“Iblis”: Raffaele Lombardo, cita in giudizio il quotidiano “Repubblica”: “campagna di stampa ‘falsa e diffamatoria’”


Pubblicato il 01 Giugno 2012

Azione giudiziaria contro i giornalisti Viviano e Ziniti, il responsabile della sede palermitana Sebastiano Messina e la società editrice. La vicenda della presunta richiesta d’arresto, smentita. Anche dai vertici della Procura di Catania. Ecco il testo del comunicato dell’ufficio stampa della Presidenza della Regione Siciliana:

a cura di Iena Giudiziaria

“L’Onorevole Raffaele Lombardo, sia personalmente che nella sua qualita’ di Presidente della Regione siciliana, ha fatto notificare una citazione in giudizio ai giornalisti de “La Repubblica” Francesco Viviano e Alessandra Ziniti ed al responsabile della sede palermitana del quotidiano Sebastiano Messina nonche’ alla Societa’ editrice l’Espresso S.p.A. al fine di ottenere il risarcimento dei danni subiti, nella sua duplice veste, dalla campagna di stampa “falsa e diffamatoria” posta in essere dal Gruppo Repubblica – L’Espresso nel corso del 2010.

In particolare il quotidiano “La Repubblica” in piu’ circostanze ha diffuso la notizia “destituita di fondamento – sostengono i legali di Lombardo – che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania, nelle persone dell’allora Procuratore D’Agata e dei suoi sostituti, aveva depositato presso l’ufficio del Gip una richiesta d’arresto per il Presidente Raffaele Lombardo”.

“Solo la secca smentita del Procuratore D’Agata, che si e’ visto costretto a reiterarla per ben due volte – si legge nell’atto di citazione – ha evitato una grave deviazione del percorso democratico deciso dal popolo siciliano col voto espresso nella primavera del 2008”.

“Il tentativo del gruppo Repubblica – L’Espresso di precedere l’evento determinandolo non ha avuto successo ed ora il medesimo gruppo ediutoriali ed i singoli responsabili personalmente, dovranno rispondere di tale condotta dinanzi al Tribunale Civile di Roma”.

Il Presidente Raffaele Lombardo ha affidato l’incarico di rappresentarlo in giudizio all’Avv. Alessandro Benedetti del foro di Roma.”


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