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“Iblis”. La Procura di Catania chiede l’archiviazione della posizione di Raffaele Lombardo
Pubblicato il 29 Novembre 2011
La Procura della Repubblica di Catania ha avanzato richiesta di archiviazione nei confronti del governatore della Regione Sicilia Raffaele Lombardo. L’istanza si riferisce a tutte quelle vicende dell’inchiesta “Iblis” rimaste fuori dal decreto di citazione diretta a giudizio per voto di scambio, la cui udienza, lo ricordiamo, è fissata per il 14 dicembre prossimo davanti al giudice penale monocratico.
A richiedere l’archiviazione al Gip sono stati, nei giorni scorsi, il procuratore aggiunto Michelangelo Patané, che ha retto con senso di responsabilità la Procura nel periodo di vacatio, e il coordinatore della Direzione distrettuale antimafia di Catania, Carmelo Zuccaro.
La decisione passa adesso al Giudice dell’Udienza Preliminare (GIP) che, Codice di procedura penale alla mano, può percorrere tre diverse strade: archiviare, come appare più probabile, richiedere ulteriori indagini o disporre l’imputazione coatta così ribaltando la richiesta della Procura. Ipotesi remota quest’ultima, verificatasi per esempio nell’indagine a carico dell’ex ministro dell’Agricoltura Saverio Romano per il quale la Procura di Palermo aveva chiesto l’archiviazione mentre il Gip ha espresso parere opposto.
La richiesta di archiviazione per Raffaele Lombardo e suo fratello Angelo potrebbe essere stata avanzata dalla Procura di Catania anche alla luce del famoso pronunciamento del Csm che, proprio all’inizio dell’autunno, entrando nel merito di “Iblis”, aveva sostenuto che “l’esercizio dell’azione penale per un reato diverso da quello originariamente ipotizzato non esime dall’obbligo di richiedere l’archiviazione anche per i fatti che non risultino inclusi nella nuova qualificazione giuridica privilegiata dal procuratore della Repubblica”.
Per fratelli Lombardo, infatti, la procura nell’ambito dell’inchiesta “Iblis” aveva deciso per il voto di scambio, lasciando cadere ogni altra ipotesi di reato.
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