Giustizia sotto il vulcano, clamoroso (o finalmente?): dallo scandalo “Garibaldi” nuove accuse a Mario Ciancio. E la Corte dispone trasmissione atti alla Procura!


Pubblicato il 20 Febbraio 2013

“Sudpress” con un pezzo a firma del collega Vincenzo Barbagallo, un giornalista non un velinaro, scrive che i giudici di secondo grado passano gli atti all’Ufficio Requirente perchè proceda contro il Padrone di Catania per turbativa d’asta aggravata dal metodo mafioso. E tutto questo, grazie al coraggio dell’avv. Giuseppe Cicero. Quel giorno a sentirlo, eravamo davvero pochi…guarda sotto ienesicule

http://www.ienesiciliane.it/cronaca/6967-processo-appello-%E2%80%9Cgaribaldi%E2%80%9D-nell%E2%80%99indifferenza-di-una-citta-l%E2%80%99avv-cicero-ricorda-cosa-accadde-nello-studio-di-mario-ciancio%E2%80%A6.html

di iena giudiziaria Marco Benanti

Sono arrivate le motivazioni del processo di secondo grado per lo scandalo del nuovo ospedale “Garibaldi” a Nesima (l’altro grande affare è il Tavoliere). Dalle motivazioni della Corte (Presidente Ignazio Santangelo, a latere Giuttari e Muscarella) viene fuori, come riportato da “Sudpress”, un fatto fondamentale e gravissimo: i giudici descrivono, infatti, Mario Cianco come “il manovratore dietro le quinte dell’appalto milionario”- scrive Barbagallo di “Sudpress”. Di qui la trasmissione atti alla Procura. E’ scritto, fra l’altro, nelle motivazioni: “quel soggetto da cui aveva ricevuto quelle minacce larvate non solo era rimasto al di fuori dell’indagine, quasi fosse intoccabile ed innominabile, bensì sembrava avere forti appoggi nella magistratura inquirente locale” (pag 230).

Ci sono voluti 14 anni, siamo d’accordo pure noi con Barbagallo. Chi scrive ha seguito -spesso da solo- le udienze del processo d’appello. Ci è stato anche detto che si trattava di “cose vecchie”….

Chi scrive ha memoria e ricorda anche di Pino Finocchiaro dei suoi articoli negli “anni caldi” dell’inchiesta “Garibaldi”, quando scrivere quelle cose “condannava” all’ isolamento e alla denigrazione, anche e soprattutto della “società bene”, magari sinistra, di Catania, con le sue ipocrisie, le sue vigliaccherie e tanta malafede. Ricordo i “pazzi” del giornale “Controvento” e il “pazzo per eccellenza” (ma di cui si sente tanto la mancanza) il giudice Titta Scidà.

Ricordiamo anche e sopratutto il coraggio dell’avv. Cicero (che ha rinunciato alla prescrizione prima ancora della sentenza di primo grado ed è stato per questo condannato), difeso dall’avv. Antonio Fiumefreddo, ha denunciato fatti e situazioni. Oltre che naturalmente nelle sedi giudiziarie, sul settimanale “Magma” oltre che naturalmente su ienesicule Cicero ha fatto luce su quanto era rimasto nascosto, anche e soprattutto ad una città, Catania, che fa letteralmente paura, per quanto è omertosa e per quante vite e verità sotterra. Per paura, per convenienza. Per vigliaccheria. Domani mattina, presso lo studio Fiumefreddo, come abbiamo già scritto l’avv. Cicero terrà una conferenza stampa, che si annuncia davvero interessante. Malgrado Catania, malgrado i suoi abitanti.

G. Scidà, il “Caso Catania” esiste


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