History Channel: Catania, arrivano i “moti proletari”! Li guida il “Lenin della Barriera”, ovvero l’ “Antimafia degli Amici”!

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di iena antImpotenti  marco benanti (satira)

Ienesicule: Siamo stati sulla via del bosco, nel quartiere di Barriera, nord Catania. Qui, si sta preparando la rivoluzione comunista, una rivoluzione che promette di mettere tutto sotto sopra, a cominciare dai tavoli dei bar adiacenti sino alle lenzuola delle casalinghe emancipate dal patriarcato.

Qui, abbiamo intercettato il nuovo “Lenin della Barriera”, protagonista di questa pagina di Storia imminente. Che promette botti e luminarie come per la festa del popolo di S. Agata e la gioia del sottoproletariato rossazzurro per la recente sconfitta della Juventus. Insomma, qui si fa la Storia. Avanti saliamo: verso il socialismo!

Salendo la via del bosco, siamo giunti in via cardinale nava (prima traversa a destra, primo moto proletario). Ecco la prima tappa del nuovo leader del proletariato. Insomma, Vladimir la rivoluzione si avvicina?

Lenin della Barriera: sì, certamente, ci siamo, grazie al nostro sindaco la strada dell’emancipazione del proletariato è avviata. La linea del progresso e quella del decoro urbano, angolo variante del centro storico, incrocio palazzinari assortiti, sono appunto in linea. Giusta. Siamo fedeli alla linea, insomma.

Ienesicule:cosa blocca ancora il processo rivoluzionario?

Lenin della Barriera: quelli che non ubbidiscono. I pericoli della reazione sono ancora vivi e vegeti: c’è ancora gente che scrive e pensa, che pensa e scrive quello gli pare, non quello che pare a noi. Non le pare controrivoluzionario? Dico: singoli che pensano con la propria testa.

Senza delegare a noi, senza delegare a noi il giusto e l’errato. Siamo veramente alla controrivoluzione più becera. Chi non delega non è un vero rivoluzionario. Ed è anche mafioso. Viva la delega! La delega è rivoluzionaria: tu devi solo obbedire, il resto lo facciamo noi.

Ora mi scusi devo riprendere a provare il mio ritornello preferito che farà da sottofondo alla rivoluzione comunista: “un, due, tre polizia, oh Polizia, polizia mia, tre, quattro, cinque viva viva l’Arma pia, sei, sette, otto unico onore le Fiamme Gialle di gente con le palle. E sopra tutto, sopra in alto a sinistra, la parte sana della Nazione, quella Magistratura che sempre vale più di cassetti chiusi, o meglio di ogni serratura”. Sono questi i nostri valori, mica i vostri, di voi reazionari.

Ienesicule: apprezziamo la coerenza, come dire valoriale, da Karl Marx a Gianni De Gennaro, da Federico Engels ai Piemme.

Insomma, saliamo, andiamo all’angolo con via Castello e saliamo ancora verso la via della promozione del proletariato.

C’è la spiega la sua concezione di “mafioso”?

Lenin della Barriera: il mafioso è quello che non la pensa come noi. Noi siamo l’antimafia. Il resto o è mafia o è collusione o amicizia con la mafia. O peggio ancora lettore di Sciascia. I libri di Sciascia bisogna abolirli.

Ienesicule: magari con un bel rogo democratico?

Lenin della Barriera: perché no? Ma sempre da sinistra. Ergo, in nome della democrazia. Senza alcuna doppiezza.

Chiaro, no? Guardi, non faccia troppo il reazionario: noi siamo l’antimafia, noi e basta. I nostri amici possono fare qualsiasi cosa, io sarò con loro.

Ienesicule: il fare come ci pace è cultura berlusconiana.

Lenin della Barriera: in questo caso, no, è di sinistra.

Comunque, non mi interrompa, che poi perdo la linea. Allora: saremo l’avanguardia dell’antimafia. Con licenza di fare come cazzo ci pare. Gli altri, quelli reazionari, insomma quelli che fanno domande un po’ come le sue, no. Questi saranno giudicati e indicati al popolo come mafiosi e/o nemici del popolo. Laicamente, s’intende. Democraticamente, voglio dire. Ora è chiaro?

