I soldi de La Margherita, Lusi: a Bianco un mensile di 3.000 euro poi passato a 5.500″. La replica di Bianco: “tutto lecito”


Pubblicato il 17 Maggio 2012

di iena politica

Tremano i partiti foraggiati grazie al finanziamento pubblico, cioè coi soldi dei cittadini. Dopo i fatti sconcertanti che stanno emergendo all’interno della Lega Nord, il partito che pretendeva di fare la morale a “Roma ladrona”, adesso torna di moda l’ex Margherita, vicenda della quale vi abbiamo dato delle anticipazioni nelle scorse settimane. L’ex tesoriere della Margherita Mario Lusi sta cantando facendo luce su come venivano spesi i soldi del partito. Lo avrebbe fatto ieri, nel corso di un’audizione alla Giunta delle immunità di Palazzo Madama.

Lusi avrebbe fatto il nome dell’ex sindaco di Catania e plurisenatore Enzo Bianco. Diversi quotidiani, infatti, riportano le presunte rivelazioni di Lusi secondo cui avrebbe corrisposto ad Enzo Bianco “un mensile di 3 mila euro, poi passato a 5.500”. E aggiunge che, tra il 2009 e il 2011, dava denaro anche ad una società di Catania legata al marito della segretaria di Enzo Bianco, a cui secondo l’ex tesoriere sarebbero stati dati complessivamente circa 150 mila euro.

Nelle sue dichiarazioni Lusi avrebbe tirato in ballo anche Francesco Rutelli al quale dice che venivano fornite delle cifre ingenti in occasione delle elezioni. E poi Renzi: “Renzi ha richiesto dei soldi, circa 100 mila, anzi 120 mila euro suddivisi in tre fatture, poi Rutelli mi ha chiesto di non pagargli la terza e così ho dato a Renzi solo 70 mila euro”. È una delle rivelazioni che l’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi, secondo quanto riportato oggi da alcuni quotidiani, avrebbe fatto ieri sera durante la sua audizione alla Giunta delle immunità di palazzo Madama. “Io ero il tesoriere – ha raccontato secondo quanto viene riferito oggi sulla stampa – ovvero il bancomat del partito. Io il garante di una spartizione 60/40 tra popolari e rutelliani”.

L’ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, come dicevamo ha parlato di fronte alla Giunta delle immunità di Palazzo Madama. E ha rivelato come venivano distribuiti i soldi della cassa del partito di cui era tesoriere. Parla di Francesco Rutelli, di Renzi ma anche di Enzo Bianco. Secondo quanto riporta “la Repubblica”, al senatore catanese del Pd sarebbe stato versato un mensile di 3.000 euro, poi passato a 5.500. A una società di Catania che sarebbe legata al marito della segretaria di Bianco sarebbero stati pagati circa 150 mila euro, erogati tra il 2009 e il 2011.

Non si è fatta attendere la replica del senatore ed ex sindaco di Catania, Enzo Bianco. “L’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi – replica Bianco – ha ribadito in Senato quanto già ampiamente diffuso attraverso i giornali, con malcelato scopo intimidatorio, il 3 e il 9 marzo scorsi. E cioè che, con le risorse del partito venivano finanziate attività politiche, come è normale che sia”. Insomma, per l’ex sindaco di Catania sarebbe tutto lecito: “Nel percorso che porta alla liquidazione della Margherita, infatti, sono stati incentivati esodi, e il personale dipendente che lavorava per me è stato opportunamente sostituito da contratti di collaborazione e di prestazione di servizi. In modo assolutamente trasparente, con accrediti bancari, in forza di regolari contratti le cui spese sono documentabili sino all’ultimo centesimo, si è proceduto in questa direzione”.

Per Enzo Bianco: “tanto gli accrediti quanto le fatture – passate attraverso una società che ha un regolare contratto con la Margherita per la fornitura di servizi in questione – erano riferite a retribuzione di collaboratori, affitto di sedi, stampa dei manifesti, organizzazione di convegni, pubblicità nei giornali. Attività, per un soggetto politico, non solo lecite, ma doverose. Io non ho trattenuto un solo centesimo, e se Lusi o chiunque altro afferma il contrario, lo trascinerò in tribunale”.

Secondo l’ex sindaco della primavera catanese, pertanto: “tutto è stato fatto alla luce del sole, come è nella mia storia e nella mia tradizione politica. Cercare di distrarre l’attenzione dalle malversazioni messe in atto da Lusi o peggio ancora di intimidire (come hanno affermato con grande chiarezza la Procura di Roma e il giudice delle indagini preliminari), suscita in me un sentimento di profonda indignazione”.


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