Gli porta via la figlia all’estero: storia di Aldo, padre senza figlia. Abbandonato dalla compagna e dallo Stato


Pubblicato il 08 Aprile 2019

di iena marco benanti

Dal 22 novembre scorso, giorno dell’ultima udienza, dovrà attendere fino al prossimo 21 giugno per tornare a Palazzo di Giustizia (lo chiamano così) di Siracusa, dove la sua ex convivente è imputata di sottrazione di minore.

Nel frattempo, vedere sua figlia è diventato pressoché impossibile: la bambina se l’è portata via, un giorno, la sua ex compagna Eleonora. Dove? In Norvegia, in un posto di cui il padre non sa nemmeno l’indirizzo.

Ad Aldo, allora, quest’uomo tanto simile ad altri piegati ma non spezzati dal “sesso debole”, non resta che proiettare i suoi sentimenti dentro sé stesso o al massimo sui social network: attorno a qualche vecchia foto della sua piccola, magari in braccio. Per tutto il resto, c’è skype, unico mezzo finora che ha reso possibile un “contatto” più o meno diretto con sua figlia. Lontana migliaia e migliaia di chilometri.

Quella di Aldo, 48 anni portati bene, fisico asciutto, sguardo che dissimula serenità, in realtà una maschera che cela il dolore per la violenza psicologica che subisce da anni, rientra in un fenomeno apparentemente sommerso: quello dei padri privati dei figli e scaraventati in una dimensione di vuoto esistenziale. Dicono che la violenza sia maschile e patriarcale: peccato che il mondo reale è leggermente più complesso di una formuletta ideologica da salotto radical chic.

Il mondo reale racconta di una storia d’amore (almeno così sembra) cominciata in sala di tango: lì Aldo conosce Elenora. Fra un ballo e l’altro nasce la relazione che dura cinque anni. Un amore -si dice sempre così- che dovrebbe comportare comprensione e sensibilità: comunque, dopo quattro anni nasce una piccola, dopo cinque anni il rapporto vacilla. Si finisce in Tribunale, che decide di affidare ad Aldo ed Eleonora -congiuntamente- la bambina. Accade, però, che nelle more del procedimento, la donna prende la bambina e se ne va in Norvegia. Senza avvertire Aldo, senza il suo consenso e in palese dispregio della legge.

Dettagli? Forse, di sicuro, ad esempio, la carta d’identità della piccola porta il timbro “non valido per l’espatrio”. Non solo: il Tribunale di Siracusa ha stabilito esplicitamente, con ordinanza del 29 marzo 2017, il diritto del padre di tenere con sé la figlia per 15 giorni, da concordarsi con la madre. L’applicazione pratica di questa statuizione è altalenante: sembra quasi essere rimasta più che altro sulla carta. Aldo ne ha anche per le autorità diplomatiche della Norvegia: “ nulla hanno fatto per garantire i miei diritti di padre, in palese dispregio, fra l’altro, dell’art. 9 della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia il quale prevede testualmente che nessuno può portare via un bambino dal paese in cui vivevano uno dei due genitori, se l’altro non è d’accordo”. Il suo racconto è quello di giornate passate a trovare un contatto, fra un’email e un’altra, con un territorio a migliaia e migliaia di chilometri di distanza, in mezzo ad inefficienze burocratiche e insensibilità diffuse.

Insomma, in questa storia a soccombere non è il sentimento genitoriale (che esiste, esistono anche i padri!), ma anche la legalità ne esce malconcia, malgrado anche gli sforzi dell’avvocato Antonio Pastore che assiste Aldo.

“Mi hanno negato di sapere l’indirizzo dove sta mia figlia” aggiunge Aldo, che ha alle spalle -come in un film già visto da tanti padri o compagni separati- anche una falsa accusa di minaccia indirizzata a lui dall’ex compagna. Il relativo procedimento è stato archiviato lo scorso anno: “…dall’attività di indagine effettuata, allora, le dichiarazioni rese dalla querelante non hanno ricevuto alcun riscontro oggettivo…” è scritto nella richiesta di archiviazione. E ancora: è scritto nello stesso atto che “…i comportamenti denunciati, infatti, costituiscono, semmai, gli alti e bassi di una normale relazione di coppia…A conferma degli sbalzi d’umore della denunciante, si osserva che, il dottore…., psicoterapeuta che ha in cura la…., in una certificazione medica, riguardante lo stato di salute della p.o., ha sostenuto che la stessa ha vissuto momenti di forte contrasto interiore, passando da periodi di accoglienza ed amore con il proprio partner a periodi di forti litigi…”

Aldo ha proposto denuncia contro la ex convivente per calunnia: procedimento archiviato. Nella società patriarcale succede anche questo. Per tutto il resto, per Aldo resta l’attesa e un tempo che si dilata in giornate vuote, senza affetto.


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