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History Channel, Catania dichiara guerra a Firenze: la Reazione apre il “fronte interno” con storie di violenza su turisti e dal Municipio si risponde per …le rime! Il consigliere diplomatico Spadaro ha inoltrato la dichiarazione al collega toscano
Pubblicato il 21 Agosto 2015
“Chi non salta è fiorentino!”: ecco lo slogan per andare in battaglia.
A guidare il complotto sarebbe tale Alighieri Dante…
di iena pisana
La “rivoluzione della primavera catanese” è nel mirino della Reazione: un nugolo di forze oscure, di lunghe ombre, di intrighi neri, di opachi interessi vogliono rovesciare la grande esperienza di cambiamento che si sta vivendo sotto l’Etna. Il capitalismo internazionale, in unione con la sua componente pluto(Topo)demo(Minni)giudaico(Pippo), ha giocato la sua nuova “carta”: Firenze.
Dal capoluogo toscano si manovra: come? “Gettando fango”-gridano dal Palazzo di Nanilandia, alias Palazzo degli Elefanti. Una serie di “storie” di violenza su turisti che gli investigatori locali, al comando di “Sir Sherlock Holmes da Picanello” e coordinati dal Piemme De Bufalis hanno subito decriptato: un complotto, una vera congiura reazionaria. Messa in moto dalle forze del capitalismo internazionale, in combutta con danarosi esuli. L’immagine della città va in frantumi e la Reazione gode! A questo punto, che fare? Il popolo vuole sapere. Anzi, la piazza.
L’intelligence catanese si è coordinata con una sincera forza democratica,l’Ovra: dalla loro unione è venuta fuori la verità. Al centro del complotto parrebbe esserci un esule danaroso: tale Alighieri Dante, fiorentino. Costui sarebbe animato da fatti personali: gli era stata promessa una consulenza su “tre passi nel delirio, Inferno, Purgatorio e Paradiso”, ma alla fine l’amministrazione comunale non avrebbe mantenuto i patti. Sembra perché di “esperti della materia” a disposizione ce ne sarebbero stati già tanti.
E allora Alighieri Dante avrebbe scatenato…l’inferno. “Ma siete ignoranti! Non è Alighieri, ma Cacciaguida il capo dei congiurati” –avrebbe dichiarato il Ministro della Guerra Orazio Licandro. Questo sarebbe stato l’avvio del nuovo Consiglio di Guerra, subito convocato dal Podestà, Sua Altezza Enzo Bianco. Come sempre, sul pezzo. E tutto d’un pezzo è stato anche stavolta il Ministro della Guerra Licandro, che ha indicato, con sapienza ed intelligenza superiori, la via per scompaginare, senza commettere un errore sequispedale, il nuovo complotto della Reazione. “Cacciaguida, Cacciaguida!” ha urlato il Ministro. “Cacciagione? E ora di pranzo?”-avrebbe detto, risvegliandosi da un abbiocco, il Ministro SdirrubbaCantunera (per i non catanesi, abbatti-cantunera)Luigi Bosco.
L’atmosfera si è fatta all’improvviso dolce. Clima da dolce stilnovo. E allora il Ministro della Scuola Popolare Scialfa si è presentata in nuovo look: “son Beatrice, proprio io, Beatrice in cerca di messere Alighieri. Oh, Dante, Dante, dove sei? Che mi fai? Con tal forze ti sei messo? Oh, Madonna, oh Madonna, torna dolce, torna allo stil novo!”
Nella Sala del Mappamondo, pardon Sala Giunta, l’aria si è fatta subito temperata. E bianca come il color del viso della Beatrice. Che implorava messere Dante di non farlo. “Non lo fare, non lo fare”: per un attimo il “Consiglio di Guerra” ha intonato poche note di pace. Ma, all’improvviso, il Ministro della Produzione e del Cemento Salvo di Salvo ha posto un dubbio amletico: “Cacciare o Sostare? Un posto o due?” . E il Ministro del Commercio alla Norma Angela Mazzola ha subito affermato: “Cacciare? Ma io vado via a settembre”.
In quel momento, però, un piccione viaggiatore è giunto sul tavolo. Dalle zampette è spuntato un messaggio; veniva dalla “Multiservizi”: “non ho soldi, mi dimetto, firmato il Presidente Michele Giorgianni”. Un momento di buon umore ha pervaso la sala (ma il Ministro dei Conti e dei Marchesi Giuseppe Girlando avrebbe sogghignato “poi ci faremo…i conti in rosso, Madama la Marchesa”), quasi intenerita dal “potente mezzo” utilizzato dalla “Multiservizi” per comunicare col Palazzo.
Subito, però, il Ministro della Mobilità Incerta Rosario D’Agata ha riportato la discussione nel suo giusto alveo: “qui, si manipolano le mappe!”-ha denunciato. Perché? “Anche oggi –ha raccontato ancora tutto sudato- per arrivare a Palazzo ho fatto un giro un po’ lungo: da Messina, via Siracusa, sono arrivato a Catania centro. Lo stradario che ho potrebbe essere stato alterato.” E da chi? “Ciano!” –avrebbe gridato Licandro. “Ciano chi?” avrebbe chiesto il Ministro alla Successione Marco Consoli. “Ciano Berretta” avrebbe risposto il Ministro della Guerra.
Immediatamente, il piccione viaggiatore è stato inviato con un messaggio segreto agli agenti dell’Ovra. Dove sarà mai “Ciano Berretta”? I primi sospetti vanno nella direzione di un acconciatore….catanese!
Sembra che il messaggio per l’Ovra fosse di questo tenore: “dateci un taglio a questo”. Ma mentre il clima si surriscaldava, con prese di posizione e fotografie di gruppo, ad un certo punto il Podestà ha tirato fuori una dei suoi “pezzi da novanta”: la telefonata giusta. “Sapete che faccio io adesso? Per risolvere tutto, chiamo il mio amico Barack!”
Con piglio decisionista come al solito, Bianco ha telefonato alla “Casa Bianca”. Ma c’è stato un piccolo contrattempo. Quale? “Who’s White?”-avrebbe risposto il Presidente Usa. Che avrebbe aggiunto: “J know Christmas White, White Mountains, Montblanc Pen, but J don’t know this White”.
E a questo punto, nella sala, si sarebbe scatenato un dubbio: che il complotto fosse arrivato oltre Oceano?
Ma la reazione è stata immediata: “chi non salta è fiorentino!”, con questo slogan guerresco, tutti i componenti del Consiglio di Guerra si sarebbe messi a saltare. Provocando un sisma sentito da Catania a Santa Venerina.
E a niente sarebbe valso l’appello alla moderazione del Ministro Consoli (“a Firenze c’è un foro dove potrei superare l’esame di avvocato…” avrebbe mormorato all’orecchio di Luigi Bosco, di nuovo assopito): guerra, e guerra è stata.
To be continued…
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