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“Guerra per le nomine all’aeroporto di Fontanarossa”, Agen: “Branca? Il senatore Firrarello mi ha fatto il suo nome”
Pubblicato il 23 Giugno 2012
Intervista esclusiva a “ienesicule” del Presidente della Camera di Commercio di Catania, Pietro Agen (nella foto). Che ne dice quattro a tutti. E sulle prossime nuove nomine. Diciamo noi: l’Avv. Vito Branca ha smentito, allora il suo nome è stato fatto a sua insaputa?
di Iena con le ali, Marco Benanti
Attorno al futuro dell’aeroporto di Fontanarossa si è scatenata una “bagarre” niente male. Ma perché? Che c’è dietro? Poltrone? Interessi economici? Posti di lavoro? Abbiamo rivolto qualche domanda a Pietro Agen, presidente della Camera di Commercio di Catania, ente socio della Sac, società di gestione dello scalo catanese. Agen è da settimane protagonista al centro -metaforicamente- dell’ “arena Fontanarossa”.
Dott. Agen, come stanno le cose sulla Sac al momento attuale? “Si è parlato molto di cose di cui nessuno sa. Come Camera di Commercio noi abbiamo semplicemente chiesto che si vada rapidamente al rinnovo delle cariche peraltro scadute…”
Scadute quando? “Le cariche scadono col mandato, salvo il diritto di portare all’approvazione il bilancio…”
Quindi, tradotto? “A norma di legge il 28 giugno, poi con una forzatura, a mio parere illegittima, si è deciso di arrivare all’8, 9 luglio. Cambia poco. Forse qualcuno spera che prima di quella data ci commissarino in modo che vota Lombardo e non votiamo noi”
E’ corretto dire che c’è una “bagarre” oppure è una forzatura giornalistica? “Diciamo che alcuni giornali hanno gettato fuori dei nomi a sproposito, io credo che quando un giornalista o pseudotale getta dei nomi a sproposito probabilmente c’è qualcuno che gliel’imbecca. Mi sono stati attribuiti candidati, ho detto fin dall’inizio che io voglio due persone in consiglio, uno dei due si chiama Totò Bonura, l’altro mi riservo di darlo, lo dirò al momento opportuno.”
E cosa è successo di fronte a queste sue esternazioni? “E’ uscito fuori che il mio candidato è Santo Castiglione. Ho anche chiarito che non sarà comunque Santo Castiglione la persona che io indicherò.”
Santo Castiglione è il candidato di chi, se è candidato? “Potrebbe essere, uso il condizionale, della politica. Santo Castiglione mi ha parlato, mi ha chiesto cosa ne pensavo, gli ho detto che non dipende da me, dalla politica, parla con la politica gli ho detto. Se la politica lo designa, non sono io che devo decidere.”
Quale deve essere il profilo del presidente della Sac? “Ma poi io dico perché parliamo del presidente e non parliamo del direttore, invece?”
Parliamone…“In un aeroporto e ce lo insegna Palermo, in questi giorni la grande battaglia, l’uomo chiave non è il presidente è il direttore e in seconda battuta l’amministratore delegato. Invece, qui parliamo sempre del presidente, perché diciamo chi non è esperto in materia societaria individua nel presidente il capo. Non è così. Il Presidente in una società ha compiti limitatissimi, soprattutto se c’è la presenza dell’ amministratore delegato e di un direttore con i controattributi. Facciamo l’esempio Fiat. Chi è il presidente della Fiat? Uno che non conta niente. Chi è l’amministratore delegato? Uno che comanda e poi si è messo a fianco un grande direttore.”
Parliamo del direttore attuale della Sac… “Il direttore attuale della Sac è una bravissima persona, ci mancherebbe altro, però è in scadenza.”
Quando scade? “Diciamo che un primo incarico gli scade quest’estate e un secondo l’anno prossimo, mi pare a giugno. Lei non pensa che si sarebbe dovuto pensare con forza alla creazione di un successore?”
E di questo, invece, non si parla… “Non si è mai parlato, mai, si è tenuto un grande silenzio.”
Lei ha qualche spiegazioni plausibile? “Ma io posso anche pensare un nome nel cappello a cilindro, che qualcuno pensasse di fare domani il direttore lui, non lo so, non sono un dietrologo. So solo, faccio una considerazione, che avendo sollevato per anni il problema della ricerca di un direttore, non mi risulta che sia stato fatto. Io mi sono mosso. Io ho il direttore nella manica, al momento opportuno anche quello tirerò fuori.”
