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Giudiziaria, Palermo: “Turbo”Arnone contro la “fogna agrigentina”
Pubblicato il 31 Luglio 2015
Nota Stampa dal noto legale:
“E’ tempo di aprire la grande fogna che oggi ruota attorno al corrotto Sindaco Firetto, al Rigassificatore, agli interessi di mafia, certi ed acclarati.
Ho ricevuto una significativa intimidazione che ritengo provenire dagli ambienti criminali e mafiosi che vedono con enorme favore la presenza di Firetto al Comune di Agrigento.
Per questo dalle ore 11.00 di questa mattina, stazionerò, assieme alla Digos di Palermo debitamente avvisata, con i due striscioni di cui immediatamente riporto il contenuto:
La magistratura solo adesso, dopo ventidue anni dalla sua elezione a Sindaco e dopo quindici anni dalle sua dimissioni, sta chiedendo la condanna ad otto anni di galera dell’ex Sindaco e Senatore Sodano per aver consegnato il Comune di Agrigento alla mafia. Agli atti del processo Sodano la magistratura ha ricostruito ampiamente gli enormi rischi di essere ucciso che ho corso per essermi battuto in questo quarto di secolo contro gli appalti e gli affari di mafia sponsorizzati dalla politica.
Credo di non esagerare se affermo di essere il politico vivente del cui omicidio parlano in modo diffuso e dettagliato ben tre pentiti di mafia, e che ha ricevuto pure esplicite, macabre, cruente intimidazioni.
Ho scritto ieri sera al Presidente Mattarella per illustrare la mia iniziativa di oggi e chiedere allo Stato piena tutela: purtroppo il signor Calogero Firetto, di cui sono notissime le frequentazioni con i capi mafia, i favori scambiati con i mafiosi, gli imbrogli e le corruzioni che avrebbero dovuto portarlo in galera da tempo è oggi l’uomo del Ministro dell’Interno Alfano nella città di Alfano. Può Alfano sciogliere quest’Amministrazione Firetto per mafia dopo averlo eletto? Ma l’Italia deve sapere qual è oggi il contesto delinquenziale che ruota attorno al Sindaco di Agrigento, città storicamente – come prova il processo a Sodano – centrale per gli interessi mafiosi.
Allego la lettera da me inviata ieri al Presidente della Repubblica, che spiega tutto ciò che c’è da comprendere.
Specifico che le intercettazioni tra i mafiosi che parlano dell’ottimo rapporto con Firetto sono pubbliche e a disposizioni di tutte.
Aggiungo che proprio l’altro ieri il Presidente del Consiglio Comunale di Porto Empedocle – città amministrata da Firetto sino a maggio- ha elencato tutti gli illeciti di Firetto per cui il medesimo dovrebbe essere da tempo in galera.
Mentre la corruzione di Firetto è documentale: Rilasciava autorizzazioni all’Enel per il rigassificatore e l’Enel riempiva di quattrini incarichi e parcelle la moglie neo avvocato, la più inesperta dei legali agrigentini, che con il suo fascino professionale diveniva per Agrigento monopolista di centinaia di cause Enel. Su tutto ciò sino ad oggi si è scherzato.
Come si è scherzato in Procura ad Agrigento sullo scandalo da associazione per delinquere del Palazzo fortemente autorizzato e voluto da Firetto in area di frana, di fronte all’Hotel Carlo V. Da quattro anni la galera attende Firetto per la storia di questo palazzo ed i fascicoli dormono in Procura ad Agrigento.
Ho concluso. La presente Nota Stampa si arricchisce con la lettera inviata al Presidente Mattarella e con il mio documento diffuso il primo giugno ultimo scorso alle ore 18.00, al quale si è risposto con l’atto intimidatorio della notte seguente, atto intimidatorio da me regolarmente denunciato, atto intimidatorio ricostruito nella lettera al Presidente Mattarella.
Sarò a disposizione dei giornalisti siciliani stamani davanti Palazzo di Giustizia di Palermo con gli striscioni di cinque metri ciascuno, e terrò domani alle 10.30 una Conferenza Stampa davanti al bar Milano ad Agrigento, mostrando gli striscioni.
