Giustizia…”terremotata”, Catania: dopo l’articolo del “Fatto” ecco interrogazione del “M5S”


Pubblicato il 11 Luglio 2016

ecco il testo rivolto al Ministro Andrea Orlando a firma Catalfo, Bertorotta, Puglia, Santangelo  (nella foto- tratta da facebook- l’ufficio dei giudici di cui si parla)

“Premesso che:

il Tribunale di Catania è composto da 6 sezioni civili e 5 sezioni penali, 2 sezioni di Corte di assise, nonché dalla sezione del giudice per le indagini preliminari, oltre ad alcune sezioni distaccate collocate nell’hinterland etneo;

risulta agli interroganti che le attuali piante organiche del personale di magistratura e di quello amministrativo del Tribunale di Catania siano insufficienti rispetto ai reali flussi in qualità e quantità, tanto nel settore civile tanto in quello penale;

la soppressione di molte sedi distaccate e la carenza di organico, che colpisce il personale della magistratura a causa della difficoltà di ricoprire i posti per mancanza di aspiranti comportando un inevitabile blocco del turnover, rischiano di offuscare realisticamente e gravemente l’effettività della funzione giurisdizionale del Tribunale di Catania, al punto da determinare, con molta probabilità e in tempi anche rapidi, la paralisi di molti delicati servizi, con evidente violazione del diritto all’accesso alla giustizia;

risulta inoltre agli interroganti che la celebrazione delle udienze civili presso il Tribunale di Catania sia tenuta in stanze condivise da più giudici;

lo stato in cui versa il palazzo di giustizia catanese è noto da anni, tanto che in un articolo pubblicato in data 30 settembre 2015 sul quotidiano “newsicilia”, il presidente del Tribunale, Bruno Di Marco, aveva annunciato «gravi misure determinate dalla disastrosa carenza di locali che da anni affligge l’ufficio giudiziario. Le aule di udienza all’interno del palazzo di giustizia di piazza “Giovanni Verga”, vecchie e ormai poco adatte alle attività giudiziarie, sono insufficienti in proporzione ai carichi di lavoro poiché mancano anche apposite aule per la celebrazione delle udienze civili»;

si legge inoltre: «In tale proposito – spiega Di Marco – non sarà più possibile assicurare un complessivo volume di udienze civili corrispondente al numero dei giudici in servizio, senza considerare che difettano spazi per ospitare i dodici giudici e il personale amministrativo prima addetti alle sezioni distaccate. Sarà infatti indispensabile ridurre il numero di udienze civili per ogni singolo giudice, in modo da consentire ai magistrati in servizio in tale settore di avvicendarsi negli angusti locali disponibili. Sono consapevole e mi rammarico per le gravi conseguenze che un tale provvedimento determinerà, si tratta di una misura inevitabile al fine di prevenire una vera e propria paralisi del servizio»;

considerato che:

da un articolo de “il Fatto Quotidiano” del 28 giugno 2016, si apprende che 6 giudici che prestano servizio presso la prima sezione della Corte d’appello di Catania si trovano a lavorare in un’unica stanza con 3 computer, alternandosi ai dispositivi elettronici per la stesura delle sentenze;

l’articolo riporta la notizia secondo la quale la stessa stanza è sprovvista di misure di sicurezza, in quanto le finestre antincendio, che per la loro funzione dovrebbero rimanere chiuse, vengono lasciate aperte e sono sorrette da un elastico;

considerato inoltre che risulta agli interroganti che diverse volte è stato sollecitato, dai magistrati del Tribunale e dagli uffici competenti, l’intervento del Comune di Catania per il trasporto degli arredi, nonché per la prestazione di servizi annessi, richiesta che comunque è rimasta inesitata,

si chiede si sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;

quali urgenti iniziative intenda intraprendere, al fine di affrontare e risolvere, in modo strutturale e definitivo, la situazione in cui versa il Tribunale di Catania, considerato che negli ultimi anni esso ha registrato un notevole aumento del carico di lavoro, dovuto principalmente alla soppressione delle sezioni distaccate e quindi all’accumulo delle cause da esse provenienti.”


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