A suo avviso, quale dovrebbe essere il profilo essenziale del presidente? “Se dovessi fare la descrizione, lo vorrei non vecchio, lo vorrei intelligente, lo vorrei colto, perché la cultura comunque è un bene, lo vorrei soprattuto distaccato da quelli che sono stati tutti Poteri forti di questa città, quindi, molto libero ecco.”
Un’utopia… “Io al momento opportuno tirerò fuori un nome che non sarà un’utopia, poi voglio vedere chi candidano gli altri. Poi andiamo a fare lo screening di quelli che saranno i candidati e vedere il livello a cui vola la Camera di Commercio di Catania e il livello a cui volano gli altri.”
Parliamo di sostanza. Che c’è nell’aeroporto che attrae tanta attenzione? E’ una questione di denaro, di economia, di potere? “Innanzitutto, ci sono molti posti di lavoro, perché vede la barzelletta che si racconta, secondo cui non ci sono assunzioni, ma è chiaro, le assunzioni la ‘Sac’ e la ‘Sac service’ le hanno fermate, per precisa volontà, fra l’altro, di tutti noi, non solo di Catania. Ma altre società hanno continuato ad assumere, la ‘Handling’ ha assunto, secondo me anche in violazione di legge se devo essere preciso. Coloro che vincono le gare assumono, chi prende i servizi assume. Le faccio una domanda: secondo lei, la ditta ‘Operosa’ che ha le pulizie qualche consiglio non lo prende? Secondo lei, quelli che aprono i negozi, i bar, i ristoranti qualche consiglio sulle assunzioni non lo prendono? Allora è molto importante essere là dentro, insomma parliamo chiaro, senza fare nessuna illegalità, si possono fare…”
Un serbatoio di occupazione… “di occupazione, quindi di amicizie, di clientele legittime, nulla di illegale.”
Ci sono appalti sostanziosi? “Ci saranno appalti grandissimi, pensiamo solo ai lavori di rifacimento della pista che partiranno quest’anno a fine ottobre, pensiamo a quello che succederà con la nuova pista, pensiamo alle ristrutturazione della vecchia stazione ‘Morandi’, pensiamo a diecimila altre cose, pensiamo alla stessa operazione della ‘Global service’ che si è cercato disperatamente di fare a fine mandato, nonostante esistessero pareri molto diversi.”
In cosa consiste? “La ‘Global service’ consisterebbe nella esternalizzazione di tutti i servizi di manutenzione, più altri, all’interno dell’aeroporto di Catania, fra l’altro esperienza che hanno fatto altri aeroporti, mi risulta con non molta soddisfazione. C’è stata una fretta disperata, pensi che addirittura nell’ultimo consiglio era l’ultimo all’ordine del giorno e questo nonostante alcuni consiglieri avessero votato contro e nonostante io avessi dichiarato apertamente di non avere ancora un’idea definita e di avere ancora molti dubbi.”
Se qualcuno dicesse che ritorna il “vecchio cavallo” della privatizzazione a buon mercato dello scalo, lei riterebbe che è un’ipotesi plausibile? “Non credo che sia nei sogni degli attuali gestori, devo essere sincero.”
O di quelli che vogliono venire… “Beh, chi vuole venire a Catania spera sempre di avere a che fare con gli africani, di comprare con alcune collanine, alcuni anellini.”
E’ un’ipotesi lontana, quindi? “Assolutamente, io credo che all’interno di Catania esistano intelligenze forti in grado di fermare questo tentativo, che peraltro in passato c’è stato. Io non posso dimenticare quando venne fatta la proposta legata al gruppo ‘Gamberale’, che era una vera e propria espropriazione di fatto dell’aeroporto di Catania. Io, in quella occasione, rifiutai addirittura di incontrare Gamberale, altri lo hanno incontrato.”
