Iblis, perché tirare in ballo il Gip Gari quando è certo che non sarà lui a vagliare la posizione del Governatore?


Pubblicato il 24 Giugno 2011

lomb_primo_intIn medio stat virtus, dicevano i latini: mai massima fu più opportuna per descrivere l’attegiamento con cui accostarsi a trattare le vicende giudiziarie, soprattutto dei potenti. Invece, l’animosità gioca brutti scherzi: allora sulla stampa “marca Liotru”, animata da “sacro furore” contro il Governatore Lombardo, si possono leggere strafalcioni, come quello che vorrebbe possibile da parte dei Pm titolari dell’inchiesta “Iblis” interpellare direttamente il Csm per riottenere il fascicolo “avocato e stralciato” dal capo dell’Ufficio Requirente. La decisione del Procuratore facente funzioni Michelangelo Patanè può essere “contestata” giuridicamente? Certamente, ma con un atto, una memoria diretta proprio a lui. Poi il Procuratore, in caso di diniego, dovrà mandare tutto al Consiglio Superiore. E così è stato, il resto è roba da bocciatura all’esame di procedura penale. Comunque, si va avanti, sotto il Vulcano è sempre tempo di novità: del resto, a Palazzo di “giustizia” spesso gli avvocati –quelli che hanno ancora la parola in autonomia e non “appaltata” ai giudici- parlano di codice “parallelo” , di “rito catanese” a spiegare in modo ironico certe decisioni controverse dei magistrati.

Esiste poi una sorta di “caso Gip”(?): l’ha sollevato il difensore del capomafia al 41 bis Pippo Ercolano, l’avvocato Fiumefreddo. Secondo il legale, impegnato a suo modo in una “battaglia” antimafia e “antisistema” contro Lombardo e gli uomini a lui in qualche modo collegati, non dovrebbe essere il Gip Gari ad occuparsi di “Iblis”. Motivazioni giuridiche? Sua moglie, la dott.ssa Rita Cinquegrana, è sovrintendente al Teatro Massimo “Bellini” su nomina dello stesso Lombardo. Lo stesso posto dove sedeva qualche anno fa lo stesso avv. Fiumefreddo. Ma allora sicuramente Lombardo non era nemmeno lontanamente sospettabile di “rapporti” paramafiosi, altrimenti l’avv. Fiumefreddo avrebbe sicuramente preso le distanze dal Presidente.

Il legale, quindi, ha ricusato il dott. Gari: ma è davvero questo Gip nelle condizioni di incompatibilità previste dalla Legge? E’ davvero così? Il giornalista d’inchiesta Antonio Condorelli, cronista appassionato di vicende giudiziarie, ha dichiara a ienesicule: “non ci sono queste condizioni. E poi Gari dovrà pronunciarsi su altri indagati non sui Lombardo, compito che sarà assegnato ad altro Gip, in quanto Gari essendosi già espresso su indagati dell’inchiesta a quel punto sarà sì incompatibile”. Insomma, come per il presunto ricorso al Csm dei quattro Pm antimafia ci dovrebbe essere più precisione nel dare le notizie.

Spaccatura. C’è da dire che di fatto, però, esiste una spaccatura in Procura: i quattro Pm rivogliono il fascicolo sui Lombardo e sull’imprenditore Ferdinando Bonanno, per i quali volevano e vogliono il rinvio a giudizio: idea molto diversa da parte, invece, del procuratore capo facente funzione Michelangelo Patanè e dell’aggiunto Zuccaro, i quali nel materiale raccolto non rilevano quell’apporto concreto che la giurisprudenza indica per dimostrare il concorso esterno in associazione mafiosa. Sentenza Mannino docet. Naturalmente, il dott. Patanè precisa che si tratta solo di “diversità di vedute giuridiche”, ma la divaricazione, la differenziazione forte è nei fatti.

Di Jena a pois

Scarica/visualizza l’istanza di ricusazione presentata dall’avv. Fiumefreddo


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