Giustizia a Catania, tagli alla spesa e celerità dei procedimenti. Il procuratore Giovanni Salvi incontra la stampa


Pubblicato il 13 Settembre 2012

Incontro con la stampa, stamane, del titolare dell’Ufficio Requirente, Giovanni Salvi, (in una foto d’archivio di Fabio Cantarella) che ha fatto il punto della situazione…

di iena giudiziaria, Marco Benanti

Risparmi in termini economici ma soprattutto in termini di tempi della giustizia. E’ una sorta di “spending review togata” quella che, a spiegare un pò il senso complessivo del suo lavoro di riorganizzazione, ha descritto, stamane, il Procuratore della Repubblica di Catania, Giovanni Salvi, con al fianco il procuratore aggiunto Michelangelo Patanè. Il vertice dell’Ufficio Requirente catanese ha incontrato la stampa per un bilancio –numeri alla mano- dei primi sei mesi del 2012 del nuovo Procuratore, insediatosi nel novembre scorso, suscitando tante speranze di cambiamento rispetto al passato.

Oggi Salvi ha parlato della riorganizzazione dell’Ufficio, che lo ha impegnato sin dal suo arrivo a Catania. In questo senso, due sono stete le scelte strategiche su tutte: l’istituzione della sezione “affari semplici“, affidata a quattro magistrati che ha portato al 40% l’arretrato (lo scorso anno era al 70%) e i giudizi per direttissima. Effetto di questi ultimi una sorta di “svuotamento” del carcere di piazza Lanza, riducendo drasticamente il fenomeno della cosiddetta “porta girevole”, la prassi che vedeva i detenuti passare per due o tre giorni dal penitenziario.

La riduzione delle spese, poi, si è incentrata, in particolare, sui costi delle intercettazioni. “il primo dato erano le spese per le intercettazioni che certamente erano troppo elevate. Siamo riusciti a ‘bersagli invariati’, cioè con lo stesso livello di attività del passato, a ridurre, con un risparmio che abbiamo quantificato in circa un milione di euro all’anno. Altri risparmi certamente faremo nel tempo sulle spese di custodia, sulle spese di consulenza”. Sul carcere piazza Lanza, il Procuratore Salvi ha annunciato l’imminente avvio di lavori per la ristrutturazione di parte della struttura, sulle cui condizioni da anni si chiedono interventi.

E sul procedimento “iblis” in particolare sulla domanda di poter avere responsabilità sulle dimissioni del Presidente Raffaele Lombardo, questa è stata la risposta del Procuratore Salvi: “si tratta di procedimenti che comportano sempre molta ansia, perché è chiaro che si incide sugli assetti istituzionali. Mi pare però che non si potesse fare diversamente. Il dato di fatto, però, sono gli elementi di fatto emersi sui quali era necessario comunque una chiarificazione e questo non è una responsabilità nostra, è una chiarificazione che va fatta”.

Su un problema, in particolare, quello della condizione –da molti anni evidenziata dal mondo della giustizia catanese e dai suoi utenti- degli archivi giudiziari, Salvi ha dichiarato: “è una situazione drammatica” ma ha spiegato che si stanno cercando da tempo soluzioni adeguate, ricorrendo al “polo archivistico regionale” con un’interlocuzione con la Provincia, mentre con il Comune è in corso un’interlocuzione per l’utilizzo di edifici pubblici (riducendo anche qui eventuali spese di locazione) abbandonati da utilizzare per esigenze dell’ufficio di Procura, comprese quelle d’archivio.


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