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Giudiziaria, Catania: “questo processo non s’ha da fare…?”
Pubblicato il 03 Ottobre 2016
Tutti a processo, ma non si trova il fascicolo relativo all’imputazione coatta a carico dell’Avv. Antonio Fiumefreddo.
di Massimo Scuderi
Quante volte gli avvocati si scontrano con il problema di fascicoli che non si trovano più: dispersi in cancelleria? ritirati e non restituiti?
Fatto sta che, in un processo che da più di duemila anni è rimasto ancorato al concetto materiale della carta, se mancano i documenti non è possibile provare i diritti; ed è quindi verosimile perdere anche la partita.
Il dibattimento – ne diamo notizia solo oggi, giusto per un nostro ulteriore accertamento -avrebbe dovuto svolgersi lo scorso 29 settembre c.a nell’aula prima del palazzo di giustizia di Catania, davanti al giudice monocratico che all’inizio dell’udienza, in un’aula colma di avvocati e cittadini, ha reso noto, di essere costretta a rinviare il processo penale – imputazione coatta disposta dal gip Paola Cosentino – che avrebbe dovuto celebrarsi contro l’avv. Antonio Fiumefreddo – e amministratore unico di Riscossione Sicilia – per l’ipotesi di reato di truffa e infedele patrocinio – a danno dell’appuntato dei Carabinieri Salvatore Favara (suo ex cliente). Tra l’altro, tempo addietro, questi fatti furono riportati anche da alcuni media nazionali.
La nuova udienza a carico dell’avv. Antonio Fiumefreddo, a tutt’oggi non è stata fissata, e si spera ardentemente che si possa far luce su questa imbarazzante vicenda.
“E’ un fatto gravissimo – hanno commentato l’appuntato dei Carabinieri Salvatore Favara e la propria moglie Concetta Malerba (nella foto), e forse tutti i presenti in aula – che in un palazzo di giustizia non si trovi il fascicolo, giusto appunto alla prima udienza e contro un personaggio più che pubblico – seguita la moglie del carabiniere – e ci auguriamo che la documentazione necessaria per svolgere il processo venga reperita il prima possibile”.
“Mi aspettavo che il processo, finalmente si potesse celebrare – prosegue la moglie del carabiniere – per amore della giustizia e per il patimento che abbiamo sofferto…”
Per dovere di cronaca, per questa specifica vicenda processuale, il carabiniere Favara, dal 2012 ai tempi d’oggi – dopo aver presentato querela contro il noto penalista Antonio Fiumefreddo – tra le diverse avocazioni, le diverse richieste di archiviazione e di opposizione all’archiviazione, sono già trascorsi circa quattro anni. Poi, finalmente, l’arrivo dell’imputazione coatta, che più avanti, per la inaspettata sorpresa (quel fascicolo non si sa dove fosse, ma indiscutibilmente, non in quel preciso luogo dove doveva stare), lascia l’amaro in bocca alla famiglia Favara, che si vede ancora dilatarsi il corso della giustizia a cui loro pienamente credono.
Si arriverà per caso alla prescrizione si chiedono i Favara? E ci si augura che non arrivi alla prescrizione, poiché i Favara si auspicano una sentenza di assoluzione o di condanna affinché sia fatta giustizia.
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