Imprevisto imprevedibile oggi in aula, nel processo per la “voragine” comunale rossazzurra….di iena giudiziaria marco benanti
Quando già tutto lasciava presagire l’arrivo della sentenza, il “colpo di scena”: niente sentenza al processo d’appello per il “buco di bilancio” al comune di Catania ai tempi delle giunte Scapagnini.
Ricusazione di un giudice del collegio giudicante. E qual è stato il “casus belli”? Un nostro articolo, pubblicato ieri sera, ad anticipare –con ironia- il processo del giorno dopo. E l’attesa -per così dire-degli imputati…
E invece è stato un “botto”. L’avv. Pietro Granata, parlando per gli imputati Giuseppe Arena, Filippo Drago e Giuseppe Siciliano, ha preso avvio dal nostro articolo, leggendo questo passo:”… Per due imputati, Scapagnini e Strano, si presenta l’incubo…del bis. Nel senso che hanno già una condanna definitiva per lo scandalo delle cenere vulcanica. E domani come finirà? Tra l’altro, guardando a ritroso nelle vicende giudiziarie, abbiamo riscontrato che c’è un giudice, Sebastiano Mignemi, che era nel collegio che condannò Scapagnini e alcuni assessori proprio nella vicenda della cenere vulcanica….Potrebbe non lasciare ben “sperare” questa circostanza?…”
Noi siamo rimasti in silenzio. Impassibili. E serissimi.Insomma, il giudice Mignemi (che compone il collegio con il Presidente Santangelo e la dott.ssa Muscarella) è stato in due collegi diversi, ma che si sono occupati di due vicende –i contributi per la cenere vulcanica e il buco di bilancio- che, secondo questa tesi ricusatoria, potrebbero in qualche maniera legarsi! La Corte si è ritirata e dopo un’altra buona mezz’ora è uscita. Niente sentenza, rinvio al 13 maggio, perché dell’istanza di ricusazione deve occuparsi la Corte d’Appello (sezione quarta). Delusione del pubblico presente, in particolare di un gruppo di esponenti di Cittainsieme, che avevano già distribuito un volantino sulla vicenda del “buco di bilancio” in prima mattinata. Cittainsieme, espressione di società civile, è parte civile insieme al comune di Catania.Immaginiamo, invece, la delusione degli imputati, magari di quelli presenti, gli ex assesori Giuseppe Arena, Giuseppe Siciliano, Filippo Drago. “Se un giudice –ha spiegato ai cronisti l’avv. Granata- emette una decisione che in qualche modo ha una connessione, una correlazione rispetto ai fatti che devono essere giudicati il cittadino non si sente più giudicato da un giudice che sia terzo” . Lo stesso Granata ha definito la presenza di Cittansieme in aula “legittima forse un po’ rumorosa”.Ma questa è stato l’epilogo di un’udienza travagliata. Già c’era stata una sospensione dei lavori, per decidere sulla richiesta di rinvio dell’avv. Carmelo Galati per conto dell’imputato Santo Li Gresti. Un certificato medico telemtico è stato presentato non senza qualche “passaggio” di irritazione dalla corte, per i tempi lunghi richiesti: si era per caso davanti ad un atteggiamento dilatorio? Di fatto, oggi non si voleva arrivare a sentenza: perché?Chiudiamo gli occhi e tiriamo ad indovinare: c’è di mezzo la prescrizione? Davvero?Tutto rinviato al 13 maggio, anche per la posizione, già stralciata, dell’ex sindaco Umberto Scapagnini, gravemente ammalato. A lui tanti auguri di pronta guarigione.
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