Agrigento 31 07 2015
Avv. Giuseppe Arnone
P.S: leggere gli allegati riportati qui di seguito.
Lettera inviata al presidente Mattarella il 30 luglio 2015
Eccellentissimo Presidente Mattarella,
io sono Giuseppe Arnone di Agrigento. Le nostre storie si sono più volte incrociate nella nostra amata terra di Sicilia. Le invio la presente perché voglio consegnare nelle Sue autorevolissime mani le preoccupazioni che nutro per la mia vita mentre mi accingo a combattere un’altra grande battaglia a difesa dell’ambiente in Sicilia e contro gli interessi di corrotti e mafiosi. Ho appena ricevuto una forte intimidazione, l’ennesima nella mia storia, di chiaro significato mafioso. Andiamo ai fatti. Purtroppo sono l’unico politico che si sta battendo senza risparmio contro il Rigassificatore ai piedi della Valle dei Templi che politica locale, Cosa Nostra ed Enel vogliono realizzare.
Nell’isolamento ho denunciato la corruzione operata dall’Enel nei confronti del politico che più di tutti si è speso per realizzare il Rigassificatore. Costui è l’attuale Sindaco di Agrigento, eletto lo scorso maggio, Calogero Firetto. Firetto si è dimesso da Sindaco di porto Empedocle per trasferirsi, con l’appoggio di Angelino Alfano e del PD ( e di tutta la vecchia politica ) a fare il Sindaco di Agrigento.
Il pomeriggio della sua elezione ho diffuso il documento che allego a questa mia. Immediatamente la notte ignoti mi davano il segnale che da giorni io ero pedinato: per un caso avevo lasciato la mia auto da due giorni nel parcheggio recintato e riservato di una mia collaboratrice. L’auto non si vedeva dall’esterno. Quella notte, con un atto, ritenuto dai Carabinieri, molto “professionale” il vetro posteriore della mia Suv veniva mandato in frantumi. Episodio che mi ha ricordato quello avvenuto tempo addietro, tre giorni dopo il sequestro di un centro commerciale voluto da Cosa Nostra: un carro attrezzi notte tempo rubò l’auto del Sen. Adragna e la venne a collocare accanto al muro del mio cancello.
Perché Le manifesto questa mi preoccupazione: come ricorderà io sono quell’Arnone (ci davamo anche del tu , Eccellentissimo Presidente ), che nel 1993 mancò l’elezione a Sindaco di Agrigento per pochissimi voti, costituendo il più grande errore della storia della Doxa e delle Agenzie di Sondaggi. Adesso la DDA di Palermo, attraverso un’ottima indagine del PM Giuseppe Fici, ha ricostruito quindici anni di storia mia , del mio antagonista Calogero Sodano, di Cosa Nostra di Agrigento.La DDA di Palermo col PM Fici, proprio la settimana scorsa- le invio l’articolo di La Repubblica- ha richiesto otto anni di carcere per l’ex Sindaco Sodano. Risulta provato che fu eletto col sostegno determinante di Cosa Nostra Provinciale, che temeva moltissimo la mia elezione. E dopo essere stato eletto, Sodano, secondo la DDA, si è asservito a Cosa Nostra. I grandi pentiti di mafia, da Maurizio Di Gati, ad Angelo Siino, a Luigi Putrone, hanno ricostruito il mio impegno incessante contro Cosa Nostra, Sodano e gli imprenditori collusi. Le invierò dichiarazioni dei pentiti quelle concernenti le decisioni e le discussioni sul mio omicidio.
Di ciò parla Di Gati, ricostruendo che Cosa Nostra era impegnatissima ad impedire la mia elezione, ed aveva già deciso di “ astutarmi” qualora fossi stato eletto. Poi la mafia fu determinante per la mia mancata, per 200 voti, elezione a deputato nel ’94.
