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Giudiziaria, “Iblis” e Raffaele Lombardo, fuga di notizie: saranno chiamati i giornalisti a rilevare la fonte delle loro notizie?
Pubblicato il 13 Dicembre 2013
Udienza a Palazzo di “giustizia” per una vicenda emblematica… (nella foto, Lombardo, il prof. Ziccone e l’avv. Motisi)di iena giudiziaria Marco Benanti
I giornalisti vengano in qualità di testimoni a dire chi è stata la loro fonte: questa, in sostanza, la richiesta avanzata stamane, davanti al gup del Tribunale di Catania Rosalba Recupido, dai legali di Giovanni Cristaudo e Raffaele Lombardo, rispettivamente Alessandro Attanasio e Massimo Motisi. Il procedimento finito a Catania arriva da Messinahttp://www.magma7.it/2012/12/il-pm-ignazio-fonzo-indagato-a-messina-si-chiede-larchiviazione/
dove il Gup Daniela Urbani, in sede di opposizione all’archiviazione richiesta dalla Procura, si è dichiarato incompetente per territorio.A Catania il Pm Alessia Minnicò ha chiesto, a sua volta, l’archiviazione e le parti offese Lombardo e Cristaudo si sono ancora una volta opposte.Di cosa si tratta? Delle “rivelazioni” sull’ex presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, coinvolto nell’operazione «Iblis», apparse sui quotidiani “Repubblica” e “Corriere della Sera”, che secondo l’ipotesi d’Accusa, sarebbero state “pilotate” da un magistrato in concorso con un pubblico ufficiale della Procura della Repubblica di Catania, la cui posizione, tuttavia, andrebbe archiviata perché, nonostante le indagini, “gli elementi acquisiti non sono idonei a sostenere l’accusa in giudizio”. Questo è quanto ha prospettato il sostituto procuratore di Messina, Stefano Ammendola, che ha chiesto al Gip l’archiviazione del procedimento nei confronti di Ignazio Fonzo, 52 anni, ex pm della Dda a Catania, in questo momento procuratore aggiunto ad Agrigento. Nei confronti di Ignazio Fonzo è stato ipotizzato il reato di violazione del segreto d’ufficio, perché “in concorso con un pubblico ufficiale allo stato non identificato e con i giornalisti Viviano Francesco, Ziniti Alessandra e Sciacca Alfio, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, commesse anche in tempi diversi, determinava o comunque rafforzava la volontà del predetto pubblico ufficiale di violare il segreto d’ufficio al quale quest’ultimo era tenuto in ragione delle sue funzioni, facendosi rivelare notizie” sul procedimento “Iblis”. Poi, come abbiamo detto, il procedimento è arrivato a Catania.I legali delle parti offese hanno proposto la richiesta riguardante i giornalisti, in quanto gli stessi, in altro procedimento per gli stessi fatti, sono stati già prosciolti dall’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio, pagando un’oblazione per la diversa ipotesi di “pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale”. Non essendo, quindi, indagati, dovrebbero –secondo i legali di Lombardo e Cristaudo- divenire testi, rivelando la fonte delle loro notizie al giudice.Stamane, nel procedimento si sono presentate, con il loro difensore avv. Giuseppe Arnone, come parte offese anche Graziella Ancona e Giosuè Arnone. Ma il Gup ha respinto la loro richiesta. L’avv Arnone aveva presentato, insieme a due memorie e un comunicato stampa che noi di “ienesicule” pubblicheremo a seguire, opposizione alla richiesta di archiviazione con declaratoria di incompetenza territoriale, ribadendo “…che le fughe di notizie in questione, di cui alle odierne ipotesi di reato, sono state perpretate con l’evidente e primaria finalità di alterare la dialettica democratica all’Assemblea Regionale Siciliana colpendo in tal modo i diritti politici dei cittadini siciliani…”.La difesa di Fonzo, con l’avv. Vittorio Lo Presti, a fine udienza, ha dichiarato: “le ulteriori indagini non porterebbero a nulla, fra le altre le cose il dott. Fonzo, sentito dal pubblico ministero di Messina ha giustificato tutte le telefonate, naturalmente come è possibile ricordare queste telefonate e quindi credo a nulla porterebbe continuare in questo processo”.Si attende adesso il responso del Gup: sui tempi del provvedimento non c’è certezza.
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