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Gradimento dei presidenti di provincia. Giuseppe Castiglione precipita al diciottesimo posto
Pubblicato il 12 Ottobre 2011
In tre anni ha preso una discesa ripida che sembra non avere fine. L’ultimo sondaggio, si tratta della 15esima edizione di “Monitorprovincia”, sul gradimento dei presidenti di Provincia, realizzato dalla società di ricerca “Datamonitor”, lo ha “condannato”, infatti, ad un modestissimo 18esimo posto, lui che nel semestre successivo all’elezione era stato, invece, il più gradito in Italia.
Ma da allora Giuseppe Castiglione da Bronte, genero del più noto e saggio Pino Firrarello, ha preso una china che sembra inarrestabile, perdendo posizioni dopo posizioni, sondaggio dopo sondaggio. Da quando esiste il monitoraggio del gradimento dei presidenti di Provincia non ricordiamo che il padrone di casa a Palazzo Minoriti abbia mai raccolto un risultato così negativo.
E non può essere certo un caso, nè può ritenersi un problema generale, in quanto altri colleghi dell’onorevole Castiglione mantengono salda la loro posizione o, al limite, perdono qualcosina, una, due, tre posizioni al massimo, all’interno di un processo per così dire fisiologico. Castiglione, invece, a nostro avviso paga la sempre maggiore assenza dalla scena amministrativa locale perché ha preferito inseguire la vanagloria di posizioni di prestigio, ma solo per lui, in ambito nazionale e internazionale.
Eccolo, quindi, nel suo ricchissimo carnet di incarichi istituzionali eletto presidente dell’Unione province d’Italia, ruolo che ha vissuto con non poco imbarazzo quando si è trattato di prendere posizione contro il governo Berlusconi allorchè decise di abolire le province al fine di contenere la spesa pubblica. In quei giorni il prode Castiglione, di solito molto ciarliero, venne colpito da improvviso abbassamento di voce, tanto da lasciare al suo vicepresidente, Antonino Saitta di Torino, attaccare il Cavaliere. A Saitta, poi, riuscì meglio anche perchè milita nel Pd. Non contento delle sue frequentazioni romane, Castiglione si è andato a cercare anche la carica di presidente europeo delle autonomie locali, carica che lo costringe a trasferte nella sua amata Bruxelles, città che per altro conosce per essere stato deputato europeo prima dell’elezione a presidente della provincia di Catania.
Ma Castiglione, che evidentemente è pieno di risorse fisiche e intellettive, ha deciso di impegnarsi anche sul fronte di Mecenate 90, associazione culturale nella quale ricopre, con modestia, solo la carica di vicepresidente. Di cosa si occupa Mecenate 90? Di beni culturali, una materia che non ha mai attirato, però, particolare interesse nel nostro territorio, basta vedere in che stato di trascuratezza sono lasciati i musei della provincia e i beni culturali che costituiscono da sempre una risorsa non sfruttata per l’hinterland etneo. Ma che diamine, c’era una carica libera: perchè lasciarla ad altri?
Naturalmente Castiglione, che a causa dei numerosi impegni tra partito e incarichi vari, si ritrova inevitabilmente (anche senza volerlo) ad essere sempre più lontano dal Centro Direzionale di via Nuovaluce, quartier generale della Provincia, dove ha lasciato una sorta di “commissario regionale”, un’arcigna dirigente della Regione Siciliana, messa lì con il compito di vagliare tutto (più di un bene informato ci dice che spesso non si muove foglia senza il suo consenso), non ha rinuciato all’incarico politico di co-coordinatore del Pdl in Sicilia, impegno gratificante che lo mette soprattutto al sicuro da ogni tentativo di sorpasso a destra, e nel frattempo, tanto per sentirsi ancor più impegnato, ha occupato un altro posto, stavolta alla destra del “padre” Angelino Alfano, nel “comitato delle regole” del Pdl. Che Castiglione sia implacabile nel far applicare le regole agli altri è noto, ma ha dimostrato di essere elastico quando le regole riguardano se stesso (il riferimento è all’elezione a presidente della Provincia di Catania allorché la Cassazione fu costretta a dichiaralo decaduto dalla carica di Parlamentare europeo perché lui non si era dimesso nonostante vi fosse incompatibilità tra le due funzioni). Clicca e leggi articolo di Gian Antonio Stella
Ecco perchè, a nostro avviso ma anche di tanti altri coi quali ci siamo confrontati, il presidente Castiglione, sempre più assente dal territorio catanese a causa dei numerosi impegni, sagra del pistacchio a parte, è adesso solo diciottesimo in Italia per gradimento. Lo preveniamo: non chiami in causa come scusa le minori risorse economiche: la crisi c’è per tutti. Altri, magari piuttosto che accettare incarichi lontano dal loro territorio dedicano tutto il loro tempo all’ente provinciale che amministrano.
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