di iena giudiziaria
“…In ordine al delitto p.p dagli articoli 110 e 416 bis co. 1, 2, 4 e 6 c.p. per avere concorso, pur senza esserne formalmente affiliato, nell’associazione di tipo mafioso Cosa Nostra, organizzazione criminale operante in Catania e, in sinergia con altre famiglie, nel territorio siciliano, apportando alla stessa un concreto contributo causale ai fini della conservazione, del rafforzamento –anche sotto il profilo economico-finanziario e, più in generale, del potere di infiltrazione nel tessuto sociale- e comunque, della realizzazione del programma crimonoso dell’associazione mafiosa per quanto attiene, tra l’altro, al controllo del territorio, ai rapporti con le varie famiglie di Cosa Nostra delle altre province, ai rapporti con le Istituzioni Politiche ed Amministrative, all’acquisizione diretta ed indiretta della gestione o comunque del controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici ed al conseguimento di profitti e vantaggi ingiusti.
In particolare, in tempi diversi e in più occasioni:
metteva a disposizione dell’organizzazione criminale la propria attività economica, finanziaria ed imprenditoriale, avente ad oggetto –tra l’altro- l’editoria, l’emittenza televisiva, la proprietà fondiaria e l’attività edilizia (centri commerciali, centri turistici, aeroporti, posteggi ed altre lottizzazioni);
promuoveva affari di interesse dell’associazione mafiosa, anche mediando con soggetti Politici e della Pubblica Amministrazione,
costituiva società a cui faceva partecipare persone legate all’organizzazione criminale;
partecipava alla distribuzione di lavori controllati direttamente o indirettamente dall’organizzazione mafiosa;
affidava i lavori per la realizzazione di progetti o affari da lui promossi ad imprese mafiose o ad imprese a disposizione della medesima associazione mafiosa.
Con le aggravanti di avere concorso in un’associazione armata e che assumeva e manteneva il controllo di attività economiche, finanziandole –in tutto o in parte- con il prezzo, prodotto e profitto dei delitti commessi.
In Catania e in altra parti del territorio siciliano, in permanenza…”.
Questa è l’imputazione contro l’editore-direttore, già Presidente della Fieg, Mario Ciancio Sanfilippo. Stamane, alle ore 11, è prevista l’udienza davanti al Gup del Tribunale di Catania Gaetana Bernabò DiStefano: a firmare la richiesta di rinvio a giudizio il Procuratore della Repubblica Giovanni Salvi, l’aggiunto Carmelo Zuccaro, il sostituto Antonino Fanara. La difesa dell’imputato Ciancio è dell’avv. Carmelo Peluso.
Catanese stai tranquillo: il “vecchio” (dei canali informativi) al servizio del “Sistema Catania” ha già l’ “erede” pronto.
Continua nel tuo “sonno” e nella volontà di abitare –senza mai osare, mai, nemmeno per idea- una città senza speranza.
Al prossimo “Ciancio” (arriverà, stanne sicuro) tu, con i tuoi politici, i tuoi “imprenditori”, il tuo “popolo di società civile”, i tuoi “giornalisti seri”, tu sarai, come sempre, lì, pronto a cogliere l’occasione…per farti i fatti tuoi, mentre sotto i tuoi occhi ogni misfatto si consuma, così, allegramente. Di questo sei un vero professionista, ti resta solo da attendere.
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