Giudiziaria, clamoroso! L’avv. Giuseppe Arnone scrive a Csm, Cassazione e C.Appello Palermo: “ulteriori illeciti disciplinari a carico di Ignazio Fonzo…”


Pubblicato il 12 Agosto 2016

ecco il testo della lettera:

“Al vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura

Al Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione

Al Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Palermo

Agli organi di informazione

OGGETTO: ulteriori illeciti disciplinari a carico di Ignazio Fonzo: spudorate menzogne rese innanzi Commissione Parlamentare e testualmente pubblicate sul quotidiano “Giornale di Sicilia” del 6/08/2016.

Lo scrivente ha già segnalato agli organi in indirizzo le costanti attività in violazione di norme di legge, di principi e regole deontologiche, di articoli del codice penale da parte del Procuratore Aggiunto di Agrigento Ignazio Fonzo.

La vicenda che qui si segnala è relativa ad una serie di gravissime menzogne, con danni enormi per l’economia turistica agrigentina, profferite dal dottor Ignazio Fonzo e riportate nell’allegato articolo del quotidiano “Giornale di Sicilia” del 6 agosto 2016.

Qui si segnala una scandalosa attività di propalazione di notizie false e di bugie da parte del Fonzo, con la finalità “di farsi bello”, di autoincensarsi, di attribuirsi meriti totalmente inesistenti. Di seguito si indicheranno le menzogne, gravissime e deleterie, si ribadisce, per l’immagine del turismo di Agrigento.

L’articolo, il principale della cronaca di Agrigento di quel giorno, dava la notizia di una indagine della Procura di Agrigento in fase di articolo 415 bis cpp.

Per inciso tale indagine risulta essere per alcuni profili assolutamente sconcertante, in quanto si fonda su una consulenza tecnica già consegnata alla Procura nell’anno 2012, e fa seguito ad un provvedimento di sequestro del litorale di San Leone dell’anno 2013.

Per cui già si rileva un ingiustificabile ritardo di almeno 3 anni pieni, durante i quali il procedimento è rimasto inerte, a maturare la prescrizione.

Si ribadisce il concetto: la consulenza tecnica, di tale professor Sciacca, viene commissionata nel 2011, consegnata in Procura alla fine dell’estate del 2012, e nel 2013 viene chiesto – e rigettato – il sequestro del litorale agrigentino.

Per condire la notizia dell’indagine – e nascondere i profili disciplinari degli sconcertanti ritardi che hanno provocato la certa prescrizione delle ipotesi di reato a carico del sindaco di Agrigento che ha gestito illegalmente gli impianti di depurazione sino al 2008 –  l’articolo viene arricchito con le seguenti dichiarazioni virgolettate dal Fonzo, il cui contenuto è radicalmente e documentalmente contrario al vero.

Si leggono nell’articolo le seguenti dichiarazioni del Fonzo “nell’estate del 2013 abbiamo sequestrato e abbiamo dovuto bloccare, imponendo all’amministrazione che non voleva farlo, la zona con divieto di balneazione,  perché avevamo disposto una consulenza tecnica che ci aveva dimostrato, in maniera inequivoca, in che modo l’inquinamento del mare di Agrigento e della zona fosse evidente.”

Già queste prime affermazioni sono radicalmente contrarie al vero: la Procura sulla base della consulenza tecnica aveva chiesto il sequestro del litorale di San Leone, e tale sequestro era assolutamente immotivato ed ingiustificato, per cui il GIP rigettò la richiesta. E tale rigetto fu motivato  dall’accertamento della inesistenza dell’inquinamento falsamente addotto dalla Procura. Non solo ma la menzogna riguarda anche l’affermazione secondo cui “ una consulenza tecnica ci aveva dimostrato, in maniera inequivoca,  in che in che modo l’inquinamento del mare di Agrigento e della zona fosse evidente.” Tale consulenza tecnica ha dimostrato esattamente il contrario – come affermato dal GIP – cioè che il mare di San Leone era perfettamente balneabile, e i punti problematici era siti a circa 3 km dalla costa, in mare aperto, ove sversavano i pennelli a mare, ovvero le condutture sottomarine utilizzate dal Comune di Agrigento, conformemente al Piano di Attuazione della Rete Fognante per smaltire i reflui fognari.

Non contento di codesta colossale menzogna, il Fonzo aggiungeva le seguenti falsità ancora più gravi: “Lo sversamento avveniva nel modo seguente, per farla breve: l’azienda che ha la gestione aveva messo delle grate dove si dovevano bloccare i rifiuti e i cosiddetti pennelli a mare, che, però, non hanno mai funzionato. Era previsto lo sversamento a 200 metri dalla riva. Poiché questi pennelli a mare non hanno mia funzionato e non funzioneranno mai, i 200 metri non esistevano e il mare riportava indietro i rifiuti era assolutamente inquinato”.

Non esisteva alcun sversamento alla distanza di 200 metri dalla riva, né tantomeno il mare riportava indietro i rifiuti, e risulta essere un’altra enorme menzogna quella secondo cui il medesimo mare era pertanto “assolutamente inquinato”.

La realtà documentale è assolutamente diversa ed opposta. Proprio su iniziativa dello scrivente, all’epoca amministratore comunale, l’impresa che dal 2008 gestisce le fogne agrigentine, ha provveduto a sostituire radicalmente i fatiscenti pennelli a mare, che appunto, per via di frequentissime rotture, scaricavano anche nelle zone balneabili, con una nuova conduttura, nuova di zecca, che, coerentemente al PARF, scaricava a circa 3 km dalla riva.

Risultano quindi menzogne da fare impallidire lo stesso Pinocchio quelle secondo cui la consulenza tecnica avrebbe accertato sversamenti a 200 metri, ritorni indietro dei reflui, mare assolutamente inquinato.

Le affermazioni di Fonzo hanno lo stesso grado di veridicità dell’affermazione secondo la quale il primo obiettivo di Isis e califfati islamici vari è quello della tutela dei beni culturali e delle antichità!

Alla luce di quanto esposto, si pone il seguente interrogativo: può un bugiardo matricolato, un uomo dedito alla pubblica menzogna, come il dott. Fonzo, continuare a prestare servizio come magistrato?

Al momento qui ci si ferma, aggiungendo semplicemente un argomento connesso, che verrà sviluppato di seguito: nel 2009 il Fonzo fu protagonista mediatico di una campagna avente per oggetto il sequestro e lo svuotamento dell’intero ospedale di Agrigento, ritenuto dal Fonzo talmente grave e clamoroso da dover provocare lo sgombero di tutti i malati – 1000 degenti – e la sua chiusura per via del pericolo connesso alla sua irregolare costruzione.

Anche in quel caso si fu in presenza di evidenti enfatizzazioni e falsità, tutte meritevoli di approfondimento, anche perché poste in connessione con interessi politici di notevole rilievo “pubblicitario”: in quel caso l’enfatizzazione del paventato sgombero, agitato per settimane, fu poi utile per presentare un politico locale, ministro in carica, come il risolutore del problema dello sgombero, dolosamente enfatizzato.

Tanto si rassegna, allegando l’articolo di stampa.

Agrigento 12/08/2016                                                                                                            

Avv. Giuseppe Arnone.”


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