IENARUBRICA: “Polpetteria ‘Enzo’ Trantino”: Sì alla pista ciclabile al Porto, No al sovrappasso alla circonvallazione


Pubblicato il 18 Febbraio 2024

RIDATECI POGLIESE, ALMENO SALIVA SULLA CARROZZA DEL SENATO!

Iena Antifumo Marco Benanti.

Con un annuncio-social, il sindaco di Catania “Enzo” Trantino ha comunicato la “nuova frontiera” della mobilità catanese: una pista ciclabile lungo il Porto. Una “nuova frontiera” che ha suscitato “applausi web” dal centrodestra e dal centrosinistra, a conferma del gradimento di una linea fatta di annunci diretti al “popolo” (senza coinvolgimento di soggetti antiquati come il consiglio comunale e relative commissioni), narrazioni di “città delle regole” contro “città senza regole” (tradotto multe per violazioni del codice della strada e lotta senza quartiere alle varie forme di disordine urbano): il catanese, anche quello benpensante del “ceto medio ariflessivo” da tempo orfano di “ordine&aria pulita” e delle “trovate sceniche” del “bianchismo”, applaude.

A lui basta questo, anche perchè forse dà per scontato che si debba “vivere” nella “città-mostro” urbanistico, desertificata culturalmente e socialmente. Dettagli. Come dettagli sarebbero le inadempienze (e la legalità?) su Corso dei Martiri, che rischia di diventare l’ennesima incompiuta.

Il tutto, poi, al termine della festa della patrona Sant’Agata pompata dal sindaco e dalla sua “corte” -con annesse “curve nord”- al massimo… su se stesso.

Tradotto? No alla salita sulla carrozza del Senato (con annessa destrutturazione dell’aspetto laico della festa. E -forse casualmente- arriva l’apprezzamento postumo del vescovo), in nome dell’ abbraccio al “popolo”, ma nello stesso tempo foto-ricordo della passeggiata con i vertici del centrodestra regionale siciliano in occasione dell’offerta della cera, prologo di altro “evento popolare”, il “ricevimento ad inviti” del capo del governo nazionale. Insomma, col “popolo” e con la nomenclatura, nello stesso giorno. Dettaglio: quello è stato il giorno della notizia dello stupro alla Villa Bellini.

Archiviata l’ “indignazione” e “incassato” l’appoggio dei “devoti” del “coniglio” comunale (tranne rare voci di dissenso, subito “messe all’indice” o quasi), il sindaco si è tuffato rapidamente dal “trampolino” del Porto, già peraltro ipotecato dai privati, in nome della “destra sociale”. Ecco, allora, l’annuncio mediatico della pista ciclabile: ma sarà forse in qualche modo collegata al “Porto free market”? Chissà.

Intanto, l’ “applauso mediatico” sale, malgrado i possibili per la pelle (leggi pericolosità dell’opera) siano abbastanza evidenti. Le ragioni del “primato dello spot” pardon del “primato della politica” vengono prima. Eppure, alcuni dati sono difficilmente confutabili: i soldi per l’opera arrivano dal lavoro delle precedenti amministrazioni (qualcuno non proprio di nascosto cerca di rivalutare addirittura Salvo Pogliese, finito a Roma, ma presente a Palazzo degli Elefanti “sotto mentite spoglie”), il consiglio comunale -con annesse commissioni- è stato di fatto bypassato (a proposito: il sindaco, sempre in tema di “primato della politica” , ha calcolato che la sua elezione è stata dovuta grazie e non malgrado le liste di partiti e gruppi che lo hanno letteralmente “portato”?…), la mossa di “spiazzare” (chi si fa “spiazzare”) evitando temi scomodi, con annunci e cotillons, non è nuova.

Il “vuoto” mascherato da “spot” è stato la cifra di tanto “bianchismo” in originale e nella “versione fotocopia” o quasi. Allora, così per ricordarlo, nella stessa città occorrerebbe un sovrappasso nell’area della circonvallazione (già teatro di tragedie dovute all’insicurezza stradale), ma soldi e volontà per realizzarlo non si trovano. Le promesse di qualche mese fa restano sulla carta. Prima la sicurezza o prima le esigenze di consenso a Palazzo? Meglio forse la “pista più facile”. E sulle cose che fanno la differenza?

Sarà un caso, ma da mesi, al netto degli adempimenti finanziari obbligatori, il “fatturato amministrativo” di questa giunta è piuttosto modesto. Andate a guardare le delibere… Meglio ricorrere agli “spot”, alle inaugurazioni di bambinopoli e piazze? Film già visto. Soprattutto, film che ha prodotto nel tempo disastri. Chi segue la politica catanese lo sa perfettamente, ma forse è preso dai propri interessi di bottega e preferisce tacere. Nulla di nuovo sotto il Sole. Eppure, un tempo su queste “narrazioni cinematografiche” qualcuno, anche nella stampa, strepitava. Scelte di vita.

Mancano i soldi? Il comune ha ancora debiti? Certamente. Meglio ricorrere all’Europa, vero. Ma oltre il denaro che resta un problema, ci vorrebbero idee nuove, condotte non da notabili di provincia (magri con sogno in un cassetto di una “vecchiaia romana”?), progetti credibili. E meno “fumo”. Perchè il “fumo politico” ha prodotto disastri.

La Storia insegna qualcosa?


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