Giudiziaria, Processo Lombardo: scene da “commedia” nella ricostruzione dei pentiti


Pubblicato il 15 Ottobre 2013

In corso l’arringa della Difesa, si riprende domattina, ma intanto oggi…

di iena in salaRaffaele Lombardo nelle vesti di una sorta di “imprenditore di attività ricettive”, per turismo o simili, per l’occasione pronto ad accogliere nella sua casa di campagna (quale?) esponenti del Ghota mafioso. E questo quando? Nell’autunno del 2003, quando era Presidente della Provincia, insomma in un periodo di alta popolarità.E’ questo uno degli epidodi ricostruiti con un pizzico d’ironia e magari stupore da parte della Difesa dell’ex presidente della Regione Siciliana, ancora impegnata, con l’avv. Alessandro Benedetti, nell’arringa davanti al Gup Marina Rizza, che giudica, col rito abbreviato, Lombardo accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio aggravato.Nella ricostruzione della Difesa, dalle propalazioni dei “pentiti” viene fuori un quadro generale pieno di incongruenze, di ricostruzione fantastiche, di autentiche assurdità, che scadono, talora, nella commedia o quasi. In un clima e in una rappresentazione in cui personaggi, come Lombardo, che hanno alle spalle decenni di esperienza politica, sono raffigurati all’interno di un’immagine che ne farebbe degli sprovveduti, che agiscono secondo modalità che dire superficiali è dire poco.Ma ci sono anche i boss che parlano con gli amici e raccontano di incontri notturni di Lombardo in cerca di voti. Come nel caso di Rosario Di Dio. Oggi, l’avv. Benedetti ha dato un “colpo” piuttosto forte, che se non ha liquefatto il presunto episodio poco ci manca. Un episodio smentito anche dal superperito Gioacchino Genchi, con le sue tecnologie che poco spazio danno agli “Sherlock Holmes” di casa nostra. Genchi, un tipo che certamente non è sospettabile di essere tenero con i politici che sbagliano.Ma c’ è di meglio e di più: ci sono i “pentiti” che parlano di una sorta di “vertice” di Cosa Nostra? Dove? Dentro casa Lombardo, in campagna. Fuori ad aspettare la fine –sempre secondo questa ricostruzione- un autista della Provincia (sic!) –così per non lasciare testimoni- e nientepopodimenoche tal Puglisi, che della mafia è un “pezzo grosso”. Poi c’è la figura dell’ex assessore regionale ai lavori pubblici il principe Guglielmo Scammacca che –nelle parole dei collaboratori- sarebbe stato al centro di un clamoroso caso di raccomandazione per l’apertura di una pizzeria! Un po’ poco per un principe? Riscontri fattuali: nessuno.E –secondo un altro “pentito”- sempre Scammacca avrebbe anche svolto la funzione di segretario di Raffaele Lombardo. Quanti ruoli aveva ‘sto principe, allora?Un Lombardo che, insomma, viene fuori come una sorta di “Belzebù”, ma con delle “cadute di attenzione”, che lo rendono umano, troppo umano, forse, in particolare nei giorni pari. Nei giorni dispari, invece, avrebbe tenuto altissima la guardia.Durante una pausa dell’ udienza, lo stesso Raffaele Lombardo ha dichiarato:”come avevamo previsto, le chiacchiere e le menzogne dei collaboratori, uno per uno vengono smontate pezzo per pezzo. Vengono distrutte perche’ si tratta di immondizia”.Domani mattina si riprende: la Difesa parlerà fino a venerdì.


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