Governo e sottosegretari siculi: Gianfranco “tre carte” Miccichè di nuovo in pista. La “risurrezione”? “Grazie al Cavaliere e a Dell’Utri”


Pubblicato il 04 Maggio 2013

Nell’esecutivo più democristiano della Storia, c’è posto anche per chi aveva detto –qualche mese fa- che l’unica cosa di cui si era pentito era stata quella di stare con Berlusconi!”Oscar”… delle “tre carte” alla carriera! di iena memoria storica Marco Benanti

Nell’ottobre scorso, alla vigilia del voto per le Regionali, aveva dichiarato -a Catania durante un confronto fra i candidati alla Presidenza- che l’unica cosa di cui si pentiva era quella di essere stato con Berlusconi! Proprio lui, il “proconsole del Cavaliere” in terra sicula, un “prodotto berlusconiano doc”, una “covata dellutriana”, di quelle “senza se e senza ma”.

L’ “avventura” è finita male e tutti già a dire: Miccichè è fuori giro. E invece, no! Oggi è sottosegretario: alla faccia di chi non credeva in lui. Alla faccia di chi non ha fiuto.

Già, ma quando mai! Si torna in pista. E con i “galloni”. Oggi a Felice Cavallaro del “Corriere” il Gianfranco siculo risponde:“…Chi ringrazia? «Intanto, Berlusconi. Lo devo a lui, grande stratega, protagonista assoluto di questo governo». E le guerre con Alfano, Schifani, Castiglione? «Se ne sono dette di peggio Bersani e Berlusconi. Eppure stanno insieme, adesso. Si litiga anche all’interno della propria area, ma poi con l’età subentrano altri sentimenti» “.E ancora:…Chi? «Voglio ringraziare Raffaele Lombardo che per l’asse Mpa-Grande Sud ha fatto telefonate a Verdini e Berlusconi invocando la mia nomina. Chiesta anche alla consultazione di Letta». Le ricorderanno che è sotto inchiesta per mafia. «Non ho paura di ringraziarlo». E il suo amico Dell’Utri? «Ha telefonato per i complimenti. Credo che abbia avuto anche lui un peso nelle scelte che ha fatto Berlusconi. Non mi vergogno di dirlo. Deve aver pesato». Ci saranno polemiche se sul governo Letta pesa l’input di un condannato per mafia. «Quando scoprirò che è veramente mafioso non lo saluterò. Ma ancora oggi non ci credo». “

Niente male: era dato per spacciato. Invece, eccola, una tirata forte sui percorsi tortuosi e controversi della politica dell’Italietta e …di nuovo in pista! Sottosegretario alla presidenza del Consiglio del governo Letta, con delega alla pubblica amministrazione e semplificazione. Si dice: grazie ai buoni uffici di Dell’Utri, il “filosofo-bibliofilo” ancora oggi sotto processo per concorso esterno in associazione mafiosa.

Ma siccome per i “berluscones” conta il “merito”, ecco, allora, il “taccuino politico” di Miccichè nell’ultimo anno: sconfitta alle amministrative a Palermo, sconfitta -con un “Grande Sud” da Annales- alle Regionali (con annesso “via libera” alla vittoria di Saro Confindustria Crocetta contro Nello Musumeci), dichiarazione di “pentitismo antiberlusconi”, sconfitta alle nazionali. Fuori da tutto? No, perchè il “merito” viene prima di tutto, soprattutto quando sei espressione della “migliore” borghesia siciliana, eterno “baluardo” nella Trinacria. Chapeau!

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