Ienesicule: sì, proprio un laico ragionare è il suo. Una coerenza di pensiero fondata su un malinteso rapporto di amicizia e sul rapporto personale, con annessa omertà.  Insomma, una dinamica di casta, di clan. Non c’è male come avanguardia del proletariato.

Lenin della Barriera: ma non mi interrompa, con le sue frasi mafiose. Noi dell’antimafia siamo abituati a farci le domande e a risponderci da soli. E le risposte sono sempre giuste.

Ienesicule: beh, come potrebbe essere altrimenti…

Lenin della Barriera: ma che fa? Fa pure riflessioni…allora, torniamo alle cose serie. Le dicevo: stiamo preparando, grazie alla nuova ondata progressista che ha letteralmente invaso Catania e la Sicilia, un grande moto proletario…

Ienesicule: un moto raduno?

Lenin della Barriera:  dicevo, un moto che cambierà tutto. In nome della verità. Che siamo noi, appunto.

Ienesicule: chiarissimo.

Lenin della Barriera: laicamente, ci poniamo come l’avanguardia dell’antimafia, sappiamo tutti, leggiamo tutte le notti il noto “io so” di uno dei nostri miti.

Ienesicule: chi? Quello che venne nella sede del candidato a sindaco Enzo Bianco per una festa elettorale?

Lenin della Barriera: non ricordo, anche se l’ha fatto, lui lo può fare. Gli altri no. Guardi, comunque lei mi sta facendo perdere la pazienza, lei fa domande, invece, si prendere nota e trascrivere. In silenzio.

Ienesicule: ci scusi, non siamo abituati alle caserme. O alle segreterie di partito o alle assemblee popolari della Rete: per noi sono la stessa cosa.

Lenin della Barriera:si vede che lei è fascista. Ora riprendo il filo, dicevo il moto proletario sarà fatto di grandi personalità, tutte rigorosamente del nostro gruppo, chiamato l’ Antimafia degli Amici, che metteranno tutto a posto. A cominciare dalla loro posizione.

Ienesicule:appunto, la loro posizione, su questo non ci sono dubbi. Uno con un collegio parlamentare sicuro fuori dalla Sicilia, un altro un bel posto nel Servizio Pubblico Radio-Televisivo, uno a scrivere grandi pièce per programmi storici. Come quelli magari di gente come Marzullo? Non è bello? Solo per fare esempi,  dico. Ma ci sono tutti grandi nomi, tutti immancabilmente giusti, magari corrucciati per la triste condizione di Catania. Che loro hanno abbandonato da anni e anni.  Per seguire una vita di grandi difficoltà, quasi di stenti. Un’esistenza dolorosa: magari anche da Montecitorio a viale Mazzini a Roma. Da brividi!

Ma soprattutto: ma soprattutto persone perbene e al di là di ogni sospetto.

Lenin della Barriera: esattamente. Vedo che lei ha pericolosamente capito. Il sospetto è la chiave di tutto: ricordi quel film? “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”? Ricorda quel dirigente di polizia?

Ienesicule: chi, l’assassino?

Lenin della Barriera: Ecco, noi siamo diventati come lui. Culturalmente, siamo omologhi. Usiamo lo stesso linguaggio: siamo per l’Ordine e la Legalità. Rigorosamente di sinistra. Ma tutto questo, finchè è funzionale a noi. A noi.

Mettiamo, allora, assieme –in un’implacabile colpa collettiva- i “viziosi” che vanno a buttane, i rapinatori di merendine e gli studenti reazionari che non occupano le scuole. Ergo non sono di sinistra.

Tutti contro l’ Ordine Costituito. Gente che denota mancanza di rispetto per la Magistratura e la Polizia, le forze sane della Nazione, le forze antimafia per eccellenza. Senza dimenticare l’Arma dei Carabinieri, ovviamente. Lei vuole criticare l’Arma dei Carabinieri? Noi, non lo consentiremo. Questo deviazionismo di destra sarà duramente colpito.

Ienesicule: un tempo, ci ricordiamo che la sinistra era garantista…

Lenin  della Barriera: allora, lei è berlusconiano, lo dica, lo dica subito, è libero di dirlo. E poi chi è garantista è amico dei mafiosi. E’ vero, lo diciamo noi, ergo è vero.

