L’incredibile storia del maresciallo Giuseppe Zingarino: la sua salute è compromessa, la tenacia no. Ma l’Autorità Giudiziaria respinge le sue richieste e…gli intima di sborsare denaro! Eccoti la Giustizia!di Marco Benanti, iena solitaria in una città di zombie
Ha creduto nella giustizia ed oggi, non solo continua a soffrire del problema che aveva sollevato davanti ai giudici, ma è stato condannato anche…a pagare! Sembra un paradosso, ma è, invece, solo l’amara condizione di un cittadino che si sente beffato. E chiede ancora, allora, che sia fatta giustizia, rivolgendosi anche al Consiglio Superiore della Magistratura.Questa è la storia di Giuseppe Zingarino, per trent’anni al servizio dello Stato in Aeronautica: oggi maresciallo in pensione. Alle spalle, un curriculum professionale fatto solo di riconoscimenti positivi. Mai un richiamo. Mai una piccola ombra. Oggi, però, Zingarino è un cittadino che vive male la sua condizione: abita in un appartamento al centro di Catania.Sotto la sua casa, al piano terra, ci sono due botteghe commerciali, detenute in locazione dalla società Palma S.r.l, che svolge l’attività di servizi postali.Da queste botteghe si propaga l’emissione di rumori molesti, soprattutto in occasione dello scarico delle merci (cartacee, sacchi postali) che avviene quotidianamente alle ore 23,30-00,30, alle ore 05,30 e dalle 13,30 alle 15,30 e della timbratura della corrispondenza.Per di più una delle due botteghe viene usata anche come garage, per il costante ricovero dei furgoni aziendali e dei motoveicoli usati dai dipendenti.Ha provato per anni –Zingarino- in tutte le maniere, a trovare una soluzione al problema delle emissioni. Ma non c’è stato niente da fare. E oggi, il problema resta. E lui ne soffre, in salute e in serenità familiare. Ma le Istituzioni che fanno? Da che parte stanno?Racconta il maresciallo:“ho rivolto dapprima in forma verbale le proprie rimostranze al legale rappresentante della Palma S.r.l., o comunque a colui che si è presentato come tale, senza ottenere alcun risultato di sorta e successivamente ha intimato per iscritto, a mezzo raccomandata, l’eliminazione delle cause di inquinamento acustico.Non avendo ottenuto riscontri, ho presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Catania”.La Procura ha disposto degli accertamenti dell’Arpa, l’agenzia regionale addetta a questo tipo di operazioni .Racconta Zingarino: “durante il primo sopralluogo, effettuato il primo marzo del 2010, dall’Arpa, all’insaputa della ditta Palma –casualmente- non vengono riscontrate emissioni rumorose provenienti dagli uffici della stessa ditta perché nonostante l’ora insolitamente è stata trovata chiusa. Mi reco allora presso l’ufficio del dott. Busacca, sostituto procuratore incaricato dalla Procura delle indagini. Faccio rilevare quanto sia insolito trovare la ditta chiusa che solitamente espleta orario continuo sino al tardi pomeriggio…“Si arriva al secondo accertamento: è il 15 marzo 2010.“in questa occasione –racconta Zingarino– all’interno di casa mia si avverte il rumore prodotto dall’attività di timbratura della posta che viene eseguita presso gli uffici della suddetta ditta Palma e viene eseguita una misura del livello di rumore ambientale, risultata di poco inferiore a 35 decibel.Ciononostante si è ritenuto tenendo conto dei parametri contenuti nel decreto del 14 novembre 1997, all’ articolo 4, comma 2, che quanto denunciato non avesse penale rilevanza. Forse –dico io- perché non mi sono piegato? Eppure, avevo denunciato a chi di dovere che c’erano cose che non mi convincevano, in particolare in tema di controlli”Eppure, Zingarino non demorde. Si rivolge ad un tecnico specializzato, sovente chiamato dal Tribunale per eseguire accertamenti di questo tipo.Bene, cosa constata questo professionista? “Con una sua relazione del 7 marzo 2011 –racconta Zingarino– accerta che i valori di immissioni acustiche all’interno del mio immobile, ingenerati dall’attività di timbratura svolta nei locali siti al piano strada, tenuto conto di quanto prescrive il codice civile e la relativa elaborazione giurisprudenziale, superano ampiamente i valori di normale tollerabilità”.
