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Giustizia catanese, elezioni delegati cassa previdenza forense: i “ricchi” contro i “poveri”
Pubblicato il 23 Settembre 2018
In attesa della competizione tradizionalmente più accesa, quella per il rinnovo (?) del Consiglio dell’Ordine, prevista per il prossimo gennaio, l’avvocatura catanese si prepara a un significativo test elettorale dal 24 al 28 settembre.
Si tratta dell’elezione dei delegati distrettuali della Cassa di previdenza forense.
Le liste in campo sono tre, ma al Palazzo di Giustizia di Catania la competizione dovrebbe riguardare soltanto i catanesi in lizza.
Più che uno scontro generazionale, si assiste a una contrapposizione reddituale che vede in campo da una parte il delegato uscente Giuseppe La Rosa Monaco, che rappresenta l’avvocatura già affermata, economicamente solida, che punta a garantirsi una altrettanto solida pensione, e dall’altra l’emergente Luigi Vitali, che si schiera invece apertamente a favore delle migliaia di avvocati recentemente iscritti coattivamente alla Cassa e costretti a pagare contributi dei quali non comprendono l’effettiva utilità futura.
E’ anche uno scontro tra chi con la carriera politica forense ha consolidato posizioni personali e chi ritiene che queste cariche non debbano essere retribuite ma animate dal puro spirito di servizio.
Il delegato uscente Giuseppe La Rosa Monaco, secondo fonti ben informate, incassa infatti un gettone di presenza di 600 euro per ogni trasferta romana (almeno tre al mese) e una indennità annuale di euro 50.000 quale componente del consiglio di amministrazione, oltre alle spese di trasferta (hotel, voli, pranzi).
L’avvocatura meno fortunata, che soffre l’attuale momento di crisi, mal digerisce che il loro rappresentante incassi queste somme per svolgere un ruolo da lui stesso sollecitato nelle precedenti elezioni.
Per amor di verità dobbiamo riferire che la battaglia finalizzata all’eliminazione o riduzione delle indennità era stata avviata dall’associazione ALI guidata dagli avvocati Goffredo D’Antona e Monica Foti.
Quest’ultima, però, pur avendo proposto la propria candidatura per queste elezioni della Cassa forense, ne è stata esclusa per un cavillo procedurale.
Andiamo quindi ad assistere ad uno scontro non solo tra due avvocati, entrambi rispettabili, ma soprattutto tra due correnti di pensiero e forse, addirittura, tra una arroccata elite e la vera base.
di iena incassata marco benanti
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