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Giustizia sotto il vulcano: personale e locali “problemi aperti” in Procura. Ma entro l’anno lo sportello unico
Pubblicato il 05 Marzo 2013
Incontro i giornalisti del Procuratore della Repubblica Giovanni Salvi, con accanto il dirigente amministrativo Michele Russo(nella foto)…di iena giudiziaria marco benanti
Che Catania fosse una sede difficile lo si sapeva, che la città pagava scelte politiche (ricordate l’elezione al Csm del Procuratore D’Agata con il voto del centrosinistra e dei “sinistri comunisti”?) che c’era da recuperare tempo e forse anche decenza lo si sospettava. Bene, Giovanni Salvi sta facendo il possibile: l’uomo è un instancabile lavoratore, una persona seria. Catania non era abituata.
La stessa città che oggi blatera di “rivoluzione, rivoluzione, cambiamento, cambiamento” (nella bocca di tanta gente indifferente, che ha alzato le spalle di fronte a decine di misfatti e di illegalità, irridendo chi non si voltava) oggi deve ascoltare una sorta di cahier de dolèance da parte del Procuratore della Repubblica, in occasione dell’incontro con la stampa sull’attività del secondo semestre 2012: “siamo in una situazione difficile l’organico del personale amministrativo della Procura etnea non è coperto per una percentuale rilevante”.
Accanto al problema del personale -ridotto rispetto a quanto necessario e con un’età media alta, oltre 54 anni, ovvia conseguenza della mancata sostituzione di chi va in pensione- c’è l’altra questione aperta dei locali dell’ufficio requirente, oggi diviso in 11 sedi. Ma perchè in tutti questi anni -ci chiediamo- non si è provveduto?
La questione è vecchia. “Si pagano -ha detto Salvi- canoni di locazione molto elevati. Stiamo spingendo perché si acquisiscano locali pubblici esistenti in modo che non si possano avere spese aggiuntive per lo Stato verso privati e soluzioni più dignitose e funzionali”.
Ci sono, però, anche dati positivi, frutto di lavoro di riorganizzazione di uffici -lo diciamo noi- che evidentemente erano fortemente deficitari.
Il rapporto si è invertito tra nuove iscrizioni e procedimenti definiti. Meno nove percento per i procedimenti iscritti contro noti. All’inizio del 2012 erano 23.619, alla fine del 2012 21.514. Diminuzione per i procedimenti contro ignoti e dimezzamento per le “non notizie di reato”. L’unico dato in controtendenza è sui reati di competenza del giudice di pace. “Su questo fronte – ha spiegato il procuratore – abbiamo avviato un’attività ispettiva che ci permetterà di recuperare il gap entro il primo semestre del 2013”.
Per affrontare la cosiddetta “giustizia minore” è stato creata la sezione Affari Semplici che tratta il 40% delle notizie di reato che giungono all’ufficio giudiziario.
Sono stati creati nuovi gruppo di lavoro per categoria di reato. Per il settore Pubblica Amministrazione dal 1 marzo sono state trasferite dalla Direzione Distrettuale Antimafia i pm Santonocito e Scaminaci.
Annunciata l’istituzione di uno sportello unico, che potrà lavorare anche tramite il web per verificare lo stato delle pratiche, alla Procura per avvocati, polizia giudiziaria e cittadini. Si pensa di aprirlo entro il 2013.
Sul versante delle carceri, Salvi ha annunciato, entro aprile, di un padiglione per la detenzione all’ospedale “Cannizzaro”.
“Un importante traguardo – ha evidenziato Salvi – anche per i pazienti che non dovranno venire a contatto con malati detenuti”. Il Procuratore sull’argomento della detenzione ha evidenziato che “in carcere ci deve entrare solo chi nel carcere ci deve restare”. Perchè la galera è un fatto drammatico, che colpisce la persona.
In questa direzione, è stata data un’ accelerazione delle “direttissime” che hanno consentito di contrastare il fenomeno delle “porti girevoli” nelle carceri.
E’ arrivato anche il “taglio” alle intercettazioni ambientali e telefoniche che costano oltre 2 milioni di euro all’anno. La Procura deve ancora pagare conti in sospeso da quasi un decennio. A bersagli invariati la stima del risparmio è di circa un milione di euro all’anno, il 50% sul totale.
Domanda delle cento pistole da parte nostra: ma perchè prima dell’arrivo di Salvi si spendeva tanto in intercettazioni? Le indagini, per caso, si fanno solo stanno “attaccati” al telefono? Siamo sicuri che non è stato e non è così.
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