di Ignazio De Luca
“Malacumpassa” da bufala e stucchevole diatriba con la Procura della Repubblica, quella che nelle ultime ore ha visto protagonista assoluto il coordinatore di LiveSicilia Catania e -suo malgrado- il Procuratore della Repubblica dott. Giovanni Salvi.
Verosimilmente, stimolato dalla titolazione che i più diffusi media nazionali da anni ci propinano come trattativa “Stato – mafia”, il coordinatore catanese della testata telematica si inventa, adattandolo, il neologismo trattativa “Stato – Basilotta”, costruendo una sorta di teorema, che avrebbe visto la Procura scendere a patti o simili con Basilotta (Vincenzo Basilotta ha una condanna, ora in appello, dopo un annullamento in Cassazione, per concorso esterno in associazione mafiosa)
Appena la Procura, con comunicato diretto del Procuratore Salvi, smentiva la ricostruzione, spacciata come scoop, questo giornalista perdeva o quasi la trebisonda.
Infatt, magari confondendo l’ingente mole di documentazione, forse influenzato da “campioni dell’antimafia” scappati dalla Sicilia, che forse annusando “fragranze elettorali” imminenti -e necessitando probabilmente di nuova legittimazione politica- sferrano attacchi (gratuiti) alle Istituzioni, non si periterà di controreplicare alla Procura, rivendicando l’esistenza di clausole contrattuali in essere tra le parti( Procura – Basilotta).
Idealmente e realisticamente il “tapiro d’oro” per la più grossolana Bufala travestita da scoop giornalistico è appannaggio del coordinatore di LiveSicilia Catania.
Non ci sarebbe voluto tanto per comprendere, che la presunta trattativa “Stato-Basilotta”, pensata dal coordinatore, altro non era che il tentativo innovatore della Procura di salvaguardare i posti di lavoro di tanti padri di famiglia, che di qua a poco invece, potrebbe rischiare di finire senza occupazione.
L’innovazione procedurale,tentata dalla Procura, mira a salvaguardare l’occupazione di un azienda sottratta alla mafia e in controllo pubblico.
Tutto qua, caro giornalista prima firma di Live Sicilia Catania, e per dimostrarti che non abbiamo nessuna intenzione di sembrare troppo sbilanciati in salamelecchi con la Procura, ti interroghiamo: forse le carte (te le hanno passate anche stavolta?) erano una sorta di specchietto per le allodole?
Meglio. La Bufala, era forse strumentale per legittimarti agli occhi della categoria del tuo ordine professionale che, da qualche parte, malignerebbe che scrivi sotto dettatura di qualche Piemme? La replica al comunicato del Procuratore potrebbe sembrare avere tale scopo.
Cari giornalisti, politici e burocrati che non mi sopportate perché scrivo ciò che nessuno di voi “ordinati”, escludendo Benanti, oserebbe nemmeno pensare, dovrete subirmi per tanto perché mi piace quello che faccio, molto più di quello che facevo prima.
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