SUNIA di Catania
comunicato stampa
Per fare “rigenerazione urbana” non basta che l’amministrazione comunale investa denaro del PNRR sugli interventi edilizi nei quartieri più difficili di Catania, se poi non ascolta il sindacato degli inquilini e le associazioni che lavorano ogni giorno sul disagio sociale e sulle conseguenze dei cambiamenti climatici in città.
La pensa così il SUNIA di Catania che in una nota firmata dalla segretaria del Sunia Sicilia, Giusi Milazzo insieme alla segretaria del Sunia Catania, Agata Palazzolo, e al responsabile Urbanistica della segreteria, Mario Spampinato, ricordano che il sindacato degli inquilini, le associazioni e i comitati civici catanesi, da tempo chiedono una programmazione di iniziative urbanistiche sociali e culturali tra loro integrate.
“Se i fondi del PNRR destinati al Piano urbano integrato di Catania in territori complessi e diversi tra loro come Librino, Monte Po e San Berillo, saranno destinati al solo intervento edilizio o urbanistico, il risultato sarà del tutto inefficace o comunque marginale e non sarà raggiunto l’obiettivo di rigenerazione urbana, – si legge nella nota- tanto più che l’Amministrazione ha scelto deliberatamente di troncare qualsiasi forma di interlocuzione con le organizzazioni che operano nei territori interessati ai progetti. Il sistema che si continua ad utilizzare è quello della caccia ai bandi e ai finanziamenti senza alcuna programmazione coordinata, e spesso senza una valutazione sull’efficacia degli interventi che, non calibrati sui reali bisogni, rischiano di essere quantomeno inefficaci. Ci chiediamo se rifare la pavimentazione e creare qualche aiuola a San Berillo vecchio possa in qualche modo intervenire sul benessere di chi in quel quartiere vive. È invece palese alla città che in quel che resta del vecchio quartiere c’è bisogno di altro, di un progetto pensato ed elaborato sulle esigenze reali, con cui poter affrontare i problemi sociali e il disagio anche abitativo. Trame di Quartiere ha per esempio denunciato che i lavori si sono improvvisamente bloccati aggiungendo disagio a disagio”.
Concludono Milazzo, Palazzolo e Spampinato: “Ci chiediamo se qualcuno abbia ipotizzato di interloquire con i tanti senza casa che in quel quartiere vivono per prospettare alternative e soluzioni. È questa la città che cerca un nuovo futuro di città coesa e solidale? Pensiamo di no e ci lascia perplessi il fatto che nell’atto di indirizzo del Pug approvato dalla giunta e approdata in Consiglio comunale, sembra si delinei una Catania che dovrebbe invece avere le caratteristiche della città accogliente e coesa, rigenerata per chi ci vive e abita e poi resa attrattiva anche per il turismo”.
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