Giudiziaria, processo duplice omicidio coniugi Palagonia: la Difesa chiede traduzione in lingua degli atti


Pubblicato il 30 Giugno 2016

di iena giudiziaria marco benanti

E’ finalmente partito il processo in Corte d’Assise (Presidente Maria Grazia Vagliasindi), a Catania, per un terribile fatto di sangue avvenuto il 30 agosto del 2015: l’uccisione, nella loro abitazione, di due coniugi di Palagonia (in provincia di Catania), Vincenzo Solano, di 68 anni e sua moglie Mercedes Ibanez, 70. Accusato del duplice omicidio è Mamadou Kamara, ivoriano di 18 anni.

Respinta l’eccezione della Difesa per difetto di notifica(la verifica al riguardo è stata positiva), dalla stessa è arrivata la richiesta di traduzione nella lingua dell’uomo degli atti: la decisione su questo punto si conoscerà il 21 luglio, in occasione della prossima udienza. Oggi, presente l’imputato, per l’Accusa era presente il Procuratore della Repubblica di Caltagirone Giuseppe Verzera.

Nella scorsa udienza di fine maggio, che era stata rinviata per difetto di notifica, la parte civile (con l’avv. Francesco Manduca, del foro di Vibo Valentia) aveva chiesto che il Viminale risponda –“per culpa in vigilando”- come responsabile civile nel processo. Questa richiesta sarà valutata dopo quelle della Difesa. Sono parti civili due nuclei familiari di tre persone.

Secondo il penalista il Ministero dell’Interno ha ‘culpa in vigilando’: era responsabile dell’imputato che si è allontanato nelle ore notturne dal Cara di Mineo, cosa che è vietato fare, e la mattina dopo è rientrato nel Centro dopo avere -secondo l’Accusa- trucidato la coppia. Il Viminale, secondo il penalista, avrebbe dovuto vigilare e non lo ha fatto nel modo giusto.


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