Giustizia Evviva: tutti assolti al processo per i parcheggi. Chi “risarcirà” Catania dell’ immenso danno economico subito?

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Considerazioni” politicamente scorrettissime” -nell’era dell’Italietta asservita ai Pm e ai loro fan- sull’ultimo “grande” risultato della Procura della Repubblica di Catania…di iena di strada Marco Benanti 

Non ve l’ha detto nessuno: ma avere bloccato i parcheggi a Catania ha significato circa 250 milioni di euro di “lucro cessante” (e il “danno emergente” a quanto ammonta?). Niente lavori, niente occupazione, niente economia, niente indotto. Tutto per anni e anni di un processo per abuso d’ufficio, finito… in un “grande sbadiglio” (a parte la legittima apprensione degli imputati, che sono uomini, non numeri). Non è questa solo una metafora, è la realtà di un processo che è andato avanti stancamente, che non aveva niente da dire da anni, che ha visto l’ipotesi d’Accusa stracciata dai periti, che ha visto la Procura Generale dire che non c’era violazione di legge, nessun vantaggio e ancora ancora… Un “vuoto pneumatico” andato avanti, quasi per inerzia. Ha detto bene l’ing. D’Urso, ma l’ing. D’Urso -nella lettura dei “sinistri perbene”- è legato a Raffaele Lombardo. Quindi, non conta il merito di quello dice, conta solo l'”appartenenza”. Loro, i “sinistri perbene” sono così, “ragionano” per tribù: la loro è la migliore.

Ma dire tutto questo significa “essere berlusconiani”? Chi glielo racconta a quelle persone, oltre mille in tre anni, che avrebbe potuto trovare pane e speranza in una città letteralmente con le “pezze al culo” da anni? Che tutto è dovuto ad un processo per abuso d’ufficio? Quale abuso? Dove, quando? Ve lo hanno raccontato che il comune avrebbe potuto contare su opere utili anche per affrontare i suoi problemi di bilancio? Ve lo hanno raccontato i “soloni della legge”? Li conoscete: quanti di questi “soloni” hanno problemi di occupazione, di sopravvivenza? Quanti “salotti bene” li coccolano?

Alla fine, tutto è finito, come in primo grado, con un’assoluzione generale. Domani è un altro giorno: a pagare semmai sarà lo Stato, l’ente pubblico. Mai il magistrato. Perchè -ripetetelo a memoria come all’asilo- chi parla di responsabilità dei magistrati è “berlusconiano”. Quindi è “male”. Del resto, l’Italietta è il luogo triste ed ingiusto dove un posto in banca al figlio di un magistrato si trova: un posto di lavoro per un “figlio di nessuno” è sempre e solo una chimera.

 

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Redazione Iene Siciliane

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