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GIUDIZIARIA: PIPPO CAUDO PROSCIOLTO! VINCE IL “GIAN BURRASCA DELLA POLITICA SICILIANA”
Pubblicato il 21 Novembre 2016
di iena giudiziaria
L’aveva querelato l’intera giunta di Fiumefreddo di Sicilia: ora, è tempo di vittoria per Giuseppe Caudo, coordinatore provinciale del Megafono. Il gip del Tribunale di Catania Francesco D’Arrigo ha, infatti, archiviato la querela, dopo che i querelanti si erano opposti alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura della Repubblica.
“La condotta di Giuseppe Caudo è certamente inquadrabile nel diritto di critica politica” –ha scritto il giudice. Il dott. D’Arrigo ha spiegato che quella frase “una città governata con superficialità se non addirittura in totale illegalità”, riportata in un comunicato stampa a seguito di perquisizioni compiute dalla Guardia di Finanza al comune di Fiumefreddo e nelle case di alcuni tecnici comunali, nell’ambito di un’indagine sull’appalto dei lavori di ristrutturazione di piazza Botteghelle, non sarebbe necessariamente al sindaco e alla giunta.
Questo il commento di Caudo, che è stato difeso dall’avvocato Mario Savio Grasso:
“Oggi finalmente si chiude definitivamente questa brutta pagina della politica della mia città. Sono grato per la celerità e la perizia che gli inquirenti hanno dimostrato nell’accertamento dei fatti, rinnovo la mia fiducia nella magistratura e nell’operato delle forze dell’ordine alle quali va rivolto un plauso per l’ impegno dimostrato quotidianamente contro il malaffare e la criminalità organizzata.
Ma adesso è tempo di ripristinare gli equilibri in un paese che sconta una spaccatura politica inutile, dettata solo dagli egoismi di alcuni esponenti politici che anziché collaborare al benessere allo sviluppo del territorio lo hanno caratterizzato con lotte intestine evitabili. Oggi è dunque arrivato il tempo del risarcimento del danno causato non soltanto a me, ma alla comunità politica di Fiumefreddo.
Un danno causato da un’accusa ingiusta. Chi ha sbagliato a questo punto dovrà pagare come dichiarava alla stampa il sindaco Alosi a margine della querela del marzo scorso”.
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