Finita da poco udienza a Palazzo di Giustizia…di iena giudiziaria marco benanti
Non entrano nell’abbreviato contro Raffaele Lombardo i tabulati telefonici (decine di migliaia di telefonate) allegati all’inchiesta “Why Not”. Così ha deciso il Gup Marina Rizza. No anche all’acquisizione di un certificato di matrimonio che, al di là del dato fattuale, fa riflettere. Sì, invece, all’istanza della Difesa per conoscere, tramite il Dap, i periodi di detenzione di Gaetano D’Aquino e Orazio Privitera.
Alla base della decisione del Gup, il fatto che il giudice non ha ravvisato la necessità ai fini dell’acquisizione delle prove.
Il certificato di matrimonio, cui abbiamo fatto riferimento, è un atto pubblico risalente al 1983. Allora, Raffaele Lombardo fu testimone di nozze e con lui anche Giuseppe Piddu Madonia (nella foto), boss di Gela condannato all’ergastolo (Per la Difesa di Lombardo non era ancora un boss). Tutti e due investiti della carica di testimoni di nozze al matrimonio di Salvatore Paternò figlio del boss di Niscemi Angelo Paterno con Renata Rizzo, sorella di Paolo Rizzo, successivamente ex sindaco democristiano di Niscemi, passato nel 2004 nell’Udc e cognato di Giancarlo Giugno, anche lui boss della mafia locale.
A meno di novità dell’ultim’ora domani alle 10 inizierà la requisitoria da parte dei Pm.
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