“Guerra” per lo scalo di Fontanarossa: domani assemblea dei soci decisiva. Ma chi si occupa dei veri problemi dell’aeroporto?


Pubblicato il 29 Luglio 2012

In vista ennesima “puntata” dello scontro di potere. Intanto, preoccupa o dovrebbe preoccupare il futuro di “Windjet”: ma chi se ne interessa davvero?Di Iena con le AliLo “spettacolo” è quello di sempre: una città “spettatrice” mentre su “capitoli” fondamentali del suo destino si va avanti (o indietro?): tutto resta sopra le “teste” di abitanti, non di cittadini.Questo lo scenario, in cui da mesi prosegue la “guerra” sull’aeroporto di Fontanarossa: c’è da fare le nuove nomine del management dello scalo. A parole, tutti o quasi, parlano di scelte di alto profilo, di “professionalità” che devono venire prima della “politica” vista –a parole- come una sorta di “diablo”. Nella realtà, la politica sta ormai spadroneggiando e quel che accadrà domani, in occasione dell’assemblea dei soci, è ormai strettamente legato ad equilibri politici. Il resto sono chiacchiere, in stile gesuitico per taluni.Domani tema centrale dell’assemblea è l’approvazione del bilancio: ci sarà? In caso negativo, è pronto…ad intervenire il Tribunale. E diventerebbe tutto più complicato ed imbarazzante. Già, perché i veti rischiano di paralizzare la società, che gestisce un grande aeroporto, che –a parole- tutti definiscono “volano dello sviluppo economico”. Invece, su cosa c’è stato lo scontro finora? Sulle poltrone. Questo a prima vista. “Resta tu che resto io, vado via, non vado via”, uno “spettacolo” triste e molto poco…imprenditoriale. Di fatto, dell’aeroporto, del suo futuro, di quali strategie si vogliano attuare non si è discusso o quasi. Come al solito, i piani di una vicenda sono molteplici: quello più evidente, quello mediatico, è stato un “baillame” di annunci, belle parole, proclami, mentre la realtà era ed è ben diversa. La realtà dice che la politica rischia di decidere tutto: domani che accadrà? Se gli “schieramenti” che si contrappongono non troveranno accordi, che cosa succederà? Si tirerà alle lunghe? E con quali prospettive?

Una domanda, in particolare: qualcuno vorrà ancora insistere sul nome di Gaetano Mancini, dopo il rinvio a giudizio? Con quali motivazioni, eventualmente, si sosterrà questo nome? Scava scava, di “petizioni di principio” o “scontri ideali” resta poco o nulla: troppi interessi, ingenti interessi economici, sullo scalo, troppi personalismi, voglia di egemonia, egocentrismi (Agen contro Lo Bello, Lo Bello contro Agen?). Il resto è propaganda. Ci sono poi, personalità di assoluto valore, come Franz Cannizzo, portate avanti come candidate da soggetti imprenditoriali. Ma la domanda sorge spontanea: non sono i soci di Sac a fare le proposte di governance?

Mentre accade tutto questo, sul futuro dello scalo aumentano le “nubi” e sono “nuvole” che potrebbero fare paura: in particolare, le “nubi”, di cui già di parla da mesi, sono quel futuro della compagnia “Windjet”. Nell’ipotesi che le “nubi” diventino “tempesta” cosa accadrà? I riflessi sulla Sac sarebbero devastanti in termini economici, di presenze, di indotto. Un autentico “terremoto”…di milioni di euro di perdite. Ma di questo si parla? Di questo ci si attiva per fronteggiare eventuali problemi seri? Ma quando mai! La realtà è che questa espressione della “classe dirigente” catanese mostra, per l’ennesima volta, il suo volto reale, quello fatto di piccoli interessi particolaristici, di incapacità congenita di orizzonti ampi, di inidoneità quindi ad affrontare problemi seri e complessi come quelli di uno scalo come Fontanarossa in temini di prospettiva. Si va avanti, invece, sul “presente”: ora, qui e basta. Ma così dove si può mai andare davvero?


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