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Giustizia alla catanese, ex Mulino S. Lucia: dopo un “mirabolante” processo, la struttura resta abbandonata
Pubblicato il 17 Dicembre 2016
Ricordate il processo? questa la conclusione
e ora?
Stritolati dall’incuria e dall’abbandono dell’ex Mulino Santa Lucia lungo l’omonima strada. A pochi passi dal Duomo e da via Dusmet abitanti e commercianti del quartiere protestano contro quest’edificio fantasma che, giorno dopo giorno, viene letteralmente distrutto dai vandali e dai teppisti.
Sotto i portici, invece, la situazione è completamente diversa con tanti senza tetto che cercano un riparo dal maltempo di questi ultimi giorni. Qui si può trovare di tutto: materassi, qualche coperta, pochi vestiti, alcuni scatoli di cartone e bottiglie di vino. Persone che hanno bisogno di un aiuto continuo da parte degli uffici comunali preposti e dalle associazioni del ramo. Gente che merita condizioni di vita migliori di quelle attuali e una speranza per il futuro: esattamente il contrario di quello che avviene dentro e fuori l’ex Mulino di Santa Lucia.
Le condizioni della struttura
Il componente della commissione comunale al patrimonio Francesco Saglimbene chiede che l’impianto possa essere recuperato definitivamente perchè l’ultima cosa di cui necessita Catania è un’altro scheletro di cemento armato come tanti se ne possono ammirare a Librino, Picanello, San Leone e Cibali.
“Non voglio entrare– specifica Saglimbene – nel merito delle vicende giudiziarie che riguardano questo impianto ma è bene notare che nella vicina piazza Borsellino c’è un viavai continuo di turisti e pendolari che dall’aeroporto o dall’Asse devono raggiungere il centro di Catania. Che immagine diamo della città? Sicuramente pessima visto che l’ex mulino, da sede originaria di uffici, è stato trasformato in meta fissa per atti vandalici, furti e devastazioni.
Mancano i controlli delle forze dell’ordine, manca un piano di sviluppo di un territorio che deve fare fronte pure alle pessime condizioni dell’ex Consorzio Agrario. Per tutte queste ragioni chiedo che, quanto prima, su questo immobile sia messa finalmente la parola “fine” ad un procedimento biblico che ci costringe a vivere con il più grande simbolo di degrado di tutto il territorio”.
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