Guerra di mafia sotto l’Etna: 11 fermi, sventati due imminenti omicidi

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di Iena Antimafia

11 fermi di indiziato di delitto, due vite salvate, sullo sfondo una “guerra intestina” dentro Cosa Nostra catanese. Questo, in estrema sintesi, il senso dell’operazione, portata a termine dai Ros e dal Comando provinciale dei Carabinieri di Catania, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Catania, illustrata, stamane, in conferenza stampa, dal procuratore della Repubblica Giovanni Salvi e dai vertici dello stesso Ros, con il generale Mario Parente e il maggiore Lucio Arcidiacono, il comandante provinciale dei Carabinieri Giuseppe La Gala.

Destinatari del provvedimento di fermo, indagati per associazione mafiosa, sono Francesco, Carmelo, Pietro, Paolo e Angelo Mirabile, Daniele Nizza, Lorenzo Saitta, Antonino Santapaola (figlio di Salvatore), Roberto Vacante, Salvatore Guglielmino e Lorenzo Michele Schillaci. Questi ultimi due –secondo la ricostruzione degli investigatori- erano finiti nel mirino dei Mirabile che stavano progettando di eliminarli.

“…Le attività tecniche hanno consentito –è scritto nel comunicato dei Ros- di documentare le crescente tensione tra le due componenti della ‘famiglia’ etnea che aveva determinato i ‘Mirabile’ a pianificare imminenti azioni di fuoco in direzione di Schillaci Lorenzo Michele e Guglielmino Salvatore, già esponenti della componente ‘Mirabile’ e recentemente transitati nelle fila della contrapposta compagine degli ‘Ercolano’, nonché nei confronti di altri esponenti di vertice di questo ultimo schieramento. Situazione di criticità che ha reso necessario l’intervento d’urgenza…”.

“Siamo dovuti intervenire per evitare che ci potesse essere spargimento di sangue”- ha sottolineato il procuratore Giovanni Salvi in conferenza stampa. Le indagini hanno permesso di accertare gli attriti all’interno del gruppo Ercolano-Mangion, in collegamento con i figli di Nitto Santapaola, ed i fratelli Antonino e Salvatore Santapaola, vicini alla famiglia Mirabile. Una dinamica conflittuale già emersa nell’operazione antimafia “Dionisio” del 2005.

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Redazione Iene Siciliane

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