Sempre Di Gati, riscontrato da Putrone e dal collaboratore Giuseppe Tuzzolino ( costui non organico a Cosa Nostra ) ha ricostruito che il mio impegno, dal 1994 in poi, (relativo al contrasto al Sindaco Sodano soprattutto in ordine agli appalti truccati), provocò, per anni(!) , dentro il vertice provinciale di Cosa Nostra “ ricorrenti discussioni in ordine all’omicidio di Arnone “, ci si chiedeva se”avessi recato a Cosa Nostra più danni da eroe morto “ che continuando le mie battaglie da vivo. Dovrei parlare delle dichiarazioni omicidiarie sulla mia persona operate da Tuzzolino (cento milioni di lire per il killer, dall’altro pentito, Giuseppe Sardino, nonché quelle che riguardano i mafiosi di Campobello di Licata. Ma intendo mantenermi nei limiti delle 5000 battute. Approfondirò ciò successivamente.
Mi è d’obbligo tornare sul rigassificatore. La DDA due anni addietro ne ha sequestrato il cantiere per via della presenza mafiosa inviando avvisi di garanzia anche a due capi dell’Enel. Nelle tasche del superkiller Gerlandino Messina furono trovati i pizzini sul Rigassificatore.
Mentre sono acclarati da intercettazioni telefoniche incontri, rapporti e favori, tra l’On Firetto e i capi di Cosa Nostra. E soprattutto è acclarata la corruzione di Firetto da parte dell’Enel: mentre il primo firmava autorizzazioni su autorizzazioni, la seconda riempiva la moglie neo avvocato di centinaia di cause Enel, trasformandola nella legale monopolista agrigentina. E lo stesso Firetto promosso Dirigente Enel.
Al momento mi fermo, sono al limite delle battute. Ribadisco la mia preoccupazione perché sono il solo che si espone dicendo e provando queste cose gravissime. Invierò altri documenti di riscontro. Per tale ragione mi sarebbe utile avere la vostra e-mail. G. Arnone
La presente nota avrebbe dovuto essere inoltrata con la posta del sito del Quirinale, quella col limite delle 5000 battute. Non abbiamo compreso se tale invio è andato a buon fine, per cui abbiamo proceduto con questo indirizzo. Alla presente comunicazione ne seguiranno altre.
Immediatamente si invierà altra e-mail con l’articolo di Repubblica del 23 luglio 2015 richiamato, la richiesta di rinvio a giudizio per mafia nei confronti di Sodano Calogero, nonchè articolo del Fatto quotidiano del 24 maggio 2015, che pure riscontrano quanto sopra esposto.
Questa è la nota Stampa diffusa il 1 giugno 2015 cui ha fatto seguito l’intimidazione nella notte successiva tra l’1 e il 2 giugno
Nota Stampa
E per conoscenza al Prefetto e al Questore di Agrigento
L’Esito Elettorale di Agrigento, giudizio sul voto, programma su ciò che avverrà.
Parla Giuseppe Arnone e parla da cittadino,
Cosa avverrà adesso ad Agrigento:
Risultati elettorali, mafia, corruzione, illegalità.
Adesso diamo corso alle testimonianze di Paolo Ferrara e agli atti in possesso di DDA e Procura di Agrigento.
Prima parte: Breve commento al voto
Omissis
Ma vi è, rispetto agli anni ’80, una grande novità: che già esistono le prove per mettere Firetto in galera
Seconda parte :
La questione legalità, i ritardi di DDA e Procura di Agrigento
nel mandare a processo e in carcere Firetto
in questa seconda parte mi preme essere franco ed esplicito, anche nei confronti del Questore e del Prefetto che hanno il dovere nei confronti della mia famiglia di tutelare la mia incolumità.
Tra breve accennerò agli atti giudiziari che mi riguardano, che riguardano la mia incolumità, e che metto a disposizione di Prefetto e Questore qualora non li avessero a disposizione.
Ma immediatamente vanno ricordati gli accertamenti giudiziari che dovrebbero, nell’immediatezza, già portare alla custodia cautelare del nuovo Sindaco.
E’ accertata ed è pacifica la corruzione integrata e realizzata da Calogero Firetto da Sindaco di Porto Empedocle nel beneficiare l’Enel attraverso gli atti relativi al rigassificatore, ottenendo dall’Enel il monopolio delle cause civili, quale avvocato territoriale innanzi al Giudice di Pace e al Tribunale di Agrigento, nei confronti della moglie avvocatessa neo iscritta all’Albo Simona Russello.