Ienesicule: no, era solo una constatazione storica. Un fatto culturale. Ad occhio, però, devo dire che non c’ è nulla di nuovo: lei è semplicemente un catanese. Rivoluzionario magari, a modo suo, ma certamente un bell’esempio di catanese. Medio. Ne incontro ogni giorno al bar.  

Lenin della Barriera: lei sta pericolosamente deviando, siamo già oltre l’Oltraggio all’Antimafia. Degli Amici. Credo che lei presto sarà indicato-popolarmente- come Nemico del Popolo. Stia attento, a quello che le potrebbe capitare, chessò quattro intercettazioni messe bene dalla nostra polizia, due abbinamenti logico-mafiosi fra una sua vecchia zia e l’ultimo suo acquisto in un negozio del centro di Catania. Sa, gli errori si pagano…basta una cena sbagliata. E zac! Lei è nei guai, più e ancora di quanto non lo sia oggi, per essermi messo contro di noi.

Ienesicule: guardi, il linguaggio mafioso mi ha sempre fatto sbadigliare, mi ricorda molto i discorsi delle donne, quindi, cerchi qualcosa di più consistente, la prego, Vladimir. Ora devo siamo arrivati? In via De Logu, a Barriera?

Lenin della Barriera: sì, un altro luogo del moto progressivo. Popolare, s’intende.

Ienesicule: ma lei lo sa, lo scriverà che in questa città i comitati d’affari non si sono mai chiusi? Che i grandi affari continuano? Che la Procura della Repubblica sembra talora un po’ distratta? E che gran parte della cosiddetta sinistra a Catania è assolutamente funzionale a questo regime?

Lenin della Barriera: questo è linguaggio berlusconiano, quindi, quello che lei dice è falso.

Ienesicule: saliamo ancora, via antonello da messina.

Ma insomma per diventare antimafioso cosa bisogna fare?

Lenin della Barriera: occorre fare quello che diciamo noi, o meglio, per essere più precisi, quello che dico, voglio dire, indico io. E’ tutto molto semplice e democratico.

Ienesicule: indubbiamente. E chi lo stabilisce che uno è mafioso e l’altro è antimafioso?

Lenin della Barriera: io

Ienesicule: e chi lo stabilisce se un articolo è mafioso o antimafioso?

Lenin della Barriera: io.

Ienesicule: ma non è queste violente definizioni servono ad mettere fuori chi dà fastidio, chi non è nel coretto antimafioso?

Lenin della Barriera: no, assolutamente. Noi chi rompe i coglioni, chi non è in riga, in linea, insomma chi non ubbidisce direttamente lo diffamiamo. Con una decisiva mano dei nostri Amici del sindacato.

Ienesicule: e non è quello che abbiamo detto noi?

Lenin della Barriera: sì, ma è vero perche’ lo dico io.

Ienesicule: e chi lo stabilisce se la pizza ai quattro formaggi è mafiosa o antimafiosa?

Lenin della Barriera: io….Ora, pero’ siamo quasi in vetta, sulla via del Bosco. Aspetti qui, c’è un venditore ambulante di frutta e verdura. Abusivo. Ora mi faccio la spesa.

Ienesicule: ma non è illegale?

Lenin della Barriera: no, lo faccio io, quindi, è legale e antimafioso. A presto. Al primo moto proletario, il primo accusato –popolarmente- dai miei commissari del popolo –democratici s’intende- sarà proprio lei. Lei fa domande. E ragionamenti. E questo basta e avanza.

Il ragionare non è ammesso nel nostro sistema: ragionare significa colpa. Significa la morte dell’obbedienza. Democratica A noi, pardon per noi. La saluto. Addio, traditore.

Ienesicule: Arrivederci, catanese, pardon Vladimir. Attendo la Sua “Rivoluzione”.

Ps: almeno io non ho preso lo stipendio da un cavaliere del lavoro, finito per essere sospettato di avere ordinato l’omicidio del mio direttore. Certo, la morte ha chiuso ogni discorso su questo. Ma almeno io avrei dato le dimissioni dopo il suo licenziamento. Invece, quel “rivoluzionario”, ma soprattutto, prima di ogni cosa, catanese, non l’ha fatto. Questa è la coerenza, quella del catanese medio.

 

 

 

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Redazione Iene Siciliane

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