Giustizia catanese, processo “comizio al Garibaldi”: imputato anche il sottosegretario Giuseppe Castiglione. Quello che vale per il Ministro Idem vale anche per lui?

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Considerazioni “fuori luogo” in occasione di un dibattimento che interessa a pochi o nessuno, ma una domanda viene al cronista, vista la “bufera” che sta colpendo il Ministro Idem, con una posizione molto “più leggera”. Eppure si paventa per lei anche l’uscita dall’esecutivo Letta..

di iena giudiziaria

Nuova udienza, stamane, davanti al giudice monocratico Rosalba Recupido della terza sezione penale del Tribunale di Catania, per il processo che vede imputati il sottosegretario di Stato alle Politiche Agricole ed ex presidente della Provincia Regionale di Catania (oltre che leader Pdl), Giuseppe Castiglione, l’ex sindaco di Catania Raffaele Stancanelli, l’ex direttore generale dell’azienda ospedaliera “Garibaldi” Giuseppe Navarria e il figlio Francesco, consigliere comunale uscente e non confermato a Catania. L’azienda ospedaliera si è costituita parte civile.

Sono tutti imputati in concorso -per violazione della legge elettorale e turbamento di pubblico servizio- nell’ambito di un processo scaturito da un presunto comizio elettorale tenuto all’interno dell’ospedale “Garibaldi” vecchio, a pochi giorni dalle elezioni amministrative del 2008. Oggi, non si sono state dichiarazioni degli imputati (tutti assenti) e gli avvocati difensori hanno dato l’assenso per la rinnovazione degli atti: infatti, fra poco, la dottoressa Recupido avrà un nuovo incarico. L’11 novembre, pertanto, in occasione della nuova udienza, non si dovrà ricominciare daccapo con un nuovo giudice. E’ prevista, invece, la discussione, prologo per la sentenza.

Una domanda ci poniamo: mentre incalza la “bufera etica” sul Ministro Idem (per la nota vicenda dell’Imu sulla quale sono in corso accertamenti), per chi è stato già rinviato a giudizio (ergo con una posizione molto più grave), come Castiglione, non si pone alcuna questione? Strano Paese l’Italia, ma non è una novità.

Il processo, comunque, è ricominciato, il 2 aprile del 2012, dopo che, l’anno precedente, la Corte Costituzionale aveva rigettato l’eccezione di incostituzionalità della legge avanzata da uno dei legali degli imputati, l’avv. Franco Passanisi, che difende i Stancanelli. La Corte Costituzionale nel rigettare l’eccezione aveva evidenziato un caso di “petitum oscuro”, insomma il quesito non sarebbe stato posto in modo chiaro. L’eccezione era stata avanzata, in aula, dall’avv. Passanisi, che aveva evidenziato una disparità di trattamento fra la normativa che regola la propaganda nelle elezioni politiche e in quella che regola la stessa materia nelle tornate amministrative.Il processo, in attesa della decisione, è stato fermo oltre un anno. Il giudice aveva, infatti, dichiarato “non manifestamente infondata” la questione e quindi aveva disposto la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale, sospendendo il giudizio. Il dibattimento, dopo la citazione diretta in giudizio disposta dal dott. La Rosa, si era aperto il 7 luglio 2010, dopo le indagini condotte dalla Digos.

 

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Redazione Iene Siciliane

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