Tali fatti di corruzione vanno letti in connessione con l’acclarato rapporto esistente tra Calogero Firetto e l’establishment di Cosa Nostra Empedoclina. Si ricorda al Prefetto di Agrigento che sono pacifici e ricostruiti nei Processi i rapporti tra Calogero Firetto, il fratello Mirko, e Capimafia del calibro dei signori Seddio e Romeo.
Come è pure pacifico l’interesse di Cosa Nostra e del suo Capo storico Gerlandino Messina per il rigassificatore di Porto Empedocle. La Dda di Palermo ha inviato persino avvisi di garanzia per favoreggiamento in mafia a Dirigenti dell’Enel, e ha sequestrato il cantiere del rigassificatore per tali ragioni.
A tali pacifici fatti di corruzione, che in un posto normale avrebbero già comportato le manette per Firetto, si aggiunge qui anche la enorme e gravissima vicenda del palazzo di fronte l’hotel Carlo V.
Relativamente a tale palazzo, pure ricadente nell’ambito di interessi contigui a Cosa Nostra e a suoi supporter, appare certa la già avvenuta emissione di provvedimenti giudiziari ( richiesta di rinvio a giudizio ) nei confronti di Firetto e degli uomini che hanno commesso assieme al medesimo reati all’interno del Comune di Porto Empedocle. Un autorevolissimo penalista mi dichiarava di essere ijn possesso di tali Provvedimenti debitamente notificati, lo dichiarava anche a suoi clienti, salvo qualche giorno dopo dichiarare a tutti di essersi confuso!!!! Chiarissime le pressioni ricevute perché l’atto rimanesse segreto sotto elezioni.
La Procura di Agrigento aveva gli atti dei reati di Firetto, con le relative denuncie, già dal 2011. Come al solito no ne ha fatto nulla nei tempi di legge, attendendo forse la Prescrizione, come sta avvenendo per reati di altri potenti( vedi la villa abusiva del sostenitore di Firetto on. Capodicasa ).
E come dimenticare le telefonate tra i mafiosi Domenico Seddio e compagni, ove si parlava con fraterna familiarità dei rapporti di questi uomini di Cosa Nostra con Mirko e Massimo Firetto?
Parte terza: Conclusione
Signori Questore e Prefetto, oggi è partito il peggiore dei treni. Io non intendo arretrare. A ventidueanni ero nella camera ardente di Pio la Torre, a trenta all’obitorio con Livatino, ho conosciuto e frequentato Paolo Borsellino, i pentiti raccontano che la mia vita in più occasioni è stata vicinissima dall’essere spezzata. Amo la mia Sicilia e non intendo recedere.
Pur rendendomi conto dei rischi che adesso corro, essendo il maggior ostacolo al Sistema di Malaffare con collusioni e frequentazioni mafiose che si insedia al Comune di Agrigento, pur rendendomi conto dei rischi che adesso corro perché porrò in essere un’attività continua per costringere Autorità Giudiziarie riottose e infingarde, come quella di Agrigento, ad adottare i provvedimenti doverosi, pur rendendomi conto dei rischi che corro perché non intendo stancarmi nel chiedere alla DDA di Palermo di dare corso alle testimonianze e agli atti già acquisiti sulle collusioni del rigassificatore e al Comune di Porto Empedocle ( vedi in primis testimonianze di Paolo Ferrara, che vive scortato ) ,
chiedo
agli Organi dello Stato di attenzionare adeguatamente il diritto all’incolumità fisica e alla vita del sottoscritto e del signor Paolo Ferrara, che mi risulta essere estremamente esposto, come adesso lo sono io, in relazione a tutte le situazioni che fanno capo agli interessi mafiosi di Porto Empedocle, agli interessi mafiosi che ruotano attorno al rigassificatore, agli interessi criminali e delittuosi che fanno capo al neosindaco di Agrigento Calogero Firetto.
Agrigento 01 06 2015 avv. Giuseppe Arnone.”
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