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Giudiziaria, compendio patrimoniale del boss Salvatore Catania: la Cassazione annulla confisca
Pubblicato il 06 Luglio 2020
Con sentenza del 2 luglio scorso la suprema Corte di Cassazione, sezione seconda penale, ha annullato il decreto di confisca del compendio patrimoniale sequestrato a Salvatore Catania, ritenuto da precedenti sentenze passate in giudicato reggente della famiglia Santapaola – Ercolano di Bronte.
La vicenda trae origine dal lontano 2014, allorchè il Tribunale di Catania – sezione misure di prevenzione, disponeva la confisca di gran parte del patrimonio sequestrato al Salvatore Catania ed ai terzi interessati, ritenendolo di illecita provenienza e disponendo la restituzione di altri beni, ivi compresa una azienda agricola intestata alla moglie.
Nel 2016 la Corte di Appello, accogliendo il ricorso proposto dai legali del Catania, dichiarava la nullità del decreto di prime cure, disponendo nuovo giudizio, che si concludeva nel giugno 2018 con la conferma della confisca di tre fabbricati intestati ai terzi interessati e di tre terreni agricoli. Provvedimento che veniva confermato anche dalla Corte di Appello di Catania, sezione seconda penale, nell’ottobre 2019.
Il colpo di scena nella vicenda arriva dalla pronuncia della Suprema Corte del 2 luglio scorso che, chiamatasi a pronunciare sul ricorso proposto dai legali del Catania, avvocati Mario Luciano Brancato e Giuseppe Grasso che hanno seguito la vicenda sin dagli albori, ha annullato in toto il decreto emesso dalla Corte di Appello, accogliendo specifiche censure in diritto proposte dagli avvocati e disponendo nuovo giudizio di merito dinanzi la Corte di Appello di Catania.
Grande soddisfazione da parte dei legali di Salvatore Catania, nonchè di tutti i terzi interessati, che sono sempre stati fiduciosi sul buon esito del giudizio di legittimità e sulla possibilità di poter ribaltare una pronuncia errata in punto di diritto, così da poter restituire linfa vitale ai legittimi proprietari dei beni e nuova speranza per un più attento giudizio di merito che tenga conto dell’enorme mole documentale offerta dalla difesa.
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