Giudiziaria: centro intrattenimenti Puglisi Cosentino, sentito come teste l’ex Ministro Bianchi

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L’ing. è stato autore del Prg di San Gregorio. Tornerà a gennaio per completare la sua deposizione.di iena giudiziaria Marco Benanti

Che ci fa un ex ministro in Tribunale? Può capitare, nelle vesti –precisiamo subito- di teste. E’ successo qualche giorno fa all’ing. Alessandro Bianchi (nella foto), già Ministro dei Trasporti nel secondo governo Prodi per il Pdci. L’ing. Bianchi è stato chiamato a deporre come testimone al processo sul centro di intrattenimenti della “Sofocle” di Puglisi Cosentino, in quel di San Gregorio di Catania.

Il dibattimento, che si svolge davanti ai giudici della terza sezione penale del Tribunale di Catania (Presidente Rosalba Recupido, a latere Bacianini e Cascino), vede alla sbarra quattro imputati, indagati –a vario titolo- in un’inchiesta per abuso d’ufficio, falso e lottizzazione abusiva. Si tratta del dirigente del servizio II viabilità della Provincia Regionale di Catania, Francesco Impellizzeri (ma solo per abuso), di Salvatore Puglisi Cosentino, imprenditore, figlio del noto imprenditore Salvatore, amministratore della “Sofocle srl”, del progettista della “Sofocle” l’ing. Santo Catalano e di Salvatore Buscemi, responsabile del servizio “edilizia privata” del Comune di San Gregorio.Bene l’ex Ministro, che è autore del Prg di San Gregorio e che tornerà il 10 gennaio per completare la sua deposizione, è stato sentito dal Pm Alessandra Chiavegatti su questioni molto tecniche e ha riferito, fra l’altro, che si è calcolata l’area edificabile del centro, mettendo insieme anche –a suo giudizio in modo illegittimo- l’area dei parcheggi e quella della viabilità interna all’opera.Il cantiere per realizzare sale cinematografiche e strutture per il tempo libero si trova in territorio di San Gregorio, a pochi chilometri da Catania, in un’area a forte impatto viario, in quanto è lo snodo che ogni giorno migliaia di “pendolari” percorrono per entrare e uscire dalla città. Non a caso, a lungo quel tratto viario ha costituito un caso, appunto quello della c.d. “collina del disonore” per i mega-ingorghi e l’aria irrespirabile, con tassi di inquinamento elevati, che ne derivavano, prima della costruzione de parte della Provincia di una bretella denominata “Paesi Etnei” che ha posto un primo rimedio alla situazione.A contestare l’iter dell’opera non sono stati soltanto imprenditori, magari interessati per questioni di legittima concorrenza commerciale, ma anche semplici cittadini, abitanti nella zona, preoccupati per l’impatto viario e ambientale del centro sull’area. Sul centro grava ancora un sequestro preventivo.Se ne riparlerà il 10 gennaio, con il ritorno dell’ex Ministro a Palazzo di giustizia di Catania che risponderà alla domande degli avvocati degli imputati e delle parti civili.

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Redazione Iene Siciliane

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