Guardate cosa è successo…
di iena giudiziaria
Qual è il livello di sicurezza del Palazzo di Giustizia di Catania? Malgrado tante parole, la situazione è alquanto deficitaria. Quanto deciso dalla Procura Generale, dopo la tragedia di qualche settimana fa a Milano, non rappresenta una risposta esaustiva dei problemi strutturali che si trascinano da tempo. Senza soluzioni vere. Eppure, da taluni uffici le istanze non mancano: e non solo da oggi. Insomma, chiedere il tesserino agli avvocati per l’ingresso, fare le verifiche tramite metal-detector non è certamente risolutivo.
E dire che le tensioni, ogni giorno, non mancano dentro il Palazzo: del resto, si tratta di un ufficio pubblico dove decine di migliaia di persone in carne e ossa vivono momenti difficili, spesso sul filo dei nervi. Un dato che può sembrare banale, che, però, non si dovrebbe dimenticare facilmente. Che poi la tensione possa sfociare in reazioni o in comportamenti al limite questo è alquanto prevedibile. E, in talune circostanze, comprensibile, aggiungiamo noi.
Come accaduto ieri mattina: dentro l’aula tre Gip, un artigiano di 70 anni, Carmelo Di Giacomo si è legato, con un filo di spago. L’uomo ha poi chiamato le forze dell’ordine e la stampa. In questo modo, Di Giacomo ha voluto, con una “manifestazione pacifica” (così ha spiegato ai cronisti accorsi) esternare la sua rabbia per una articolata vicenda giudiziaria che lo riguarda. Insomma, “in modo simbolico” (sono le sue parole) l’artigiano ha protestato. Nulla di grave, certamente. I carabinieri sono accorsi sul posto, hanno parlato a lungo con l’uomo: in aula è arrivato anche un sostituto procuratore, poi l’uomo ha potuto lasciare il Palazzo di Giustizia.
L’episodio è certamente non paragonabile ad altre vicende drammatiche avvenute in questi tempi difficili in Italia, ma rappresenta indubbiamente la “spia” di un malessere per il funzionamento della giustizia che, talora, sfocia in comportamenti che possono destare qualche preoccupazione.
A proposito: da tempo, era stata richiesta la presenza, nell’aula tre Gip, di due carabinieri durante le udienze. Una richiesta appunto. E basta. Da ieri cambierà qualcosa?
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