Sindaco, sempre bravo a fare multe alla gente comune, ma quando lo fa una cosa contro i potenti?
L’onorevole Salvo Pogliese è finito a Roma: a Catania si vede poco o nulla. Anche perché non c’è bisogno: la giunta al governo della città è in continuità con la sua. Andiamo a vedere cosa c’è a Palazzo: sulla poltrona c’è un ex assessore (all’urbanistica, ma nessuno si ricorda nulla di lui), accanto a lui, in versione di sindaco, gira e rigira si ritrova Barbara Mirabella: con quale funzione? Boh, forse amica? Forse consigliera? Forse consulente? Forse magari hanno solo le stesse abitudini? In giunta, troviamo poi Sergio Parisi, troviamo sempre Alessandro Porto (un modello di “vita difficile”, un tipo sempre controcorrente, nel senso che lo trovi sempre nella “corrente giusta” per avere qualcosa). Se poi passiamo al “settore della scienza” ovvero dove la città il meglio di sé, i dirigenti del Comune, troviamo “storie&personaggi” che affondano, pardon affondano nel passato dell’amministrazione di “Salvuccio” Pogliese. Che dire della “triade” Ferraro-Di Caro-Bisignani? Li potete ritrovare ai tempi della vecchia come della nuova amministrazione, in ruoli importanti. Nel caso di Bisignani siamo da tempo ad una sorta di “dirigente dei dirigenti”: giunto in Comune con Bianco, è con Pogliese che Bisignani si afferma come il “Maradona di Palazzo degli Elefanti” (talora con punte da “prima donna” che taluni proprio non apprezzano).
E che dire del “duo delle meraviglie” Fatuzzo-Bellavia? Anche loro il “nuovo che avanza”: non proprio, vedi alla voce Sidra e Amts.
Insomma, mentre il sindaco Trantino inaugura piazze e bambinopoli (meritandosi ampiamente l’appellativo di “nuovo Enzo Bianco”), mentre sempre lui mostra un “volto green” e “legalitario all’italiana” (molto apprezzato in settori del “ceto medio riflessivo” che un tempo votava Bianco), per fortuna arriva S.Agata: e il sindaco già ha annunciato che non salirà sulla carrozza del Senato? Dopo i giri in motorino, ennesima “trovata” per prendersi gli applausi della “gente perbene”. Come accadeva ai tempi di Bianco. E come ai temi di Bianco la città è nel mirino di piccoli e grandi affaristi. Ma il sindaco se n’è accorto?
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