I lavoratori e le lavoratrici Dusmann e Pfe addetti alle pulizie scolastiche hanno occupato la Sala consiliare della provincia di Catania rimarranno in occupazione ad oltranza fino a quando non verrà data piena esecuzione all’accordo siglato nel mese di aprile 2011 presso la Prefettura di Catania.
“Con la nostra protesta denunciamo innanzitutto l’irresponsabile comportamento delle ditte Dusmann e Pfe che, in violazione a tutti gli accordi presi, hanno provato ad imporre ai lavoratori un’inaccettabile taglio dei salari attraverso un’improvvisa ed ingiustificata riduzione dei servizi di pulizia nelle scuole.
Sul punto ci teniamo – continuano a spiegare i rappresentanti dei lavoratori – a chiarire che gli accordi siglati in Prefettura prevedevano in assenza di finanziamenti ministeriali sufficienti alla copertura integrale del servizio, l’attivazione degli ammortizzatori sociali per la cui adozione sussistono tutte le condizioni previste dalla legge. .
Le Ditte invece, senza fornire i dovuti chiarimenti sul reale ammontare delle risorse ricevute, hanno autonomamente ridotto il servizio compromettendo l’igiene degli istituti scolastici e mettendo a rischio il futuro di oltre 400 famiglie catanesi.”
I lavoratori hanno “denunciato” inoltre l’assenza inquietante delle istituzioni a loro dire incapaci di vigilare sull’esecuzione di un appalto pubblico di enorme rilevanza sociale, economica e lavorativa, e di far rispettare gli impegni assunti in un tavolo tecnico di massima rappresentanza istituzionale.
Adesso chiedono l’immediata convocazione di un nuovo tavolo tecnico per dare esecuzione a quanto già deciso a Catania nel mese di aprile o in alternativa per dare anche in Sicilia attuazione a quanto stabilito nelle altre regioni d’Italia.
“Informiamo, infatti, la città che nel resto del paese la vertenza è già stata risolta e che i servizi di pulizia sono stati attivati a pieno regime mentre la Sicilia continua ad essere drammaticamente penalizzata. Ci uniamo infine alla protesta di studenti e genitori stanchi di scuole in condizioni igieniche indecenti e chiediamo che non siano famiglie e lavoratori a pagare inefficienze, inaccettabili speculazioni e disprezzo per i diritti di chi lavora”.