dell’importo concordato.
Ma è l’avv. Cannata, rispondendo ai cronisti che chiedevano di questi contrasti fra associazioni,a fornire il retroscena della vicenda: “l’interesse lo dico io è quello di subentrare alla ‘Nuova Entra’ nella gestione canili, tant’è che queste associazioni, il giorno in cui è stato fatto il sequestro, erano insieme ai Nas e alla dottoressa Matassa presso la sede dell’Asp dove venne notificato il sequestro…è assurdo che sia dato la gestione dei canili alle associazioni denuncianti, e se poi si scoprirà che quello che hanno fatto loro era una calunnia, ma è ammissibile questo qui? Il sospetto è questo e l’ho scritto ed era uno dei maggiori sospetti, perché quel giorno quelle associazioni erano lì durante il sequestro? Perché la dottoressa Matassa voleva dare quella sera stessa la gestione dei due canili alle due associazioni; furono i Nas a bloccare la dottoressa Matassa e forse dopo anche la Procura, anche se dopo la Procura li diede…”
Le indagini in corso –a sentire il legale di Bongiorno- sono due, una per maltrattamento di animali e un’altra che “parte –ha detto Cannata- da una cnr (comunicazione notizia di reato, ndr) della dottoressa Muliere (della polizia di Stato, ndr) di cui non conosciamo gli atti”.
“Ma perché –si è chiesto Cannata- queste associazioni fino a dicembre pubblicizzavano i canili Nuova Entra come i migliori del mondo?… Loro in querela in verità scrivono che hanno lavorato per anni, per mesi dentro il canile per raccogliere prove contro il dott. Bongiorno. Effettivamente, agli atti vi sono dei filmati e delle foto che poi abbiamo trovato anche su internet che poi sostanzialmente è un povero cane, con il mantello marrone, magrissimo, queste cane nelle foto, nei video che fanno apparire loro c’era sempre”.
Eppure, la dottoressa Previti ha riferito che su un totale di mille cani ha trovato 36 cani malati. “E poi -ha affermato l’avv. Cannata- noi abbiamo chiarito di cosa erano malati e da quanto erano malati. Loro scrivono che i cani erano al buio, senza prendere aria, etc etc ma nella relazione dei Nas questa cosa non la trovi”.
Bongiorno ha, comunque, ammesso “carenze strutturali” dei canali -dovute al sovraffollamento è la tesi degli interessati- ma “io avevo comunicato al comune il problema dovuto a sovraffollamento, ho scritto diverse lettere in cui chiedevo cortesemente di non mandare più cani per il sovraffollamento, mi hanno denunciato a maggio 2013 perché io avevo cercato di bloccare i recuperi per interruzione di pubblico servizio”. Cannata ha comunque affermato che “il rispetto della normativa c’è stato”.
“Faremo dei normali lavori di manutenzione, ma è tutto a norma. Le acque reflue in realtà sono regolari, gli operai non lavorano in nero come è stato detto e soprattutto i cani non vengono tenuti al buio o sepolti sotto terra” -ha detto Bongiorno. “Le ossa che hanno trovato a San Giovanni Galermo sono dei cani di mia madre, io ho speso oltre duemila euro per lo smaltimento delle carcasse”. E’ amareggiato, quindi, il responsabile di “Nova Entra” tanto che annuncia che “per me il contratto con il comune di Catania può essere rescisso quando vogliono e si possono portare i cani quando vogliono. Io dichiaro pubblicamente che per quanto riguarda il comune di Catania io non parteciperò a nessuna gara indetta dal comune per il rinnovo della convenzione, comunque fino all’utimo giorno garantirò il massimo”.
Parte dei cani ospitati presso i canili ‘Nova Entra’ sono in fase di trasferimento al canile Ariosto (Acireale) e alla Porzuncola (quartiere Pigno di Catania).
“L’amministrazione deve contribuire a svuotare il canile, trasferendo almeno un centinaio di animali, noi chiediamo questo. La responsabilità è del dottore Rosario Puglisi” -ha sostenuto l’avvocato Cannata che ha aggiunto: “in questi giorni, le associazioni hanno scritto persino a Papa Francesco. Ci aspettiamo anche una scomunica. A breve depositerò una memoria per dimostrare se tutto ciò che è stato denunciato corrisponde al vero oppure no”.
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