Non solo: “dall’accertamento emerge che questo tipo di immissioni è causa di danni di tipo psicofisico”.Si arriva, così, al ricorso, con procedura d’urgenza prevista dall’articolo 700 del codice di procedura civile, davanti al Tribunale civile di Catania “…per fare effettuare i rilievi fonometrici, per rilevare la menomazione del diritto alla salute ed indi ex art. 669 ter c.p.c. e ai sensi e per gli effetti dell’art. 700 c.p.c per ordinare alla resistente di limitare le emissioni sonore provenienti dall’attività di scarico e sistemazione dei cc.dd. “postali” e da quella di timbratura della posta, adottando ogni provvedimento ritenuto tecnicamente idoneo a salvaguardare i diritti del ricorrente ivi compresa l’indicazione delle modalità di esecuzione in caso di mancato spontaneo adempimento dell’emananda ordinanza.”Ma a questo punto si era arrivati, dopo tante altre iniziative: ricorrendo alla polizia municipale, alla pubblica sicurezza, dell’Arpa e dopo che la polizia municipale aveva sanzionato violazioni regolamentari per mancato nulla osta di impatto acustico; l’ARPA aveva accertato appunto l’esistenza di una serie di rumori rilevanti anche se li ha qualificati tollerabili perché non superavano i limiti indicati dall’articolo 4, comma 2, del decreto del 14 novembre 1997.“Vero, certamente –prosegue Zingarino– ma questa normativa si applica alla pubblica amministrazione e non disciplina direttamente i rapporti tra privati, ai quali si applica quanto previsto dal codice civile e dalla Costituzione, all’articolo 32. Si chiama diritto alla salute.” Si va avanti: “chiedo così –continua il maresciallo– la tutela cautelare per eliminare una duplice fonte di rumore: quella proveniente dall’attività di timbratura e quella proveniente dall’attività di scarico della posta che avviene anche nelle ore notturne, ovvero quelle deputate al riposo.Il consulente tecnico, nominato dal giudice, tuttavia accerta che i rumori non superano la normale tollerabilità.”Spiega Zingarino: “ciò è avvenuto sostanzialmente perché le prime operazioni peritali si sono svolte dopo un lungo lasso di tempo dal mandato e la ditta Palma ha avuto la possibilità di modificare i luoghi.Il Ctu infatti ha accertato che il tavolo dedicato alla timbratura è stato di recente insonorizzato con tappetini di gomma e feltri in modo da non potere propagare intensi rumori.Inoltre, le operazioni peritali sono state svolte con preavviso alla ditta Palma ed ovviamente per lo scarico delle ceste della corrispondenza si sono trovati due operatori che con estrema attenzione e ‘delicatezza’ hanno evitato che l’attività di scarico potesse creare, non rumori, ma fastidi percepibili all’esterno.Di norma però la persona addetta allo scarico è una -come è stato accertato nel verbale dei vigili urbani e nella relazione della polizia che può essere acquisita- e per accelerare i tempi, scarica con estrema determinazione e velocità le ceste e ciò determina rumore insopportabile che disturba la quiete notturna”.Si arriva ad un ulteriore accertamento a sorpresa: “ma la valenza –afferma Zingarino– viene vanificata perché non vi è stata nessuna sorpresa perché peraltro il geom. Angelini, consulente tecnico durante le verifiche che dovevano eseguirsi -a sorpresa- e dopo tre minuti che era arrivato il furgone per lo scarico della posta ha avuto la brillante idea, come è verbalizzato, di scendere giù avvertire l’operatore Ganci e di farle firmare il verbale!”Anche in questo caso, non viene fuori nulla di irregolare dall’accertamento. Intanto, però Zingarino e i suoi familiari continuano a passare notti insonni.“Tuttavia –prosegue Zingarino– ho richiesto che, alla luce della documentazione prodotta e nonostante gli accertamenti peritali che comunque hanno messo in luce una serie di comportamenti della ditta Palma tendenti a neutralizzare l’azione proposta e che l’operazione di scarico dei prodotti postali avvenisse nelle ore notturne, venisse ordinato alla ditta Palma di non esercitare l’attività di scarico posta nelle ore notturne e che venisse imposto alla stessa di insonorizzare tutti i tavoli esistenti nella sala lavorazione della posta che possono essere utilizzati per la timbratura.” Risultato?