Diamo notizia di un procedimento per una vicenda di cui -per altro aspetto- c’eravamo già occupati…
di iena giudiziaria marco benanti
Il Gip del Tribunale di Catania Rosa Alba Recupido ha archiviato il procedimento penale scaturito dalla denuncia presentata dal prof. Marco Antonio Russo, docente a contratto di biochimica vegetale presso la facoltà di agraria dell’Università di Catania, con la quale aveva lamentato una serie di presunte irregolarità nell’espletamento del concorso pubblico per ricercatore (presso la medesima facoltà), bandito il 29.12.09 in relazione al settore AGR/13 chimica agraria, cui peraltro il professore aveva preso parte quale candidato.
Dalla denuncia era nato un procedimento penale,con l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio, contro il prof. Valerio Abbate e la figlia, la dottoressa Maria Cristina, vincitrice del concorso.
Il Pm aveva chiesto l’archiviazione.
E’ scritto nell’ordinanza del Gip, che porta la data del 10 giugno scorso, che “…con richiesta pervenuta l’ 8.10.12 il P.M. evidenziava come quand’anche fosse stato possibile dimostrare violazioni di legge od irregolarità (art.323 c.p.), l’esposto non offriva alcun elemento in grado di aprire spunti investigativi a supporto della sussistenza dell’elemento psicologico del reato contestato…”
E’ arrivata l’opposizione all’archiviazione, ma il Gip ha archiviato. Insomma, concorso regolare. Caduta definitivamente l’accusa verso i due docenti.
E’ scritto, fra l’altro, nell’ordinanza di archiviazione che “…il Tar, adito dall’odierno ricorrente, con sentenza depositata il 5.4.2012, ha proceduto al dettagliato vaglio delle congiunture rappresentate dal Russo (e praticamente sovrapponibili quasi per intero alla denuncia penale, come sintetizzata nella parte introduttiva del presente provvedimento), escludendo violazioni della ‘lex specialis’ di gara e delle norme primarie alla base della formulazione del bando…”
In conclusione, il Gip scrive che “…al termine del superiore excursus appare evidente l’impossibilità formale di individuare l’aspetto materiale del reato originariamente ipotizzato dall’Accusa (nonché di quello profilato dall’opponente)…”
Ricordiamo ai lettori che su questa vicenda c’era stato altro procedimento penale (vedi link)
“Non luogo a procedere perché “il fatto non sussiste”: con questa la sentenza il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania Flavia Panzano ha scagionato il giornalista Massimo Scuderi (fra l’altro, nostro valido collaboratore) e la professoressa Adalgisa Belligno. Querelati dal prof. Valerio Abbate e dalla dott.ssa Cristina Maria Abbate, padre e figlia e assistiti dall’avv. Carmelo Peluso…”
http://www.ienesiciliane.it/articolo.php?aid=3858
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