Giustizia a Catania: che fine hanno fatto alcune importanti indagini? Toc, toc: avremo risposta?

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Domande “fuori luogo” dopo una settimana di conferenze stampa e di notizie di inchieste aperte…di iena giudiziaria Marco Benanti 

Il Palazzo di Giustizia di Catania non è storicamente luogo che evochi pensieri positivi. Troppe pagine “nere”, troppi dubbi, perplessità, sospetti: l’amministrazione della giustizia sotto l’Etna non convince. Storicamente. Con l’arrivo del nuovo Procuratore Giovanni Salvi, un anno fa (l’11 novembre prossimo sarà l’anniversario dell’insediamento ufficiale) le speranze delle persone oneste hanno trovato nuova linfa.

Non vogliamo entrare in alcuna polemica, anche e soprattutto dopo quanto accaduto in sede Tar Lazio, di cui abbiamo parlato ampiamente. Facciamo cronaca. In settimana, la Procura, in testa Salvi, ha tenuto una conferenza stampa importante su un tema di grande impatto sociale ed ambientale: gli allagamenti al Villaggio S.Maria Goretti, periferia cittadina nell’area dello scalo di Fontanarossa e le presunte responsabilità che la Procura addebita a chi non ha o ha fatto male in tema di opere previste. In particolare, l’Ufficio requirente punta il dito dell’Accusa sulla società “Icom spa” proprietaria del centro commerciale “Porte di Catania”, che, comunque, l’altro giorno ha fatto sapere, con una nota, di essere estranea ai fatti, in quanto i lavori previsti sarebbero -a dire della società- stati affidati ad altra impresa.

Certamente, è giusto -anzi doveroso- per i diritti di informazione e conoscenza di una comunità che l’Ufficio di Procura informi la stampa su quanto avviene in tema di indagini, in particolare per situazioni e condizioni di così rilevante interesse pubblico. Le condizioni di vita e i rischi alla salute per un quartiere sono affare serio. Molto più dei soliti arresti di spacciatori di droga, con tanto di foto. Sappiamo -senza ipocrisia- che le carriere dei dirigenti della pubblica sicurezza passano anche e soprattutto dalle statistiche, ma non ci basta. Non ci basta perchè vorremo sapere e abbiamo il diritto di sapere di più. Su cose e situazioni molto più gravi.

Alla Procura di Catania, da anni -quindi -lo sottolineiamo- prima della “gestione Salvi”- sono state aperte indagini su affari rilevantissimi come Corso dei Martiri -il “nuovo risanamento” di San Berillo- sulla metropolitana, sul porto, sul Teatro Bellini. Com’è finita? Lo sapremo mai? Come sono finite le indagini che riguardano alcuni esponenti di Amministrazioni comunali? Chiediamo troppo? No, a nostro avviso, chiediamo il giusto! I problemi di carichi di lavoro, di mezzi e uomini, non possono -a nostro parere- dare una risposta soddisfacente ad attese di anni e anni. Anche perchè la prescrizione è, spesso, dietro l’angolo. A salvare non la giustizia, bensì i furbi.

E anche perchè è facile parlare del passato, magari per…non vedere il presente. E i problemi -radicati nel tempo, lo sappiamo bene- a Palazzo di Giustizia di Catania non sono finiti. Per nulla. Ci attendiamo, con il garbo solito, una risposta da chi ha responsabilità nell’Ufficio di Procura.

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Redazione Iene Siciliane

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