I Sommersi annegati, i Salvati rinchiusi nella nave


Pubblicato il 31 Luglio 2019

La storia ritorna , con sembianze mutate. I “Sommersi e i Salvati” è il titolo di un famoso libro di Primo Levi del 1986 “ sulla natura del male e sulla natura dell’uomo”. Una lucida analisi sulle “ragioni” che portarono allo sterminio di bambini, uomini e donne, nei Lager. Una strage accaduta in Europa. Nazisti e fascisti, con l’ausilio di molti scherani reclutati in parecchi paesi europei, si proclamarono “razza elettaprocedendo allo sterminio dei “diversi”.   “È avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire”. E’ questo l’insegnamento solenne!

Nelle vicende tragiche e recentissime che si sono svolte negli ultimi giorni nel mare Mediterraneo i SOMMERSI sono rappresentati dagli annegati, circa centocinquanta, che giacciono nei fondali marini. Decine di corpi sono stati recuperati, portati sulle spiaggi libiche e coperti con grandi teloni neri. Hanno la stessa composizione umana riportata da Primo Levi: bambini, donne e uomini. Sono i “resti” del contenuto umano di tre grandi barconi colati a picco, così per “malasorte”.

La drammatica novella – rapidamente scomparsa dai notiziari informativi – così è stata raccontata. Come se fosse una disgrazia ineludibile. Non ci sono, quindi, responsabilità politiche e sociali. E’ stato il triste fato, padrone dei destini e del mondo. Il fato è cieco ed incontrollabile, necessita l’abbandono e la resa. Mentre la “fortezza Europa” alimenta i respingimenti, innalzando “muri” sempre più alti. 

E’ l’ultima strage di una lunghissima serie composta, in pochi anni, da decine di migliaia di persone. I “numeri” enunciati riguardano le vittime degli eventi noti. Poi, ci sono gli altri, gli scomparsi, mai da nessuno dichiarati. Ufficialmente non fanno parte del cumulo dei cadaveri, quindi non sono mai esistiti. Non sono compresi nelle statistiche mortuarie. Non hanno viso, nome, storia personale, sentimenti e desideri. La stragrande maggioranza degli affogati rientra in questa “categoria”. A pochissimi, di tutti, è stata riconosciuta un’identità. ….Tanto sono solo “ gli scarti del mondo”. La “contabilità riguarda solamente un piccolo  spicchio di mondo, quello più vicino all’Europa.

Eppure facevano parte dell’enorme schiera dei rifugiati, che fuggono a decine di milioni, dai tanti luoghi mondiali colpiti dalle guerre e dai moderni lager, dagli avanzanti disastri ambientali, dalla fame della desertificazione, dalle conseguenze delle  avide iniziative dei poteri dei paesi ricchi, o dal desiderio di avere una vita migliore. Nelle patrie costituenti l’Europa, per lo più, con disprezzo, vengono chiamati migranti. Rinnegando il pathos operativo  che ha costituito sempre, fin dai primordi,  la storia del nostro pianeta. E ancora ne è nerbo strutturale. Basta solo ripassarsi i recenti avvenimenti migratori esportati  dal nostro Paese.

SALVATI sono le 135 persone tenute a bordo della nave Gregoretti della Guardia costiera. Da ieri sera sono diventate 131 a seguito dello sbarco a Catania della famiglia di una donna incinta. Stante le decisioni del governo nazionale non possono sbarcare. Dicono di essere in “attesa di notizie di ripartizione” da parte della Comunità europea, mentre si sfugge dagli apposti incontri europei che dovrebbero stabilire nuovi criteri di suddivisione dei salvati.  Una ”scena”, sconvolgente e vessatoria degli Umani, che specie nel corso dell’ultimo anno e mezzo si è ripetuta moltissime volte. Un trattamento, di rigetto al fondamentale principio di accoglimento dettato dalla Costituzione dalle Regole e dai Trattati internazionali, applicato metodicamente  nei riguardi dei Salvati da parte delle navi delle Ong o in dinamiche considerate “spettacolari” operate da navi della Guardia costiera.

Il caso della “Diciotti”  consumatosi nell’agosto dello scorso anno nel porto di Catania parla chiaro. Solo lo sdegno  e il richiamo ai valori civili e democratici costituenti reclamati nella  forte mobilitazione popolare – dopo una settimana di presidio permanente, oltre 5000 persone parteciparono alla manifestazione che portò, poi, nella notte, allo sbarco dei rifugiati – sbloccò  l’indegna situazione, con la fine della reclusione sulla nave dei rifugiati.

Sono rinchiusi nella nave! Umani che portano atroci dolori e sofferenze morali e materiali. Scampati alla morte! Hanno bisogno di immediata assistenza.

Cinquanta sono stati salvati da un peschereccio di Sciacca nella notte tra mercoledì e giovedì, dell’armatore Gaspare Giarratano….con la dichiarazione:   “ gente di mare non ne lascia naufraghi”. Poi trasbordati dopo 12 ore nella nave Gregoretti che aveva già a bordo  altri 85 rifugiati salvati da motovedette della Guardia di finanza. E’ un’affermazione fondamentale di pace e solidarietà, coerente con i valori democratici della nostra Repubblica.

La nave non ha avuto un porto assegnato dalle strutture italiane. Fino alla notte di sabato è rimasta davanti al porto di Catania, poi ha avuto il comando di recarsi ad Augusta, dove ha attraccato al molo dedicato alla struttura militare della Nato. Domenica, alle ore 9.00, il presidio “Porti Aperti” degli antirazzisti catanesi si è svolto al molo di levante del porto etneo.

Nella tarda serata di domenica i rifugiati non sono ancora sbarcati. Si sta organizzando la protesta di resistenza democratica, contro gli ululati razzisti che da molti mesi rimbombano forsennatamente a sfregio dei Diritti fondamentali, contro gli Umani e le Organizzazioni Umanitarie – ONG

Lettera di Memoria e Libertà

La “Lettera” è dedicata alla memoria di Nunzio Di Francesco (nella foto), partigiano catanese, sopravvissuto al lager di Mauthausen – deceduto il 21 luglio 2011.


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