GIUSTIZIA ALLA CATANESE, CATANIA CONCORRE COL LEGISLATORE E LA CASSAZIONE: ECCO LA MINACCIA A MEZZO STAMPA, REGOLARMENTE REGISTRATA, AGGRAVATA DALLO SCRITTO ANONIMO

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Sotto inchiesta due colleghi per aver criticato Confindustria Sicilia: Marco Benanti e Fabio Cantarella. Quest’ultimo addirittura neppure sapeva dell’articolo

Alla faccia della sinergica collaborazione tra Procura della Repubblica e giornalisti d’inchiesta

 

Cronache giudiziarie, sentenze affini e pinzillacchere varie del Palazzo della dea bendata, insomma  un fantasmagorico scenario fantastico aperto..aperto ad ogni evento.. sogni di fanta giudiziaria di fine estate.

di Ignazio De Luca

 

Attorno alla Giustizia, o meglio sarebbe dire alla giustizia italiana, accadono cose strane, bizzarre, surreali, insomma realtà da leggere bene: ma purtroppo sono vere.

Oggi vogliamo raccontarvi di una micragnosa querela per minacce aggravate contro due giornalisti Fabio Cantarella e Marco Benanti, amati da questa Testata.

I due pericolosissimi e minacciosi figuri, dagli atti già in possesso degli inquirenti, a curare il fascicolo è il sostituto procuratore della Repubblica dottoressa Agata Consoli, avrebbero commesso il reato non direttamente, ma mediato con la satira di un articolo di Peppe Lo Bianco che su “Il Fatto Quotidiano”, titolava a ottobre 2013 “Confindustria Sicilia occupa il potere nel nome della legalità”.

Sono veramente tante e diverse le innovazioni tecnico giuridiche inaugurate dal Piemme.

Chiariamo subito che l’articolo di Giuseppe Lo Bianco, che viene satirizzato sulla Testata telematica Iene Sicule, è incredibilmente fuori dalla querela. Mentre c’è dentro fino al collo e di più, Fabio Cantarella.

Fabio Cantarella, non è l’autore dell’articolo né tantomeno il direttore responsabile della testata: perché coinvolgerlo nell’inchiesta? Il reato di minacce, infatti, presume per la sua configurazione il dolo generico, inteso come la rappresentazione della coscienza e della volontà di minacciare la volontà di taluno. Come può uno che non è l’autore dell’articolo né il direttore della testata giornalistica, concorrere nel reato di “minacce aggravate a mezzo stampa”? Mistero di Piemme.

Ma dove la Piemme supera la barriera protettiva del puro immaginario è l’imputazione. Per la prima volta una Sostituta della Procura di Catania, innova a tal punto, che l’imputazione non è quella di diffamazione a mezzo stampa, ma quella più liquida, di minacce aggravate dallo scritto anonimo.

Sì, c’è la novità giurisprudenziale, se non di un vero e proprio movimento di innovazione per la costruzione di nuovi concetti giuridici, con una giurisprudenza costruttiva tale da ravvivare, perfino, la scuola delle Pandette. Il nuovo istituto si potrà rubricare: “della minaccia aggravata a mezzo stampa, con scritto anonimo”.

Nella Catania che ispirò Nino Martoglio e Pippo Fava, tutto è possibile. Anche che un’inchiesta pubblicata da una testata giornalistica, regolarmente iscritta al Tribunale di Catania, al n. 18 del 2011, possa essere considerata alla stregua di una missiva anonima giunta nella cassetta della posta o infilata sotto la porta dell’ignara vittima. Risulta un ben misero dettaglio che quell'”anonimo” sia poi identificato e avvertito di essere sottoposto ad indagine. Pinzillacchera!

Ci pare tanto grossa che ce lo dobbiamo ripetere : il dato –piuttosto strano- che la querela per minaccia…a mezzo stampa è ancora iscritta a carico del direttore (Marco Benanti) e dell’ormai ex editore, da tempo, di “ienesicule” (Fabio Cantarella). Minaccia…a mezzo stampa, con l’aggravante dello scritto anonimo! “Anonimo” identificato e avvertito. Sublime.

Anonimo? “Ienesicule” è una testata regolarmente registrata e gli articoli non firmati naturalmente, come prescrive la legge, sono da attribuirsi al direttore. Quale sarebbe lo scritto anonimo? Non solo: in sede di identificazione, è stato subito reso noto il nome dell’autore dell’ “articolo incriminato”: ossia lo stesso direttore responsabile Marco Benanti!

Naturalmente tutto questo bailamme sollevato dall’associazione di confindustriali “senza” industrie, ma con molto probabili intenti indimidatori e una strisciante voglia di bavaglio, i principali rappresentanti di Confindustria in Sicilia, il presidente Antonello Montante e il vicepresidente nazionale Ivan Lo Bello, hanno sporto querela contro il direttore e l’ex editore di “Ienesicule” per presunta minaccia…a mezzo stampa!

Avviando perfino un’azione civile per risarcimento danni  da diffamazione–escluvisamente contro il direttore responsabile Marco Benanti- per una presunta “campagna” che ienesicule avrebbe fatto, con più articoli, denigrando quanto di buono fatto da Confindustria in Sicilia negli ultimi anni. Da Benanti -“reo” di aver scritto quello che poi ammetteranno in tanti, da illustri magistrati (Nicolò Marino) a giornalisti di testate nazionali, da emeriti docenti universitari a politici di primo piano- vorrebbero centomila euro di risarcimento danni!

Tutto questo know how di scienza giuridica succedeva a Catania nel febbraio del 2014, ma il tempo vola e i due “sventurati” sono ancora sotto inchiesta “rei” di aver adempiuto al proprio dovere.

Chissà cosa ne penserà al rientro dalle meritate vacanze il procuratore capo Giovanni Salvi. Una cosa intanto è certa: se Benanti e Cantarella avessero necessità di richiedere, per esempio un porto d’armi o altra delicata autorizzazione amministrativa, gli verrebbe subito negato perché due che minacciano come possono…

Nel frattempo si potrà discettare sull’innovativo reato di minacce a mezzo stampa con scritto anonimo. Del resto suona anche bene!

 

E adesso a voi il compito di trovare la minaccia tra le righe dell’articolo che pubblicammo a suo tempo e oggi vede sotto inchiesta i due colleghi (uno dei quali, lo sottolineiamo fino alla nausea, non ne sapeva addirittura nulla della sua pubblicazione) http://www.ienesiciliane.it/articolo.php?aid=3514

Hai trovato la minaccia a mezzo stampa? Non ti preoccupare se non la trovi, meglio così per te. Ah ah ah, tranquillo non è una minaccia, vuol dire che sei in salute!

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Redazione Iene Siciliane

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