“Il giudice monocratico impone alla ditta di provvedere immediatamente alla insonorizzazione, mediante apposizione di tappetini di gomma e feltri fonoassorbenti di tutti i tavoli presenti presso i locali e tuttavia ha rigettato la richiesta di porre un divieto di scaricare materiale postale nelle ore notturne.” Cosa accade?“Contro questo provvedimento –racconta Zingarino– ha agito la società Palma srl con reclamo proposto al Tribunale di Catania in composizione collegiale e ciò perché la timbratura sarebbe esercitata su un unico tavolo esclusivamente dalle ore 13 alle ore 13,45 e che, contrariamente a quanto dedotto nella motivazione del provvedimento del giudice cautelare monocratico, il Ctu avrebbe accertato che la attività di timbratura è svolta su un unico tavolo insonorizzato ed espressamente dedicato, posto che gli altri tavoli sarebbero adibiti a diverse altre attività.” Viene chiesta allora la revoca del provvedimento cautelare e rigetto integrale della domanda di Zingarino, con annessa condanna al risarcimento danni.E cosa accade? “Ho promosso il giudizio, non per alcun tipo di speculazione o altro, ma soltanto perché io e la mia famiglia sono stato e sono oggetto di disturbo di questi rumori. Nient’altro che questo. Si chiama diritto alla salute e a vivere una vita serena, oltre che, naturalmente, a godere della propria proprietà. Si può? Sarà un caso che soffro da tempo di improvvise e fastidiose cefalee?”
Zingarino, quindi, chiede di sentire degli informatori “per evidenziare l’attuale ed elevato fastidio dei rumori provenienti dall’attività svolta dalla ditta sita al piano terra del suo palazzo”. Aggiunge il maresciallo in pensione: “è vero che l’accertamento peritale non ha dato integrale dimostrazione di quanto da me sostenuto, ma è anche vero che si tratta di una materia particolare in cui gli accertamenti peritali devono necessariamente essere valutati con estrema ponderazione e tenendo conto di altri elementi, come documenti sull’oggetto di quanto denunciato e informatori. E dire, fra l’altro, che un ex vicino di casa, poi deceduto, a lungo ha protestato per questa situazione, per il rumore delle timbrature”.Peraltro agli atti di causa è stato prodotto un provvedimento del sindaco di Catania che limita le attività rumorose in determinate fasce orarie ed “il Ctu non ha neanche tentato di acquisire la normativa regolamentare che disciplina l’esercizio di attività rumorose specie nelle ore notturne” –dice Zingarino. Il finale è questo:“il Tribunale di Catania –dichiara Zingarino-in composizione giudiziale del 7 giugno scorso non solo ha accolto il reclamo ed ha revocato l’ordinanza emessa dal giudice monocratico, senza estenderne la portata, ma ha anche condannato il sottoscritto al pagamento di una parte di spese legali. Al danno la beffa !”Continua il maresciallo: “i giudici non hanno tenuto in nessuna considerazione le mie deduzioni e si sono limitati a fare rinvio alla consulenza tecnica, senza tenere conto, immotivatamente che la stessa, come ripetutamente da me evidenzaito, doveva valutarsi tenendo conto di una serie di cose: della perizia giurata di parte che certamente è stata eseguita a sorpresa e senza che preventivamente la ditta reclamante conoscesse che si stavano verificando degli accertamenti;della relazione dell’Arpa che pur ritenendo non violato il decreto sopra citato ha rilevato una intensità rumorosa di gran lunga superiore a quella poi accertata dal Ctu;della relazione della polizia municipale e della relazione della polizia di Stato che non è stata acquisita nonostante ne è stata espressamente chiesta l’acquisizione; delle possibili deposizioni degli informatori che io ho chiesto di ascoltare e che possono testimoniare che ancora oggi i rumori percepibili nella mia abitazione -specie quelle nelle ore notturne- sono nettamente percepibili e particolarmente fastidiosi.” Finale: ora della vicenda è investito il Csm. Oltre che la Procura di Palermo. Come finirà all’onesto maresciallo? Lo Stato gli darà giustizia? Lo “giustizierà”?
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