Su “ienesicule” abbiamo fatto una sorta di risiko con le presunte alleanze. A suo avviso le cose stanno così, ci siamo andati vicini? “Ci siete andati vicini. Secondo me, è anche più estesa di quello che avete detto. Cioè esiste palesamente oggi un asse, non lo definineri nemmeno confindustriale, di alcune aree di Confindustria, di alcune aree dell’antiracket, quello che Orlando chiama l’antiracket degli affari, antimafia anzi degli affari e di alcuni poteri politici, uno per tutti quello del Presidente della Regione, ma non solo. Noi troviamo il diavolo e l’acqua santa che portano avanti battaglie assieme. Sono un innocentista nel caso Lombardo, spero mi stupisce che un colpevolista ad oltranza come Lumia non abbia remore ad andare a bracceto, mi stupisce l’amico Lo Bello, mi stupiscono tanti altri”.
Ma Lo Bello che ruolo che ha in questa storia, a suo avviso? “Lo Bello è un abilissimo manovratore delle coscienze e delle intelligenze, poi si tratta di chi legge tutto il libro o chi legge soltanto il primo capitolo e le ultime dieci pagine. Se si legge tutto il libro credo che i dubbi che ho io li abbiano tanti altri.”
Senta, l’avv. Branca ha smentito l’ipotesi che abbiamo fatto noi. A suo avviso, è veramente fuori da questa “partita”? “Ho grande stima nel dottore Branca, credo a quello che mi ha detto, in data non sospetta, alcune settimane fa. Sono assolutamente convinto che siano altri a volersi giocare il suo nome per creare confusione. Fra l’altro, l’avv. Branca, da grande professionista qual è, non credo che ne avrebbe un grande vantaggio neppure economico ad entrare in aeroporto. Fra l’altro, credo che Branca la veda come me, le minestre riscaldate non sono mai l’ideale.”
Altri –diceva lei- della politica, magari? “Ma certamente, l’origine è firrarelliana. Mi pare che l’abbiano capito tutti, lo stesso Pino Firrarello me l’ha detto molto francamente, gli do atto di questa correttezza e trasparenza.”
Senta, ma i Poteri forti esistono in questa storia, si stanno muovendo? “Secondo me più di Poteri forti io ho la sensazione che si tratti di interessi forti. Guardi, la Sicilia, ultimamente lei ha visto le operazioni relative alla’ Tirrenia’, ad altre società, alla stessa ‘Dr’, quella sul rigassificatore di Siracusa, su tante altre cose, che danno la sensazione –ripeto- più che di Poteri forti, di un nuovo tentativo di colonizzazione della Sicilia come quella degli anni Sessanta con le ‘cattedrali nel deserto’, dove alcuni ometti locali fanno da mediatori in queste grandi operazioni.”
Che giudizio dà di Mancini come presidente e come uomo? “Come presidente do un giudizio mediamente positivo, non entusiastico, perché come gli ho sempre detto ha fatto cose buone, è stato molto lento in altre, non ne ha fatte alcune. Comunque, non è un giudizio negativo. Come uomo lascio giudicare agli altri. Mancini sa da sempre che io sono contrario alle cariche di lunga durata, lo sapeva prima, mi aspettavo da lui, sinceramente, che fosse più vicino alla nostra volontà di cambiamento, non dico altro. Poi non sono nemmeno un dietrologo a pensare che Mancini abbia fatto accordi con altri. Non mi interessa. La gente giudicherà.”
La Camera di Commercio di Catania sarà commissariata? “Ma è evidente. Il 10 luglio noi scadiamo, quindi per legge dovranno nominare un commissario. Non hanno avuto il coraggio di nominarlo prima, perché avremmo ‘sparato’ un 700 (ricorso d’urgenza, ndr) avremmo vinto e li avremmo messi nei guai, perché non c’erano le condizioni.”
E a quel punto che succederà? “A quel punto succederà quello che è successo ad Enna, che cercheranno di impedire le elezioni perché sanno di perdere, questa è la nuova democrazia.”
Chi cercherà di impedire? “Quelli che l’hanno impedito ad Enna, l’assessore Venturi, che poi rappresenta –lo dice il ‘Corriere della Sera’- imprenditori siciliani, no?”
Come andrà a finire questa storia? “Io sono un duro settentrionale trasferitosi in Sicilia e come tutti i duri sono fortemente convinto che chi opera onestamente alla fine vince. Solo questione di tempo. Faranno perdere soldi, denaro, occasioni alla Sicilia ma alla fine usciranno sconfitti, perché hanno tutti scheletri negli armadi, io e miei amici non ne abbiamo, la differenza è tutta lì.”
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