L’ing. Leone confermato commissario straordinario in uno degli enti più incredibili dello Stivale. Una vicenda farsesca degna di questi tempi…di Iena Marco Benanti
Parafrasando la celebre operetta “Elogio alla follia”, possiamo ben dire che la farsa a cui stiamo assistendo riguardo l’affaire Iacp avrebbe ispirato Erasmo da Rotterdam ad una rivisitazione più approfondita del suo noto capolavoro. Siamo appena venuti a conoscenza, dal sito ufficiale della Regione Siciliana, che con deliberazione n.146 del 21 maggio 2012, il presidente Raffaele Lombardo ha rinominato l’ing. Antonio Leone, quale Commissario Straordinario dell’Istituto Autonomo per le Case Popolari di Catania. Tra le premesse della delibera, viene citata la nota prot.35256/Gab del 5 aprile 2012 con la quale l’assessore regionale per le infrastrutture e la mobilità, Pietro Carmelo Russo “designa” l’ing.Leone al fine di evitare,udite udite, “soluzioni di criticità” nella gestione dell’Iacp di Catania. Abbiamo capito bene? Evidentemente non ci eravamo accorti che la gestione Leone fosse stata costellata da alti standard qualitativi che hanno portato l’ente ad essere additato ad esempio di efficienza, rigore e soprattutto di legalità per l’intera pubblica amministrazione. Chiaramente i rinvii a giudizio per truffa, abuso d’ufficio, falso ideologico, a vario titolo, dell’ex (?) direttore generale Santo Schilirò Rubino, di funzionari e di dipendenti dello stesso Istituto possono essere considerati alla stregua di semplici peccati veniali. Ovviamente, il “buco” di oltre trenta milioni di euro accertato dal nucleo tributario della Guardia di Finanza, attualmente sotto la lente di ingrandimento della Corte dei Conti, può definirsi come un mero “incidente di percorso”.
Certamente, la nomina a responsabile del servizio del patrimonio di un funzionario imputato per associazione mafiosa (già prescritto per vicende inerenti a gare di appalto banditi dallo stesso Iacp) sarà stata attribuita per un semplice “disguido” di carattere burocratico. Oppure neppure questo. Indubbiamente, la mancata nomina di un nuovo direttore generale, che paralizza l’attività dell’ente, e permette all’inquisito Schilirò di dirigere illegittimamente l’istituto sarà dovuta alla “penuria” di dirigenti, in tutta la Sicilia, in possesso dei prestigiosi titoli occorrenti a ricoprire una siffatta autorevole carica. Insomma, lo dobbiamo ammettere, c’eravamo sbagliati, non avevamo capito che il certosino lavoro del commissario avesse portato così tanti benefici al disastrato Iacp; c’è voluto il solerte intervento dell’assessore Russo a ricordarcelo, l’ing.Leone, uomo di fiducia del presidente Lombardo, è indispensabile: la sua “dipartita” (metaforicamente) da questa strabiliante conduzione dell’ente, avrebbe portato lo stesso, inevitabilmente, a “soluzioni di criticità” tali da mettere in pericolo la sua sopravvivenza. E pensare che le Iene, decine di altre testate giornalistiche, la Guardia di Finanza, la Procura della Repubblica, la Corte dei Conti e via discorrendo, pensavamo esattamente il contrario, prosit.
P.S. è opportuno sottolineare che l’articolo in questione non ha attinenza con l’attuale panorama politico siciliano, fatti e riferimenti sono puramente casuali e non riconducibili al governo balneare e alla pioggia di incarichi clientelari messi in atto dalla dimissionaria amministrazione regionale.
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