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“Guerra all’aeroporto” di Catania, le mani sullo scalo di Fontanarossa, Agen: “c’e’ un clan, nel senso scozzese del termine…”
Pubblicato il 06 Luglio 2012
Lo scontro prosegue e si annunciano iniziative giudiziarie…di Iena Con le Ali
Non fa nomi e cognomi quando parla di “clan, nel senso scozzese del termine…”, ma ricostruisce una vicenda inquietante, con tanti punti da chiarire. E certamente se ne occuperà la magistratura. Stamane, in Confcommercio, a Catania, durante un incontro con i giornalisti, presenti molte rappresentanze associative del mondo produttivo catanese, Pietro Agen (nella foto), presidente della Camera di Commercio di Catania e dirigente della Confcommercio, ne ha “cantate” quattro.
E sono parole precise, dure. Parla di patto scellerato, di espropriazione dei diritti, Pietro Agen, presidente della Camera di Commercio di Catania destituito dal suo ruolo in anticipo con una notifica dell’assessorato regionale alle Attività produttive riportante la data del 4 luglio, con la quale si comunica il commissariamento dell’ente camerale etneo, quando invece la scadenza naturale del suo mandato e di tutta la giunta camerale è il 12 luglio prossimo.
Alla stampa Pietro Agen ha annunciato una serie di esposti in Procura e un ricorso contro il suddetto decreto di commissariamento sostenendo che è l’ultimo atto di una strategia ordita per consentire al commissario nominato dal presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, di partecipare all’assemblea per il rinnovo degli organi della Sac, la società aeroportuale di Catania.
“Il commissariamento della Camera di Commercio – ha detto Pietro Agen – è un chiaro atto per impedire di farmi votare l’8 luglio per il rinnovo del cda della Sac. L’origine del tutto sta nell’assegnazione dei seggi camerali decretata dall’assessore regionale alle Attività produttive Venturi per cui Confindustria Catania presentò ricorso avverso al suddetto decreto. Il decreto assegnava all’apparentamento, di cui Confcommercio era capofila, la maggioranza relativa in seno al ricostituendo consiglio camerale, attribuendo, tra l’altro, un seggio dell’industria all’apparentamento stesso. Ad oggi, l’assessore Venturi, di matrice confindustriale, non si è ancora pronunciato rispetto al ricorso presentato da Confindustria Catania. Ecco perché non si comprende il fatto che la giunta regionale abbia commissariato l’ente camerale etneo non ancora scaduto”.
In conferenza stampa, il presidente provinciale di Confcommercio Riccardo Galimberti, esprime una preoccupazione di fondo per quanto riguarda le categorie rappresentate in Camera di Commercio. “Proprio in questo momento di grave crisi – spiega Galimberti – ove si avverte la necessità indifferibile di avere concretezza, visione e proposizione, si assiste invece all’esfoliazione della rappresentatività. In parole povere – continua il presidente di Confcommercio Catania – si indeboliscono i sindacati e la politica prende questi spazi. Clamoroso come il Sole 24 Ore, giornale di Confindustria, anticipi le attività dell’assessorato regionale alle Attività produttive dandone pretestuosa ricostruzione, ledendo onore e operato dell’ente, ma evidentemente, il famoso pattum sceleris è pianificato e portato avanti da un gruppo ben organizzato che non ha la cura degli interessi del territorio ma opera in una logica di spartizione del tutto per pochi”.
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